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Recensione Rise of The Guardians

A ridosso delle festività natalizie le sale si riempiono, oltre che di cinepanettoni, di numerosi film d’animazione. Il mercato videoludico non rimane certo a guardare e, anzi, ne segue la scia rilasciando, ove possibile, tie-in ispirati proprio a queste pellicole. Uno di questi, anche se ormai probabilmente non lo troverete nella programmazione del giorno, è Rise of The Guardians, meglio conosciuto nel nostro paese come Le 5 Leggende.

di: Chris "matetrial" Calviello

A ridosso delle festività natalizie le sale si riempiono, oltre che di cinepanettoni, di numerosi film d’animazione. Il mercato videoludico non rimane certo a guardare e, anzi, ne segue la scia rilasciando, ove possibile, tie-in ispirati proprio a queste pellicole. Uno di questi, anche se ormai probabilmente non lo troverete nella programmazione del giorno, è Rise of The Guardians, meglio conosciuto nel nostro paese come Le 5 Leggende.

Aiuto, l’Uomo Nero!

Ispirandosi all’ultimo lungometraggio Dreamworks, il titolo offrirà ai giocatori la possibilità di impersonare uno delle cinque leggende: Jack Frost, Sandman, Calmoniglio, Dentolina e Nord. Rise of The Guardians andrà così a ripercorrere la lotta dei cinque protagonisti contro il cattivo di turno, in questo caso l’Uomo Nero. Il modo in cui lo fa, però, non è assolutamente degno di un videogioco ispirato ad un film. La progressione della trama è infatti abbastanza lenta e si affida a delle cut-scene di disegni abbozzatti che si esauriscono in pochi dettagli. Ad un pubblico più infantile, che cercano un semplice divertimento spensierato, questo importerà poco. L’unica cosa che possiamo salvare in questo ambito è il level design, in grado di offrire ambientazioni credibili e ricche di segreti da scoprire. Il mondo ricreato è stato suddiviso in cinque zone, ognuna ispirata ad una leggenda. Avendo la possibilità di completarli nell’ordine che più ci aggrada, si va a perdere quell’ordine cronologico dei fatti a cui abbiamo assistito nelle sale. Anche se, non essendoci una buona base di regia, la cosa non ci tocca più di tanto.

Semplicemente semplice

Se a livello narrativo non siamo rimasti soddisfatti, la concentrazione, sia nostra che del videogiocatore, va a spostarsi sul gameplay, strutturato secondo le regole di un hack’n’slash con visuale isometrica, con tanto di componente cooperativa e ruolistica. La prima offre la possibilità agli amici di entrare ed uscire dal gioco in qualsiasi momento semplicemente premendo un tasto e impersonando una delle leggende. Sarà poi possibile switchare tra i personaggi per scegliere in qualsiasi momento quale utilizzare. Uccidendo a suon di combo i vari nemici e portando a termine i vari obiettivi, otterremo dei punti esperienza da poter spendere per potenziare caratteristiche come attacco, difesa e velocità ma non solo: ci saranno infatti anche delle abilità e mosse peculiari da sbloccare per ogni personaggio. Sarà infine possibile attivare fino ad un massimo di tre abilità passive attraverso l’uso di particolari gemme.
Secondo queste regole dovremo portare a termine diversi compiti in ognuna delle cinque zone del mondo, in modo da spianare la strada verso l’inevitabile scontro finale. E qui incombe un grave difetto del gioco. Gli obiettivi si riducono a sconfiggere orde di nemici, liberare degli ostaggi o trovare oggetti nascosti (e sono tanti, almeno). Si capisce bene come tutto questo impasto possa essere interpretato come una pressione forsennata del tasto d’attacco. Dal momento che non è possibile regolare il livello di difficoltà che è già abbastanza basso, basti sapere che il tasto relativo alla parata risulterà del tutto immacolato al termine del gioco. Questo per farvi capire quanto il livello di sfida sia estremamente accessibile e di come, già nell’immediato, il titolo risulti molto ripetitivo.
In sintesi, il tutto è stato studiato a misura di bambino. Un pubblico leggermente più grandicello sicuramente non potrà gustare un’offerta simile; al contrario, uno più infantile sicuramente non si farà tanti problemi una volta immerso nel mondo di Rise of The Guardians.

Magra sufficienza

Sotto l’aspetto puramente tecnico il titolo si attesta su livelli non del tutto sufficienti. Un giudizio che poggia le sue basi sul fatto che a ridosso del 2013 non è possibile accettare una qualità simile. Tuttavia per il target a cui rivolto si può dire sia accettabile, anche se sono presenti vistosi quanto inspiegabili, per via delle circostante, cali di frame rate durante l’aggiornamento del punteggio e in modalità cooperativa.
Per quanto riguarda il comparto sonoro si può fare un discorso del tutto simile, evidenziando come il doppiaggio, pur essendo in italiano e non di scarsa qualità, non corrisponda a quello originale della pellicola. Una cosa che potrebbe far storcere il naso, dato che non è la cosa più normale del mondo sentire una voce nelle sale e un’altra nel videogioco.

“Mamma me lo compri?”

Rise of The Guardians è un tie-in che rispetta tutti i canoni del genere. Si limita a fare il suo compitino cercando di accontentare, neanche più di tanto, i numerosi fan che hanno assistito alla bella pellicola Dreamworks. Il titolo è quindi da consigliare esclusivamente ad un pubblico giovanissimo, anche considerando un gameplay molto semplicistico e una narrazione tutt’altro che esaltante. In poche parole, astenersi tutti gli altri.