Archivio Recensioni
di Ivan Caregnato
Era il 2009 quando all’improvviso, praticamente quasi all’insaputa di tutti, uscì sullo store MS quella che è stata universalmente riconoscita da critica e pubblico come una piccola gemma nell’ampio catalogo della “vecchia” console americana, Shadow Complex. Sviluppato su UE3 da Chair Entertainment, con il contributo di Epic Games e pubblicato
"Ecco, ci mancava solo un altro "strafanto!"" (per i meno avvezzi con il dialetto veneto, uno "strafanto" è praticamente un oggetto sostanzialmente inutile che molto spesso da solo che fastidio perché non si sa mai dove metterlo).Ha accolto così la mia compagna l'arrivo di Guitar Hero Live (gioco sviluppato da FreeStyleGames, quelli degli ottimi DJ Hero), bundle chitarra con relativo gioco, del resto io di "strafanti" ne possiedo parecchi. Se penso a quelli di Guitar Hero, tutto cominciò con il secondo capitolo su Xbox360, quando quasi a sorpresa scoprì uno dei giochi più divertenti in assoluto che coniugava la mia passione per la musica e il suonare la chitarra con una idea di gioco che portava una ventata di aria fresca nel panorama Rhythm Games dell'epoca. Volete per il bellissimo controller (riproduzione di una X-plorer che faceva molto metal), volete per una tracklist ispiratissima (per me, ancora oggi, la migliore della serie), volete che il titolo non aveva un preciso target di riferimento insomma, Guitar Hero II divenne improvvisamente una gallina dalle uova d'oro nel catalogo Activision (che acquisì di fatto il titolo e lo rese proprio affidandolo a Neversoft). La gallina però è stata spremuta troppo e di oro se n'è visto sempre meno: troppi titoli, spesso anche più di uno all'anno, che aggiungevano poco (e quel poco spesso non ben implementato) rispetto ai precedenti, hanno portato il brand a snaturarsi completamente dal titolo fresco e immediato che era Guitar Hero.Dopo un periodo di digiuno, Guitar Hero Live riuscirà ad appagare nuovamente i suoi fan? Scopriamolo insieme!
E’ indubbio che oramai la serie di giochi creata da Telltale su licenza LEGO abbia creato un sottogenere dotato di caratteristiche abbastanza distintive. Un gioco “a la LEGO” è un mix tra platform ed enigmi pseudo-ambientali, che si risolvono solo utilizzando alcuni personaggi dotati di determinate caratteristiche o armi. Personaggi che, per le dinamiche del gioco e per garantire una discreta rigiocabilità dei livelli, non sono tutti già disponibili ma vanno sbloccati nel proseguo della storia principale.Questo non significa che nel corso degli anni gli sviluppatori non abbiano mai innovato: lo hanno fatto, dapprima ampliando le caratteristiche uniche dei personaggi, poi aggiungendo gli oggetti nell’inventario ed infine creando una sorta di open-world esplorabile. I risultati sono ovviamente opinabili e variano in base ai gusti dei giocatori, ma credo che la chiara impronta di gioco scanzonato e divertente, sia per grandi che per piccini, sia rimasta. E’ una serie che fondamentalmente si è sempre distinta per la simpatia delle situazioni e per una giocabilità immediata.
Dishonored, prodotto da Bethesda in collaborazione con Arkane Studios, è uno stealth game in cui vestiremo i panni di Corvo Attano, fidata guardia del corpo imperiale e ingiustamente accusato dell'omicio della regnante. In quest'avventura, a cavallo tra un gioco di ruolo e uno stealth game, le possibilità d'azione sono molteplici. Ogni livello offre un approccio diverso, a seconda delle esigenze, infatti, potremo superare le sessioni sia furtivamente, sia sfoderando la nostra spada e fare a fette ogni nemico. Divertente, ricco e appassionate Dishonored promette di essere il nuovo punto di riferimento per il genere.
Osannato da critica e pubblico e meritatamente portatore della fascia del "Best Platform of the Year 2011", Rayman Origins approda anche su PS Vita e, onestamente, ha trovato il luogo che gli appartiene.
Per chi non conoscesse questo titolo, nato dalla mente della Q Entertainment di Tetsuya Mizuguchi, Lumines è una evoluzione di Tetris, dove lo scopo principale è costruire blocchi da quattro quadratini dello stesso colore.
Recensione di Limbo di Console Tribe