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Recensione Recensione di Williams Pinball Classics

Recensione di Williams Pinball Classics di Console Tribe

di: Giovanni Manca

Prima di farci largo all’interno della pirotecnica sala arcade Williams messa in piedi da Farsight Studio (Brunswick Pro Bowling, Game Party in Motion) per System 3, è il caso di fare un breve escursus storico sul mondo del flipper. Del resto siamo sicuri che, se non fosse stato per i vari videogame apparsi sulle nostre console negli ultimi anni, gran parte dei player moderni non avrebbe mai sentito nominare questo favoloso gioco di abilità.
Incredibile a dirsi ma le radici risalgono addirittura al XVII° secolo, quando i nobili francesi inventavano qualsiasi cosa pur di non lavorare; è solo dopo gli anni ’50 del secolo scorso che i locali statunitensi, francesi e italiani furono letteralmente invasi da sfavillanti tavoli elettromeccanici di marche che, ben presto, divennero celebri, tra cui appunto l’americana Williams. Oggi hanno tutti chiuso i battenti, tranne la Stern di Chicago che ha recentemente proposto ai grandi appassionati i flipper, come da tradizione, dedicati ai celebri film: Tron, Avatar, Iron Man e Shrek.
Paradossale come siano i videogame, sostanzialmente artefici della morte dei flipper nelle sale, a dare nuova linfa vitale a tale gioco; percorre questa strada anche Williams Pinball Classic per Xbox 360: facciamo insieme un tuffo nel passato grazie ai tredici tavoli presenti nel titolo.

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Tilt!

Lo scopo del gioco è piuttosto semplice: il giocatore ha tre biglie d’acciaio, da utilizzare una alla volta, per totalizzare il punteggio più elevato possibile; l’abilità non consiste tanto nell’evitare che la biglia cada al centro dei due flipper (le due pinne controllate dal giocatore), piuttosto nel riuscire ad indirizzare la stessa nei percorsi utili per realizzare le combinazioni utili a ottenere i vari bonus del tavolo: multiball, save ball, extra ball, moltiplicazioni esponenziali del punteggio. Strano da dirsi al giorno d’oggi ma un’espressione di abilità consiste nel colpire con la giusta forza il tavolo stesso (spinte, calci e pugni) in modo da forzare la fisica della biglia, spesso in bilico in zone pericolose tra la salvezza e il baratro; “giusta forza” perché il tavolo può tollerare fino ad un certo punto tali “violenze”, dopo il quale si va in Tilt, ovvero il freeze completo di tutte le funzioni del tavolo stesso, con blocco dei flipper, perdita della biglia e annullamento dei bonus accumulati. Il tilt viene “calcolato” dal tavolo grazie ai movimenti di un pendolo inserito all’interno del foro di una piastrina o di una biglia inserita in una rotaia in grado di chiudere il circuito del tilt stesso. In un videogioco come Williams Pinball Classic tutto quello che abbiamo sommariamente descritto è simulato dalla CPU: è chiaro dunque che la qualità del gioco è direttamente proporzionale al grado di realismo e fedeltà raggiunti.

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The Arcade

Come abbiamo detto in precedenza, la collection di System 3 propone tredici tavoli che hanno segnato la storia della Williams dal 1970 alla fine degli anni ’90. Trent’anni significano una notevole evoluzione del gioco e della sua complessità, soprattutto a cavallo tra la fine degli ani’80 e ’90: all’interno della sala Williams si va così da un tavolo molto semplice come Jive Time e Gorgar, senza rampe e con due sole “pinne”, a flipper decisamente articolati come Funhouse, Medieval Madness, Tales of the Arabian Nights e No Good Gofers, con molteplici percorsi e tre o quattro “pinne”. I grandi appassionati dei tavoli Williams forse storceranno la bocca a causa dell’assenza di tavoli cha hanno fatto letteralmente la storia, come High Speed, Comet, Star Trek: The Next Generation, Monster Bash e White Water, ma dobbiamo sottolineare come i tredici tavoli presenti abbiano tutti gli elementi per soddisfare, dal punto di vista del gameplay vero e proprio, le esigenze sia degli “aficionados” sia di chi si avvicina per la prima volta al mondo del flipper.
All’interno della sala ci si può muovere liberamente all’interno delle tre aree, ma è possibile giocare ad alcuni tavoli solo spendendo un certo numero di crediti, accumulabili durante le fasi di gioco, in particolare nella modalità challenge. Questa consiste nell’affrontare consecutivamente tutti i tavoli e raggiungere un punteggio minimo in ognuno di essi avendo a disposizione tre tentativi.
All’inizio di ogni partita, è possibile visualizzare i flyer del tavolo ma soprattutto vedere ed ascoltare un briefing del tavolo stesso che illustra la storia, le rampe, i percorsi, i bonus, i goal e vari suggerimenti per ottenerli. I pulsanti dorsali controllano i flipper del tavolo, lo stick destro la molla di avvio, lo stick sinistro il Tilt, i pulsanti colorati per la regolazione delle visuali: a proposito di quest’ultimo aspetto, segnaliamo purtroppo come non sia possibile, nel menù delle opzioni, regolare una visuale diversa da quella di default.

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Physique du rôle

Simulare con fedeltà la fisica di tutti i componenti elettromeccanici di un vero tavolo è un obiettivo imprescindibile di qualsiasi videogame dedicato al Flipper; nel caso di Williams Pinballa Classic il team di sviluppo ha fatto un ottimo lavoro anche se, per quanto riguarda la realizzazione della biglia, abbiamo visto titoli migliori, come ad esempio Pinball FX e il suo sequel. La sensazione che cattura l’occhio è un effetto grafico (non fisico dunque) di “rotolamento” piuttosto insufficiente, a causa probabilmente di una realizzazione dei riflessi sulla biglia stessa non proprio eccellenti.
Soprattutto nei tavoli molto complessi e colorati, questo problema quasi trasforma la biglia in un elemento esterno, rendendo complicato per l’occhio seguire i suoi movimenti. Nulla di tragico comunque, ma si poteva fare di più.
Ottima la realizzazione grafica dei tavoli, molto fedeli rispetto agli originali, con tanto di stikers e gettoniere. Ancor di più ci ha soddisfatto l’aspetto sonoro, soprattutto gli effetti di ogni singolo tavolo, che trasportano i vecchietti indietro nel tempo nelle fumose sale di un tempo.

Insert Coin

Quello che a ragione può sembrare un titolo di nicchia, riservato esclusivamente agli appassionati, in realtà è la sintesi del divertimento in un videogame. Praticamente impossibile non trovare un tavolo, tra i tredici disponibili, che stimoli la sfida personale, Williams Pinball è assuefacente come un flipper da sala: non vogliamo di certo affermare che non ci sono differenze tra realtà e simulazione videoludica ma, voi, avete lo spazio per un vero flipper? Se la risposta è affermativa, beh, l’invidia è tutta nostra, per gli altri invece Williams Pinball Classic è una discreta alternativa.