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Recensione A Highland Song

di: Luca Saati

A Highland Song rientra sicuramente tra quelle esperienze di questo 2023 da provare assolutamente. Poi alla fine finirete con l’amarlo o col restare indifferenti, ma dovete capirlo da soli e imbarcarvi in questo viaggio disponibile da oggi su Nintendo Switch a cura di inkle, i creatori pluripremiati di 80 Days, Heaven’s Vault e Overboard.

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Il viaggio di Moira

Moira è una ragazza di 15 anni che ha vissuto con la madre in una piccola casa ai margini delle Highlands scozzesi. Un giorno suo zio Hamish le manda una lettera invitandola a raggiungerlo entro cinque giorni sulla costa dove l’attende una sorpresa nei pressi del faro. E così Moira scappa.

Moira inizia ad arrampicarsi su di una collina per osservare l’area circostante e decidere quale sentiero intraprendere. Nel raggiungere quel sentiero ecco che incontra un cervo che insieme a lei inizia a correre a ritmo di musica con un minigioco a mo’ di rhythm gameA Highland Songs potrebbe abusare di questi momenti, ma non lo fa e queste corse spensierate di Moira sono relegate giustamente ad attimi ben precisi.

Ci sono due sentieri, Moira sa che entrambi l’avvicinano alla destinazione, non c’è una strada sbagliata, ma ognuna nasconde delle insidie e dei segreti. E così si va avanti, ma Moira non è una supereroina e il freddo, la pioggia e il vento possono compromettere il suo viaggio, si stanca in fretta e non può scalare all’infinito un muro così come non può superare la roccia friabile, e anche una piccola caduta può farle male. Si avvicina la sera e forse è meglio trovare un riparo dove riposare la notte e recuperare le energie, ma non c’è niente e così si arrangia sotto un albero, ma non è così confortevole e il giorno dopo non è poi così in forma, per fortuna la sera successiva trova una casa abbandonata in cui recuperare tutte le energie.

Nella casa ha trovato una mappa che le fornisce un indizio su un punto di interesse. E così Moira cerca una nuova altura in cui arrampicarsi e comprendere dove questa mappa la può portare lasciandosi nel mentre ammaliare dallo spettacolare skyline delle highlands scozzesi caratterizzate da piccole cascate, monti innevati e ancora più in là il tanto desiderato mare. Alla fine la mappa la conduce in una grotta buia, l’uscita per fortuna è vicina ma la porta in un vicolo cieco poiché serve una corda per avanzare. La corda è nella grotta, ma serve qualcosa per tagliarla da dove è attaccata, ma Moira non ha niente di utile con sé. Magari dentro la grotta c’è qualcosa, e così si inoltra al suo interno scoprendo delle pareti che sembrano diamanti. A un certo punto sente una voce e scopre che dentro la grotta vive da 50 anni una misteriosa figura che le chiede se ha del whisky, ma Moira non ne ha promettendogli di tornare nel caso ne dovesse trovare un po’.

Finalmente trova un’uscita dalla grotta che la avvicina alla sua meta. Trova una piccola baracca abbandonata e al suo interno il whisky che aveva promesso al guardiano della grotta. Ritorna così indietro, ma del guardiano non vi è più traccia e così, un po’ sconsolata, si rimette in viaggio. Scala una nuova altura e decifra una nuova mappa che aveva trovato nel tragitto scoprendo un nuovo sentiero, ma per attraversarlo ci vogliono tre ore e arrivati alla fine si è fatto tardi, meglio riposare e riprendere il viaggio il giorno dopo.

Al risveglio trova una nuova grotta, questa volta l’uscita è più facile da trovare, ma i resti di un aeroplano attirano la sua attenzione. L’incidente deve essere avvenuto da poco dato che il motore è ancora caldo, ma nei dintorni non si vede nessuno a parte uno zaino (un paracadute?) appeso su di un albero. Poco dopo incontra un uomo, con la testa bendata, forse è il pilota dell’aereo, ma lui non ricorda più niente, ma consegna a Moira una nuova mappa invitandola a raggiungere la vetta di una montagna dove vi è uno stormo di corvi. E così Moira prosegue, trova i resti di una torre e si arrampica per trovare la prossima destinazione. Scorge dalla distanza sia la montagna indicatagli dal pilota, ma anche un’altra grotta indicata da un’altra mappa trovata in una baracca poco prima.

Quest’ultima destinazione è più vicina e la porta in una grotta che fuoriesce su una montagna innevata. Il freddo inizia però a farsi sentire e Moira nel cadere durante una scalata perde le energie e sviene. Al suo risveglio si ritrova in una grotta con un altro misterioso figuro a osservarla, forse è lui ad averla salvata? Lui non è di molte parole e così Moira si dirige verso l’uscita e nota di essere molto vicina al mare.

Un ultimo sforzo, tra l’altro è il quinto giorno, il giorno in cui suo zio Hamish le aveva promesso di mostrarle la sorpresa. Sale su di una cima, scorge il collegamento al faro di suo zio, e si dirige in quella direzione. Ritrova il cervo e insieme corrono nuovamente mentre la musica li accompagna. Finalmente, dopo tante difficoltà, Moira è arrivata alla fine del suo viaggio, incontra suo zio e…

…Beltane

Quello che vi ho raccontato è stato, per sommi capi, il mio primo playthrough con A Highland Song. Come spero avrete intuito dal mio racconto, l’opera dei ragazzi di inkle è un’esperienza molto particolare in grado di trasmettere emozioni differenti, ma con sempre la curiosità e la voglia di scoprire i misteri delle colline scozzesi. Potrei parlarvi di come un primo playthrough sia in realtà solo l’inizio e con un secondo potreste vivere un viaggio completamente differente o, perché no, ripercorrere gli stessi passi per consegnare il whisky al guardiano della grotta per scoprire cosa succede perché, giustamente, i ragazzi di inkle hanno pensato di far conservare i progressi come in un qualsiasi New Game PlusA Highland Song è insomma un’avventura da vivere almeno una volta, anche per il semplice incantarsi dinanzi a un paesaggio che sembra un dipinto in movimento, o per ascoltare le meravigliose musiche composte da Laurence Chapman, Talisk e Fourth Moon. E se poi anche voi vi siete emozionati accompagnando Moira nel suo viaggio, allora preparatevi per viverne un secondo, terzo, quarto e continuare finché non vi sentirete davvero stanchi.