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Starfield, per Bethesda la priorità è stata la libertà di gioco rispetto alla pulizia tecnica

di: Donato Marchisiello

Non è una novità che, storicamente parlando, i giochi targati Bethesda siano stati sempre un po’ “complicati“, specialmente nei primissimi giorni dal day-one, per quanto concerne la complessiva pulizia tecnica. Una situazione, spesso e volentieri, correlata alla complessità ed alle dimensioni dei titoli dell’azienda nord-americana, sempre tendenzialmente profondi e vasti. E Starfield, uscito nei giorni scorsi in “accesso anticipato”, non fa eccezione e, difatti, sono tantissime le segnalazioni di “angoli” non proprio smussati, anche se c’è da dire che il gioco arriva in uno stato decisamente migliore rispetto alle precedenti produzioni dello studio.

Ma, in una recente intervista rilasciata a GamesIndustry, il vice presidente del reparto comunicazioni e marketing di Bethesda, Pete Hines, si è espresso proprio su questa faccenda sottolineando come, il “mantra” videoludico dell’azienda, sia enfatizzare la libertà d’azione concessa al giocatore su tutto, anche a costo di “sacrificare” la complessiva integrità “meccanica” del prodotto. «Potremmo creare giochi più sicuri, meno colmi di bug e meno rischiosi, se solo lo volessivo. Ma ciò che tentiamo di fare – ha sottolineato Hines – è di virare verso un’alta libertà d’azione per il giocatore. Amiamo ed abbracciamo convintamente questo mantra».