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Recensione Armored Core: Verdict Day

Lame rotanti! Pugni perforanti! Alabarda Spaziale! Doppio fulmine! Ah, che tempi… e che eroi, che storie, che armi. Chiunque sia nato negli anni ’70, magari maschietto, è impossibile che sia passato indenne attraverso l’invasione degli anime robotici che sconvolse il paese quasi quaranta anni fa. E da lì partirono i sogni di gloria di aspiranti ingegneri, animati dal sogno recondito di realizzare davvero dei simulacri meccanici con i quali prendere a legnate i cattivi di turno. E chi meglio di una casa giapponese, From Software per la precisione, avrebbe potuto (quasi) trasformare in realtà le illusioni di un gruppo di nerd nostalgici? No, stavolta non parliamo di un qualcosa’s Soul, ma di Armored Core: Verdict Day.

di: Simone Cantini

Lame rotanti! Pugni perforanti! Alabarda Spaziale! Doppio fulmine! Ah, che tempi… e che eroi, che storie, che armi. Chiunque sia nato negli anni ’70, magari maschietto, è impossibile che sia passato indenne attraverso l’invasione degli anime robotici che sconvolse il paese quasi quaranta anni fa. E da lì partirono i sogni di gloria di aspiranti ingegneri, animati dal sogno recondito di realizzare davvero dei simulacri meccanici con i quali prendere a legnate i cattivi di turno. E chi meglio di una casa giapponese, From Software per la precisione, avrebbe potuto (quasi) trasformare in realtà le illusioni di un gruppo di nerd nostalgici? No, stavolta non parliamo di un qualcosa’s Soul, ma di Armored Core: Verdict Day.

Non importa chi sono

Sì, ecco, sono un mercenario senza nome. Ancora una volta. Si combatte, strano nevvero? Lo scenario è sempre il solito, in fondo perché cambiare, quando la Terra si presta così bene ad essere devastata da esplosioni e stragi assortite. E poco importa che l’anno sia il duemilavattelapesca, quello che conta è che il sangue sia versato a bordo di possenti mech. Poi che lo si faccia al soldo della …, della …, o della… è decisamente ininfluente, soprattutto quando si porta a casa con successo la pellaccia, assieme ad cospicuo numero di crediti. Bella la vita del mercenario, anche se dopo quindici anni uno si aspetterebbe un minimo di evoluzione psicologica, che so, magari una caratterizzazione lievemente più curata rispetto a quella del classico, stereotipato soldato del futuro che lotta solo in nome del dio denaro. No, decisamente i From Software non si trovano molto a loro agio con le sceneggiature complesse.

Questo va qui, questo va qua…

Avete già giocato al quinto episodio della saga? Bene, allora vi diciamo subito che questo Verdict Day non è altro che una sorta di update di quanto visto giusto un anno fa su Xbox 360 e PS3. A differenziare la nuova uscita dal titolo precedente, però, interviene la modifica radicale che ha investito l’universo di gioco, adesso divenuto una realtà persistente, in cui le lotte fra i vari giocatori rivestiranno un loro peso. Al momento dell’entrata in gioco, difatti, verremo assegnati ad una delle 3 fazioni lotta e saremo chiamati ad arruolarci all’interno di una squadra, con la quale intraprendere una lotta per il dominio del territorio. È innegabile notare sin da subito come l’esperienza multigiocatore giochi un ruolo essenziale all’interno dell’economia diArmored Core: Verdict Day, rendendo l’esperienza in singolo (per quanto essa stessa corposa) quasi un mero pretesto utile a sbloccare le personalizzazioni dei mech. Online, partita dopo partita, accumuleremo sempre più punti squadra, indispensabili per accedere alle sessioni competitive più impegnative, indispensabili per strappare agli avversari i vari territori.

Purtroppo il tutto si svolge spesso in maniera sin troppo blanda, intervallando talvolta gli scontri più appaganti ed impegnativi con un numero consistente di missioni fuffa. Lo stesso difetto mina la campagna in singolo che, priva di spunti narrativi minimamente interessanti, colpisce al cuore per l’indiscussa longevità, ma fiacca in parte gli entusiasmi a causa di una ripetitività di fondo non trascurabile. L’IA avversaria, inoltre, non brilla certo per acume tattico, limitandosi a tempestarci di proiettili non appena si giunge a portata di tiro: meno male che ci pensano gli scontri con i mech unici a destare dal torpore intellettivo. Però diciamoci la verità, chiunque si sia mai appassionato alla saga non lo ha certo fatto per la scrittura avvincente o la varietà ludica: l’amante di Armored Core predilige soprattutto la parte più creativa del titolo, ovvero quella dell’assemblaggio e del tuning dei vari mech. E anche stavolta i cultori del genere troveranno di che soddisfare la loro bramosia, grazie ad oltre 500 pezzi sbloccabili con i quali è possibile dare vita ad un numero praticamente sterminato di esoscheletri. Come se non bastasse, se proprio siamo refrattari alla socialità, sarà possibile creare ed istruire dei bot, con i quali potremo affrontare sia le missioni in singolo che quelle competitive.

Un colpo al Core…

I titoli della saga Armored Core non hanno mai brillato per raffinatezza tecnica, quindi sarebbe stato assai sciocco elevare Verdict Day al ruolo di invertitore di tendenza. A partire dal motore di gioco, spesso vittima di vistosi cali di frame rate, l’estetica del gioco sembra fare di tutto per rimanere al di sotto di un comunque insoddisfacente anonimato: scenari perlopiù spogli di dettagli e architetture poligonalmente imbarazzanti evitano di solleticare gli occhi del giocatore. A risollevare in parte un versante estetico da dimenticare ci pensano ovviamente i mech, che grazie ad una modellazione maniacale di ogni elemento riescono facilmente a spiccare all’interno di questo grigio mondo virtuale. Ma in fondo è questo che gli amanti vogliono, altrimenti sarebbe come aspettarsi una trama dai profondo risvolti psicologici e sociali da un film fracassone come Pacific Rim.

From Software prosegue imperterrita lungo il solco tracciato 15 anni fa con il primo Armored Core, riproponendo per l’ennesima volta un titolo rivolto essenzialmente agli aficionados del brand. Complesso nelle meccaniche e rivolto principalmente a chi ami alla follia studiare ogni centimetro del proprio mech, Verdict Day cerca comunque di osare sul versante multigiocatore, avvicinandosi in parte ad un approccio MMORPG. Peccato che la scarsa varietà di situazioni rischi ben presto di stancare gli amanti delle sfide più immediate, ma chiunque sia in cerca di un titolo decisamente più complesso da padroneggiare rispetto alla media farebbe bene a dargli un’occhiata.