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Mafia: Definitive Edition, svelata la mappa della nuova Lost Heaven

di: Luca Saati

Chi visita di nuovo una città dopo 18 anni la troverà sicuramente diversa. La città fittizia di Lost Heaven, in cui si svolgono gli eventi di Mafia: Definitive Edition, non fa eccezione, ma la sua trasformazione non ha niente a che vedere con la crescita demografica, la gentrificazione o l’evoluzione architettonica. Le notevoli differenze tra la Lost Heaven del 2002 del Mafia originale e quella di oggi, infatti, sono frutto di modifiche apportate alle dinamiche di gioco, del progresso tecnologico e, ovviamente, del lavoro degli sviluppatori di Hangar 13, che hanno passato anni a ricreare la città con la massima cura.

Come la Chicago degli anni Venti e Trenta a cui è ispirata, Lost Heaven è situata nell’America centro-occidentale, ed è una città corrotta fino al midollo, spartita tra boss del crimine che hanno costruito i propri imperi approfittando del proibizionismo. In basso potete vedere una mappa della Lost Heaven di Mafia: Definitive Edition. I riferimenti geografici della versione di Mafia del 2002 sono stati usati come punto di partenza per la costruzione del nuovo mondo, perciò la disposizione dei quartieri, degli isolati e delle strade principali è quasi la stessa, con la differenza di qualche nome. Gli scenari memorabili delle missioni del gioco originale, come il motel di Clark, l’aeroporto internazionale e l’autodromo, sono tutti presenti e possono essere visitati liberamente senza dover prima progredire nella storia (niente più muri invisibili), o sorbirsi schermate di caricamento. Lo stesso vale per la maggior parte dell’area rurale a nord della città.

Insieme alle scontate migliorie grafiche, alcune delle quali discusse nel recente trailer di gioco di Mafia: Definitive Edition, diverse aree di Lost Heaven hanno beneficiato di altri accorgimenti che le hanno rese più realistiche ed evocative. Il centro cittadino vanta più edifici sviluppati in verticale, caratteristica in linea con il boom post-bellico degli anni Venti e Trenta. Chinatown è più riconoscibile grazie alla caratteristica architettura e ai suoi abitanti, ora rappresentativi delle comunità cinesi dell’epoca che nel gioco originale non erano presenti. In altre zone è stata modificata la topografia del terreno, non solo per rendere gli spostamenti più interessanti, ma anche per offrire più panorami del profilo cittadino, che ora è visibile da distanze nettamente maggiori di quanto non fosse permesso dall’hardware del 2002.

Al volante di una delle auto fedeli al periodo storico di Mafia: Definitive Edition, o magari in sella a una delle motociclette al loro debutto nella serie, potrebbe capitarvi di scorgere alcune delle modifiche apportate alla rete stradale di Lost Heaven. Nuovi vicoli e altre scorciatoie vi forniranno più opzioni durante le fughe dalla polizia, mentre curve e intersezioni sono state realizzate per offrire un’esperienza di guida più fluida di quella del gioco originale. Inoltre, Hangar 13 ha esaminato i percorsi seguiti maggiormente dai giocatori per capire quali strade venissero usate più di frequente durante le missioni e, in base a questi dati, ha modificato la posizione di alcuni obiettivi. Il risultato è che, invece di percorrere sempre le stesse strade come pendolari, sarete incentivati ad attraversare quartieri diversi ed esplorare nuove aree.

Ogni quartiere ha un aspetto e un’atmosfera unici, che muteranno in base all’orario. Strade piene di taxi gialli di giorno, fiancheggiate da marciapiedi affollati e dalle volute di fumo delle fabbriche, risultano quasi irriconoscibili di notte. Dopo il tramonto il traffico è minimo e i marciapiedi quasi deserti. Le insegne al neon degli alberghi e dei luoghi di intrattenimento, che di giorno passano praticamente inosservate, di sera spiccano in lontananza e fungono da punti di riferimento durante gli spostamenti per le strade fiocamente illuminate. Non vediamo l’ora che possiate visitare questa nuova interpretazione di Lost Heaven il 25 settembre, all’uscita di Mafia: Definitive Edition. Speriamo che esplorare la città vi piaccia quanto è piaciuto a noi realizzarla.