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EA: basta pagare licenze per inserire armi esistenti nei giochi

Il colosso software statunitense decide di dar battaglia alla lobby americana delle armi: non è giusto pagare per inserirle nei giochi

di: Antonio "Difio" Di Finizio

Forse questa vi giungerà nuova, ma dovete sapere che fino ad oggi, quando acquistavate un gioco di guerra prodotto da Electronic Arts (e sicuramente anche di qualsiasi altra software house), questa destinava una parte del ricavato alle aziende produttrici delle armi come licenza per poterne usare il loro vero nome nei giochi. Era così che bastava citare Walther, Colt o Remington che EA doveva sborsare soldi a queste compagnie, fino a che non ha detto basta.

Quest’oggi, infatti, l’imponente software house americana ha dichiarato ai microfoni di Reuters che smetterà di pagare royalties per usare sotto licenza armi realmente esistenti, pur non rinunciando ovviamente a includerle nei propri giochi. Electronic Arts ha infatti detto che ultimamente sia la politica che i membri del National Rifle Association considerano i videogiochi una delle cause al problema delle armi negli Stati Uniti, ma nonostante questo non smettono ne si dimenticano di mandare committenti a bussare alle porte della software house per riscuotere la propria parte con le vendite dei vari titoli. Inoltre, ha aggiunto, come quando in un libro viene citata la parola “Colt” non è necessario pagarne la licenza all’azienda, così deve essere pure per i videogiochi. Questo principio, definito “fair-use”, Electronic Arts ritiene debba essere applicato anche ai videogiochi.

Certo, al momento si tratta solo di un punto di vista, come EA stessa ha fatto notare, e probabilmente la vicenda continuerà all’interno di tribunali. La compagnia, tuttavia, non è nuova a questo genere di mosse: già era stata citata in giudizio (e il processo è tutt’ora in corso) dalla Bell Helicopter per aver inserito all’interno di Battlefield un elicottero prodotto dallo stesso produttore, senza ovviamente corrispondere alcuna cifra violando, secondo la controparte, il marchio e i diritti d’autore.

Chissà come finirà tutta la vicenda. Secondo voi chi l’avrà vinta? Il più grande colosso software videoludico al mondo o la più grande lobby delle armi americana?