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Regno Unito: sventato un cyber attacco ai server di Call of Duty

Console tribe news - Regno Unito: sventato un cyber attacco ai server di Call of Duty

di: Luca "topmoller" Zerbini

Ottenere un vantaggio nel gioco online sfruttando qualche trucco è una pratica diffusa ed ingannevole ma tecnicamente non rappresenta un reato punibile legalmente. Arrivare a sviluppare del software dannoso per attaccare dei server di gioco invece è tutta un’altra storia.

La BBC ha riferito che un ragazzo di Manchester di diciassette anni è ora agli arresti per un cyber attacco compiuto contro Call of Duty. La sequenza temporale dei fatti contestati è ancora poco nitida e ancora non è chiaro quale titolo della serie sia stato colpito. Sembrerebbe che i server colpiti siano quelli di Black Ops ma la BBC non ha confermato, inoltre sembra che Activision abbia notificato i rapporti alla polizia a settembre quindi prima che del lancio dell’ultimo FPS Treyarch.

Sul tipo di reato contestato non ci sono dubbi: il giovane ha sviluppato del software maligno chiamato “Phenom Booter” per lanciare un attacco di tipo “Denial of Service” contro i server Activision. Si tratta di un attacco informatico che punta a variare alcuni parametri per portare un sistema informatico al proprio limite, fino a renderlo incapace di erogare il servizio.

L’adolescente avrebbe addirittura cercato di vendere il software attraverso un forum di cui non si conosce il nome. La polizia ha rintracciato l’indirizzo IP del giovane e lo ha arrestato. Il gioco online è fonte di grandi guadagni, interrompere l’infrastruttura di gioco crea problemi che non riguardano solamente i singoli giocatori; le conseguenze commerciali e per la reputazione delle imprese interessate possono essere disastrose.

Activision potrà comunque consolarsi guardando i dati di vendita della propria serie di punta.