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Recensione Alienation

di: Luca Saati

Dopo aver debuttato al lancio di PS4 con Resogun, i ragazzi di Housemarque ritornano sempre sulla console di Sony con un nuovo twin-stick shooter che farà la felicità dei fan di quel Dead Nation uscito ben sei anni orsono su PS3, e successivamente anche su PS Vita e PS4. Infatti possiamo considerare Alienation l’erede spirituale di Dead Nation. Abbandonati gli zombie, prepariamoci dunque per affrontare l’invasione aliena.

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“Vengono fuori dalle f*****e pareti!”

La storia di Alienation è quanto di più classico possa esistere nel genere, risultando a tutti gli effetti un mero pretesto per scendere sul campo di battaglia e sterminare ingenti quantità di alieni. Dopo aver coperto i primi attacchi alieni, il governo mondiale si ritrova ben presto con le forze extraterrestri che prendono il sopravvento portando la razza umana sull’orlo dell’estinzione. Per fronteggiare gli alieni e riprendere il controllo della terra, il governo mondiale UXN crea degli esoscheletri con cui equipaggiare i propri soldati dotandoli di capacità fuori dal comune.

AN_-_PS4_-_Behind_Closed_Doors_1461235581All’inizio del gioco vi viene chiesto di scegliere una delle tre classi con le quali affrontare la campagna del gioco: Bio-specialista, Tank e Sabotatore. Il primo è il medico del gruppo ma può sfruttare la sua esperienza nella biologia per danneggiare i nemici con scie chimiche tossiche o con sciami di pericolose nanomacchine. Il Tank, come suggerisce il nome, è colui che deve mettersi in prima linea sfruttando i suoi scudi per proteggere sé stesso e i suoi compagni oltre a poter vantare una maggiore potenza di fuoco. Infine il Sabotatore è la classe più veloce delle tre, può sfruttare una spada al plasma e chiamare il supporto aereo per eliminare le forze nemiche. Ogni classe possiede il proprio albero delle abilità attive e passive da migliorare spendendo gli appositi punti ottenibili salendo di livello. A ogni miglioria vi viene chiesto di scegliere tra due possibilità di potenziamento permettendovi di plasmare il vostro personaggio in base al vostro stile di gioco. Ad esempio l’attacco di artiglieria del Sabotatore può essere potenziato per avere una durata maggiore o per aumentare il proprio raggio d’azione.

Scesi sul campo di battaglia ci siamo trovati perfettamente a nostro agio grazie anche alla precedente esperienza con Dead Nation. Il gameplay alla base di Alienation infatti non si discosta di molto da quanto visto sei anni fa con il gioco zombie di Housemarque arricchito di diverse cose. Le due levette analogiche ovviamente servono per muovere il proprio personaggio e per mirare, i due grilletti per sparare e lanciare armi come granate a detonazione, mine e quant’altro, attacco melee e una rapida schivata invece sono affidati ai due tasti dorsali. Infine le tre abilità dei personaggi sono attivabili tramite i due tasti frontali e il touchpad. In Alienation trova spazio anche un sistema di loot che ci permette di ottenere nuove armi con cui equipaggiare il nostro personaggio. Come in Destiny o The Division, le armi hanno un proprio grado di rarità determinato dal loro colore. Alcune delle armi inoltre possono essere migliorate spendendo i materiali ottenibili mediante la scomposizione dell’equipaggiamento stesso. Ogni personaggio può equipaggiare un massimo di tre armi divise in principali, secondarie e pesanti più gadget come una granata o una mina. Le armi presentano una discreta varietà tra shotgun, minigun, lanciamissili, lanciafiamme, boomerang e quant’altro.

AN_-_PS4_-_Red_Mercury_1461235579Rispetto a Dead Nation, le missioni in Alienation sono meno lineari. Le varie mappe infatti sono liberamente esplorabili, niente e nessuno ci vieta di andare alla ricerca di eventi e boss prima di raggiungere il luogo dell’obiettivo. La struttura delle missioni è sempre la medesima con un obiettivo da raggiungere e un ingente numero di nemici da eliminare. In alcuni casi gli obiettivi riguardano la distruzione di esplosivi o il proteggere la zona, ma in sostanza sono gli scontri a fuoco a farla da padrone. A tenere a debita distanza una certa ripetitività di fondo delle missioni ci pensa un’ottima varietà di nemici tra mutanti che ci vengono addosso come se fossero degli zombie, cecchini, golia e molti altri ancora che vi lasciamo il piacere di scoprire. La campagna può essere giocata sia in singleplayer che in cooperativa online con un party composto da un massimo di quattro giocatori. Manca invece la cooperativa locale, a nostro modo di vedere una mancanza abbastanza grave. Ovviamente Alienation da il meglio di sé in co-op, ma i ragazzi di Housemarque hanno fatto un buon lavoro per far divertire i lupi solitari grazie anche a un buon livello di sfida che risulta essere impegnativo senza mai cadere nella frustrazione. Le missioni sono poi rigiocabili a livelli di difficoltà più alti per avere una sfida ancora maggiore. Il tutto va inoltre a favore della longevità visto che rigiocare le missioni a un livello più alto permette di ottenere loot migliore. Come sempre in questi casi il fattore longevità dipenderà da quanto saprete farvi catturare dal sistema di gioco messo in atto dai ragazzi di Housemarque. Non dimentichiamoci poi della modalità Invasione che, come suggerisce il nome, permette di invadere le partite degli altri giocatori e causare grandi danni.

La bellezza delle invasioni aliene

AN_-_PS4_-_The_Bridge_1461235579A livello tecnico Alienation si presenta come il miglior lavoro fatto da Housemarque. Gli effetti particellari sono splendidi, tra esplosioni, fumo, vento, neve, acqua, pioggia e così via. Ottimo il level design che rende le mappe abbastanza variegate e belle da vedere grazie alla palette di colori che dona loro caratteristiche uniche, si va dal freddo dell’Alaska alle rigogliose foreste del Brasile, per poi passare alle zone nei pressi della centrale nucleare di Chernobyl e così via. Ottimo il frame rate che non si schioda dai 30 fotogrammi al secondo neanche nelle situazioni più concitate con esplosioni a destra e manca e nemici un numero impressionante di nemici. Il comparto audio si rivela all’altezza con ottimi effetti sonori e una buona colonna sonora d’accompagnamento. Buono anche il doppiaggio in inglese. A tal proposito segnaliamo che Alienation ha i testi completamente in italiano.

Commento finale

Alienation probabilmente non farà cambiare idea ai non amanti dei twin-stick shooter, ma arricchisce la formula con tanti nuovi elementi come il loot system, le diverse classi di personaggi con tanto di livello d’esperienza e skill tree capaci di divertire e intrattenere a lungo i fan del genere. Il tutto è poi accompagnato da uno splendido comparto tecnico splendido. Peccato solo per una storia che si presenta come un mero pretesto per completare le missioni e una struttura delle stesse ripetitiva che non permettono ad Alienation di ottenere una valutazione ancora più alta.