Quattro chiacchiere con… Cast e regista di Squid Game 2
di: la.sakuQuest’anno ho avuto il piacere di spendere 5 giorni al Lucca Comics and Games 2024, e come ogni anno è stata una fantastica esperienza, ho viaggiato tra un padiglione e l’altro, ammirato la città tutta addobbata per la manifestazione, e infine, con grandissimo onore e fierezza, posso dire di aver partecipato alla conferenza stampa di Squid Game 2 che portava con sé i due protagonisti di questa nuova stagione: Lee Jung-jae (Seong Gi-hun) e Wi Ha-joon (Hwang Jun-ho), e assieme alle due star sudcoreane, il creatore di questa amatissima serie televisiva targata Netflix, il regista e produttore Hwang Dong-hyuk.
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1, 2, 3, stella o stai là?
Lucca Comics and Games: Circa 3 anni fa, il mondo di Squid Game che lei ha creato e fatto arrivare su Netflix, è diventato istantaneamente famosissimo, attirando anche l’attenzione del pubblico a livello mondiale: si sarebbe mai aspettato un’accoglienza simile? E pensando già al futuro, quali sono le novità che potremo scoprire nella seconda stagione che sarà disponibile da questo dicembre?
Hwang Dong-hyuk: Ovviamente, quando si crea qualcosa ci si augura sempre che sia un successo, ma non mi sarei mai aspettato che Squid Game diventasse così conosciuto. A volte non riesco neanche a capire se tutto questo è un sogno o realtà, è surreale. La seconda stagione, a differenza della prima, non si concentra sulla sopravvivenza del giocatore 456, ma sui suoi ricordi nel primo gioco e della sua esperienza, portando poi una specie di “ritorno” per fermare tutto il gioco.
LCG: Com’è stato tornare a recitare nei panni di Seong Ji-hun, e se puoi dirci come e dove si ripresenterà in questa seconda stagione?
Hwang Dong-hyuk (prende la parola): I capelli rossi di Ji-hun che si vedono nelle prime scene di questa seconda stagione, sono ispirati al protagonista di uno dei miei manga preferiti, Slam Dunk. Sono un simbolo che indica come il suo personaggio non sia più normale, perché ha attraversato un periodo difficile provando a tornare alla sua vita normale, senza riuscirci.
JJ: Nella prima stagione sono state fatte tante domande sui capelli rossi, ma io non me ne ero mai poste, perchè per me è stata una cosa alquanto naturale. Dopo l’esperienza difficile che ho affrontato affinchè chiunque potesse vivere una nuova vita, tingersi i capelli mi è parso un elemento che potesse rappresentare il coraggio.
LCG: Il tuo personaggio, Hwang Jun-ho, affronta tante traversie fino alla fine della prima stagione, ma cosa possiamo aspettarci in questa seconda parte della serie?
Ha-Joon: Vorrei iniziare dicendo che spero vivamente che tutti voi riusciate a capire come si sviluppa la storia del mio personaggio, vedendo il suo carisma e la sua determinazione, capendo anche che è andato a cercare il fratello in modo da fermare il gioco.
LCG: Spesso ci chiediamo se tra un creatore, un artista, o un regista, ci sia una connessione col mondo dei fumetti o dei manga: in questa seconda stagione troveremo qualche riferimento o ispirazione preso dall’Italia?
Hwang Dong-hyuk: A dire il vero, ho scelto di usare in questa seconda parte due lavori di due autori italiani, una di queste è di Puccini, e si tratta di un’opera lirica che ho utilizzato per il primo episodio della seconda stagione. L’altra è Time to Say Goodbye, di Andrea Bocelli.
LCG: Nel gioco vengono messi a fuoco diversi dilemmi sociali ed esistenziali, come ad esempio quanto si è disposti a spingersi oltre le persone per soldi, i conflitti tra l’umanità o l’avidità. Signor Hwang, cosa può dirci da un punto di vista creativo, e cosa JJ e Ha-joon pensano invece dal punto di vista di due attori che devono interpretare questi dilemmi?
Hwang Dong-hyuk: Con Squid Game vorrei proprio trasmettere come la società capitalistica di oggi promuova un sistema che porta ad un netto divario di ricchezza, creando perdenti nel gioco, come un vero e proprio specchio di questo fenomeno. Ovviamente non voglio dare una risposta attraverso la serie, ma vorrei che il pubblico che la guarda capisse in che tipo di mondo viviamo, come sarà in futuro e si interrogasse su cosa possiamo fare per fermare questa “rovina”.
JJ: Considerando la società in cui viviamo oggi, dovremmo davvero sforzarci seriamente per creare un mondo migliore: rispettarci reciprocamente, collaborare, e avere cura degli altri, anche i più deboli. Credo sia la cosa più importante da ricordare. Questi esempi li troviamo come temi principali all’interno di Squid Game. Ogni personaggio ha una storia diversa, ci troviamo a supportarli e relazionarci con essi, ma pensiamo a come aiutare loro, e noi stessi, per vivere meglio ed essere dei buoni cittadini. Speriamo che dopo aver visto la seconda stagione possiate riflettere su ciò che abbiamo detto.
LCG: Signor Wi, cosa ne pensa lei di questi dilemmi dal punto di vista del suo personaggio Jun-Ho?
Ha-Joon: Credo che quello che hanno accennato i miei colleghi sia uno dei problemi più complessi e difficili da affrontare in tutto il mondo, e Squid Game parla proprio di questo. La serie non si concentra solo sul personaggio, ma è basato anche su cosa significa essere un umano e far parte di questa natura, raffigura anche la mentalità di queste persone che hanno toccato il fondo, ma anche l’egoismo e l’avidità di altre. E spero che il pubblico riesca a comprendere tutto questo.
LCG: In questa nuova stagione ci saranno nuove location e nuovi giochi? (domanda davvero intelligente N.d.R.)
Hwang Dong-hyuk: Visto che le serie con argomenti troppo dark e cupi diventano difficili da guardare, ho cercato di rendere Squid Game anche più divertente, in modo che possa piacere a un vasto pubblico. Questo era il primo punto che volevo sottolineare. In secondo luogo, vorrei aggiungere che, in questa seconda parte ci sarà il ritorno di Gi-Hun nella stessa isola dove è stata girata la stagione precedente. Si ripresenteranno i dormitori, le scale intrecciate colorate, e le stanze dei giochi con nuove sfide da scoprire, ma ovviamente non finisce qui, e troverete nuovi elementi, più o meno familiari.
LCG: La mia domanda non si basa sulla seconda stagione, ma sulla notizia che sta girando riguardo un nuovo adattamento di Squid Game americano. Volevo sapere le vostre opinioni e se, secondo voi, questo show potrà funzionare in un contesto culturale diverso.
Hwang Dong-hyuk: Ho letto diversi articoli a riguardo, anche se non credo sia una cosa ufficiale per il momento. Non avrei molto da dire quindi, però amo David Fincher (il vociferato regista del remake N.d.R.) e il suo lavoro, quindi, se mai dovesse fare un remake o uno spin off di Squid Game, lo sopporterei sia come fan, che come creatore della “versione originale”. Sono molto curioso di scoprirlo.
LCG: Cosa ne pensate di questa ondata di innovazione che proviene dalla Corea, che ricopre e investe tutti i campi dell’intrattenimento, come la musica pop e i fumetti.
JJ: Sono molto grato che esempi come il pop, il drama, e il prodotto culturale coreano, vengano valorizzati a livello mondiale, mostrando la vera autenticità della cultura coreana, anche se, a parer mio, potremmo impegnarci maggiormente creando contenuti di maggior qualità. Al giorno d’oggi molte persone vengono a dirmi che vorrebbero venire in Corea, fare esperienze col cibo e girare tutto il paese, e devo ammettere che ciò mi rende molto felice.
LCG: La Corea ad oggi è una piattaforma creativa enorme: come si sente a far parte di tutto questo fermento culturale?
Ha-Joon: Essendo un attore, sono veramente fiero di far parte di tutto questo. Anzi, spero che andando avanti, altri contenuti come il K-pop assieme a tutta la cultura coreana e le sue storie, e anche con il mio lavoro, possano continuare ad esser condivisi ed apprezzati in tutto il mondo.
LCG: Vorrei sapere cosa ne pensa del reality Squid Game realizzato da Netlfix: pensa che sia un paradosso sviluppare un reality dallo show?
Hwang Dong-hyuk: Devo ammettere che ricevo spesso questa domanda. Netflix è il creatore di questo show sull’universo di Squid Game. Ho guardato qualche episodio del reality, e vedere persone in carne ed ossa cimentarsi soprattutto nel gioco dei Dalgona, mi è sembrato apparentemente un paradosso. Mi sono chiesto se trasmettesse lo stesso messaggio che Squid Game vuole mandare. La serie non è un mezzo di propaganda, non voglio illuminare su niente. Questa è una critica al sistema capitalistico ma è comunque un prodotto creato all’interno di questa società. Io ho venduto il contenuto a Netflix che lo ha comprato. Non penso che il messaggio venga perso attraverso il reality show: perché se ci pensate il mondo mostrato nella serie, è lo stesso in cui viviamo tutti i giorni, dove tutto diventa profitto. Il fatto che il reality sia nato da questo universo, ne mostra ancora di più il messaggio di verità.
Il tempo è scaduto, chi sarà sopravvissuto alla sfida? Devo dire che complessivamente è stata un’esperienza unica, ci siamo veramente immersi all’interno dell’universo di Squid Game, ed è stato un onore poter conversare con il genio creatore di tutto questo, e chi lo ha interpretato davanti ad una telecamera per renderlo realtà. Ovviamente sono già pronta per la nuova stagione, che sarà disponibile su Netflix dal 26 dicembre di quest’anno. Chi vincerà il bottino finale?