Hardware-Test

Soundcore Flare 2

di: Ivan Caregnato

Si può senz’altro dire che la serie Flare sia stata, in questi anni, uno dei cavalli vincenti di Anker per il suo sub-brand SoundCore.

Dentro a questa è riuscita a raccogliere ottimi speaker, dotati di un’ottima qualità audio e venduti a prezzi altamente competitivi, soprattutto se paragonati a brand più blasonati come Bose.

Sono state tante le declinazioni che si sono succedute nei mesi, ciascuna dotata di feature aggiuntive, oppure di tagli differenti in termini di dimensioni. Da pochi mesi si è affacciata sul mercato la seconda generazione dei Flare “lisci”, ovvero Flare 2. Ne abbiamo ricevuto un campione da testare, di seguito le nostre impressioni.

https://youtu.be/Jd71rdXTq7c

Migliorare il modello Flare era difficile, diciamocelo. Fin dagli esordi si è distinto per essere uno speaker dalle dimensioni compatte, capace di generare un ottimo suono a 360° con bassi decisi e caratterizzato da un cerchietto di luce posto alla base che pulsava a in base al suono riprodotto. Un prodotto giovane e dinamico, proprio come il pubblico a cui era rivolto.

Con questa seconda generazione SoundCore si limita innanzitutto a non stravolgere un prodotto già vincente, ma lo va semplicemente a migliorare.

Il form-factor rimane pressoché invariato, del resto è divenuto abbastanza “iconico” e proprio del prodotto, cosicché le dimensioni pari a 16cm in altezza per 9cm alla base, per un peso complessivo di 600gr circa. Rispetto al precedente modello fa capolino però un secondo anello di luce, posto questa volta sulla parte superiore del prodotto che, nelle intenzioni, dovrebbe andare ad illuminare verso l’alto…verso il soffitto, proiettando fasci di luce generata dai numerosi LED RGB presenti all’interno dello stesso.

Vanno detto due cose su questi due anelli: innanzitutto sembra che ci siano al loro interno molti più LED rispetto ai modelli precedenti: l’effetto è molto più preciso e bello da vedere, restituendo un maggior numero di colori e decisamente più definiti. Seconda cosa: il tutto è programmabile a piacere, sia come beat che come colori (con 6 modalità già programmate, personalizzabili)…oppure disattivabile, nel caso diano fastidio o non siano graditi.

Pur non apportando significativamente nulla di nuovo, se non accessorio, rimane comunque una gradita introduzione dal mio punto di vista.

La novità invece più interessante è il supporto a quella tecnologia che è stata battezzata PartyCast: si potrà infatti accoppiare più unità Flare 2 tra di loro, in modalità daisy-chain. Ad una unità master saranno associabili fino a 100 altri Flare 2 (e solo questi, non c’è compatibilità con altri modelli precedenti) per un effetto audio video che dovrebbe sulla carta essere veramente bello da vedere e sentire. Ovviamente, possedendo una sola unità, non ho potuto provare questa feature, per cui dobbiamo fare un atto di fede.

Stessa cosa direi valga la pena fare per testare la certificazione IPX7 che, ricordo, dovrebbe sulla carta assicurare la piena funzionalità del dispositivo dopo 30 minuti di immersione totale all’intero di un liquido: mi fido, ma preferisco non testare di proposito questa caratteristica.

Per il resto sono presenti 5 tasti a pressione sulla parte superiore che, come per i modelli precedenti, non si capisce molto bene la loro funzione fintanto che non li si guarda in controluce. Aver messo un po’ di vernice chiara per renderli più riconoscibili non avrebbe guastato. Con questi  tasti potete: alzare/abbassare il volume, avanti/indietro per le tracce audio/attivazione assistente vocale/rispondere alle chiamate in entrata, cambiare beat o disattivare del tutto il fascio dei LED e accendere/spegnere il dispositivo. Sono presenti poi altri due tasti fisici a lato del prodotto, uno utile per l’abbinamento manuale bluetooth con altri dispositivi audio o per la connessione PartyCast di cui si parlavamo poche righe sopra, mentre l’altro per abilitare o disabilitare il BASS BOOST (enfatizzando i bassi, per un suono più deciso).

Esiste un unico tipo di abbinamento che è quello Bluetooth con supporto al 5.0. Sparisce l’entrata AUX (che molti ancora gradiscono) mentre la ricarica viene effettuata tramite USB-C (cavo incluso). L’app ufficiale di SoundCore svolge un importante ausilio per l’accoppiamento, configurazione e aggiornamento firmware del prodotto ed è l’unico modo per modificare l’equalizzatore sonoro, dando la possibilità di scegliere tra alcuni preset già impostati, e programmare le 6 modalità previste per i LED all’interno dei due anelli. Il passaggio invece tra le 6 modalità LED di default può essere gestito comodamente con il tasto preposto all’uso che trovate nella parte superiore del prodotto.

Parlando di audio ed esperienza d’uso, Flare 2 rimane, come i modelli precedenti, sempre un gran bel speaker, capace di riempire una stanza di medie dimensioni senza fatica e senza distorsioni di nota. È un prodotto che non arriva mai ad essere tamarro nel suo modo di interpretare la musica, ben adatto per feste all’aperto o, a questo punto, a bordo piscina. La potenza complessiva si assesta sui 20W, mentre l’autonomia dichiarata da SoundCore è pari a 12 ore di riproduzione continua.

Nelle intenzioni di Soundcore andrà a rimpiazzare il Flare liscio, quindi anche come posizionamento economico lo si troverà grossomodo sotto gli 80€…alcune feature in più, offerte allo stesso prezzo del precedente modello, a conti fatti.

Se possedete già il modello precedente non vedo francamente motivo per passare a Flare 2 se non quello veramente fico dell’accoppiamento fino a 100 dispositivi (posso pensare, ad esempio, al sincronizzare diverse dispositivi situati nelle varie stanze di una casa, per creare una sorta di diffusione sonora a basso costo). A livello di resa sonora non ho notato stravolgimenti ed il led superiore non è di certo una introduzione in grado di far vendere da sola questo speaker.

Se invece siete alla ricerca di uno speaker Bluetooth dotato di un rapporto qualità prezzo molto buono beh, non posso che consigliarvi SoundCore Flare 2.