Anthem – Il mondo condiviso secondo Bioware
di: Luca SaatiAnthem, la nuova IP di Bioware e Electronic Arts, è protagonista di un enorme speciale di Game Informer. Il gioco infatti sarà protagonista del numero di Luglio della nota rivista. Cerchiamo così di fare un resoconto di tutte le informazioni rivelate da Game Informer in questa anteprima.
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Il focus di Anthem è sul gameplay co-op in un mondo condiviso. Nonostante tutto, il concept è strettamente legato all’eredità di Bioware con un comparto narrativo capace di tenere incollato il giocatore allo schermo. I lavori sono iniziati nel 2012, dopo il lancio di Mass Effect 3, con un piccolo gruppo dedicato allo sviluppo di una nuova IP in grado di portare verso una nuova direzione il team. Anthem è un gioco a servizio, per questo motivo Bioware ha assicurato di voler supportare a lungo il progetto con tanti nuovi contenuti post-lancio.
Il mondo di Anthem è molto vasto. Alle sue origini ci sono degli dei conosciuti come Shapers che usavano una tecnologia chiamata Anthem of Creation per formare il pianeta. Quando gli dei se ne sono andati per ragioni sconosciute, hanno abbandonato il lavoro senza portarlo a termine. La loro eredità è sparsa ovunque nel mondo di gioco grazie ai numerosi frammenti di tecnologia Shaper. Questi sembrano attivarsi casualmente provocando cambiamenti catastrofici nel mondo e creando un ambiente ostile che rende la vita quotidiana una lotta costante. Ma questa storia, spiega Bioware, è solo una delle tante teorie e leggende che ruotano attorno questo pianeta. Nessuno ha delle risposte certe, ognuno ha delle differenti opinioni con diversi gruppi, sette e organizzazioni sparse nel mondo che sono alla ricerca di risposte. L’unica cosa certa è che ci troviamo in un mondo pericoloso. Per combattere i pericoli, gli umani si sono allenati per diventare Freelancers, individui armati di speciali armature chiamate javelin. Game Informer paragona queste armature ad Iron Man visto che permettono di volare ovunque e sono armate fino ai denti.
All’inizio del gioco sarà possibile personalizzare il proprio eroe nel menù di creazione e completare il tutto con il proprio javelin. Quando si inizia il gioco, l’ordine dei freelancer sta passando un brutto momento perché non è rispettato come dovrebbe essere. Hanno avuto una storia enorme, un grande passato, ma non stanno facendo grandi progressi. L’ordine ha qualcosa da dimostrare. C’è una minaccia emergente nel regno settentrionale. Un gruppo di umani malvagi chiamati Dominion che vogliono sfruttare la tecnologia Shaper mettendo a rischio la sopravvivenza di tutti. Inoltre ci sono gli invasori chiamati Scars a peggiorare la situazione. Ci sono tanti misteri che vanno a caratterizzare la storia di Anthem. Ci sono tutte le basi per una campagna davvero interessante, ma anche il potenziale per espandersi in numerose direzioni nel periodo post-lancio.
Fort Tarsis è l’insediamento umano sul pianeta e la principale base operativa dove personalizzare il Javelin, preparare l’equipaggiamento, parlare con gli abitanti e non solo. Fort Tarsis non è un hub dove incontrare altri giocatori, ma è un rifugio privato paragonabile alla Normandy di Mass Effect. In questa base quindi potrete interagire con i personaggi e scoprire nuovi dettagli sulla storia, se non addirittura portare avanti la trama. Questo spazio narrativo personale cambia a seconda delle scelte fatte durante il gioco che possono avere conseguenze piccole e grandi. È proprio in questi aspetti che Anthem si ricollega a una narrativa tradizionale di un gioco singleplayer. Casey Hudson, boss di Bioware, ha dichiarato:
“Quando sei nella base, questa è la tua storia. Poi vai a fare le missioni in un mondo dinamico e condiviso con gli altri giocatori. Sei lì fuori a fare delle cose che avranno un impatto sulla storia, ma la tua storia in realtà è quella di un gioco singleplayer, e sarai tu a decidere cosa succederà dopo.”
Questa area è quindi popolata da personaggi con cui interagire e costruire relazioni. Una volta usciti da Fort Tarsis si entra nel mondo condiviso.
In Anthem si inizia con un Javelin di classe Ranger molto versatile che può rappresentare la classica via di mezzo. Successivamente ci si può specializzare: il colosso (Colossus) è pesantemente corazzato, tempesta (Storm) sfrutta energia elementale per attaccare, e infine abbiamo Interceptor di cui non sono stati diffusi dettagli. Ogni classe ha i suoi attacchi in mischia, manovre difensive e offensive. Ogni Javelin può equipaggiare due armi e due pezzi di equipaggiamento. Non si avrà una libertà completa visto che ogni classe può utilizzare una gamma di strumenti in grado di esaltare le loro abilità. Il Ranger ad esempio può usare granate criogeniche, il colosso può impugnare mitragliatrici pesanti. Ci saranno anche personalizzazioni estetiche dei Javelin oltre a quelle funzionali. Bioware paragona la personalizzazione a quella di un’auto. Bioware assicura inoltre che si potrà passare da un Javelin e l’altro, di conseguenza non sarete obbligati a ricominciare il gioco per scegliere un’altra classe. Per effettuare il passaggio basta andare a Fort Travis o sullo Strider, una base mobile. I potenziamenti del Javelin rimangono legati ai Javelin, mentre il miglioramento delle abilità del pilota si applica universalmente a tutti i javelin. Ad esempio potenziando il pilota potrete sbloccare la capacità di volare per più tempo, abilità utilizzabile poi in ogni javelin.
Piccola nota sulle microtransazioni: niente lootbox e niente pay-to-win. Le microtransazioni permetteranno di accedere solo ad elementi estetici.
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Il comparto cooperativo supporta 4 giocatori. Ovviamente bisognerà collaborare e creare un team equilibrato visto che nessun javelin è equipaggiato per gestire ogni situazione. Ad esempio il javelin tempesta può usare le abilità elementali per danneggiare i nemici o esporre vulnerabilità. Un fulmine lanciato in una pozza può fare danni ai nemici con i piedi nell’acqua permettendo così al ranger di massimizzare i danni. Il colosso può proteggere i compagni con uno scudo. Quando le abilità interagiscono tra loro si ottengono bonus aggiuntivi: il sistema ricorda un po’ Mass Effect quando si ottenevano letali combo utilizzando i poteri di due personaggi.
In Anthem ci saranno una serie di eventi dinamici a cui partecipare insieme agli amici: una creatura terrificante è apparsa nel mondo di gioco o una tecnologia Shaper è stata attivata. Sarà possibile anche esplorare liberamente il mondo di gioco senza un obiettivo specifico. Si possono raccogliere materiali per gli artigiani o completare compiti minori. Il mondo è grande e senza soluzione di continuità, non ci sarà nessun caricamento tra una zona e l’altra. Ogni zona ha il suo ecosistema con le sue creature e caratteristiche uniche. Non mancheranno ovviamente vere e proprie quest che ci verranno affidate dagli agenti. Ci sono anche roccaforti paragonabili ai raid e ai dungeon. Affrontando versioni più difficili delle roccaforti si otterrà bottino migliore.
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Bioware sta lavorando sodo per raggiungere il giusto bilanciamento per quanto riguarda la sfida cercando di venire incontro anche ai lupi solitari. Per quanto riguarda la parte co-op, Bioware vuole eliminare alcuni problemi comuni come giocatori che si disconnettono nel mezzo di una missione. Per farlo vuole semplificare il più possibile il multiplayer dando la possibilità di vedere chi sta affrontando una missione tramite la semplice apertura della mappa. Se trovate una sessione aperta potete unirvi alla squadra. In alternativa potrete aprire liberamente le vostre sessioni ed accogliere altri giocatori. Presente anche un sistema di notifica per avvisare gli amici, un sistema di inviti, i classici filtri per rendere una sessione pubblica o privata, e infine l’opzione per unirsi a partite già in corso. Inoltre Bioware ha spiegato che le missioni sono sempre molto chiare così da non costringere i giocatori a comunicare continuamente tramite chat vocale. Inoltre Bioware vuole cercare di non creare troppa disparità tra giocatori di livello basso e livello alto che giocano insieme. Indipendentemente dal livello di potenza, ogni giocatore si sentirà in grado di fare la stessa quantità di danni, la vera differenza sarà nei gadget e nelle abilità a disposizione di ognuno. Insomma l’obiettivo di Bioware è quello di far sentire tutti i giocatori utili alla causa ed evitare momenti in cui i più deboli si nascondono mentre i più forti si caricano il peso della squadra sulle spalle.
La grande mobilità offerta dai javelin apre nuove opzioni di combattimento. I giocatori saranno quindi in grado di sfruttare la verticalità, potranno volare tra le gambe di un titano e non solo. Lo spettro di possibilità offerte dal combat system sembrano piuttosto ampio. Le tute volanti fanno sentire i giocatori come un supereroe, mescolando il tutto a elementi tipici degli shooter in terza persona e altri tipici degli RPG come le differenti abilità a disposizione di ogni javelin.
Nonostante diversi mesi che separano il gioco dall’uscita, Bioware sta già pensando all’endgame affermando che finire la storia è solo l’inizio del viaggio. In pratica finire il gioco vuole dire essere diventati Freelancer, è qui che il gioco si apre offrendo tante cose da fare. Ovviamente non manca la caccia al bottino più raro, Biwoare vuole assicurarsi di ricompensare davvero i giocatori. Ci saranno poi degli elementi social grazie al sistema di allenza di cui al momento non sono stati diffusi ulteriori dettagli. Su una cosa Bioware sembra però essere sicura: i giocatori non dovranno aspettare sette mesi per aggiunte massicce perché Anthem avrà aggiornamenti regolari. Sicuramente poi il feedback dei giocatori sarà cruciale nella direzione in cui Anthem dovrà andare in futuro.
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In conclusione
Anthem è qualcosa di completamente inedito per Bioware, ma allo stesso tempo presenta elementi di familiarità in grado di tranquillizzare i fan della software house. È vero stiamo parlando di un gioco a servizio come Destiny e The Division che punta tantissimo sulla componente multiplayer, tuttavia Bioware sembra essersi impegnata moltissimo per offrire un gioco con una forte componente narrativa in grado di entusiasmare quei lupi solitari che vogliono semplicemente godersi una grande storia. E poi chissà, magari grazie ad alcune semplificazioni della componente multiplayer, quei lupi solitari riusciranno finalmente ad apprezzare quegli elementi tipici dei videogiochi multiplayer cooperativi. Dal punto di vista del gameplay, Anthem sembra avere tutte le carte in regola per offrire qualcosa di fresco grazie alla mobilità offerta dal javelin in quello che sembra uno shooter con elementi RPG molto tradizionale. Il 22 Febbraio 2019 è ancora lontano, ma da qui all’uscita ci saranno sicuramente le occasioni per rivedere il gioco se non addirittura provarlo grazie magari a qualche beta nei prossimi mesi.