Recensione Recensione di Just Dance 3 (Kinect)
Recensione di Just Dance 3 (Kinect) di Console Tribe
di: Federico LelliI titoli dedicati al ballo sono stati sin dall’inizio una scelta decisamente indovinata per il Kinect: ottimi come party game, sfruttano pienamente la mappatura completa del corpo e le possibilità di interazione offerte dalla periferica Microsoft.
La serie di Just Dance, che per i limiti espressi dal wiimote Nintendo è sempre stata più un rhythm game per tutti che un simulatore di danza, esordisce così con il terzo capitolo nel nuovo mondo del motion-control full-body, un territorio che vanta già una discreta concorrenza.
Si balla!
Accolti da un menù semplice ed intuitivo, navighiamo le varie voci con la mano destra e usiamo la sinistra per tornare indietro, mentre per la conferma ci basta muovere le mani verso il centro del corpo. La modalità principe è ovviamente quella definita Dance dove possiamo lanciarci subito in pista scegliendo traccia e difficoltà: la lista, disposta alfabeticamente, indica la difficoltà tecnica e il coefficiente di fatica richiesto da ogni canzone; nella schermata successiva possiamo invece alzare una mano se ci sentiamo dei provetti ballerini per muovere così anche la parte inferiore del corpo. È qui che passeremo la maggior parte del nostro tempo a ballare cercando di accumulare punti Mojo per sbloccare nuove tracce e i remix.
Oltre a questi tra le varianti offerte ci sono le playlist, con selezioni preimpostate di brani già divisi per genere e tipo, e due liste shuffle dove possiamo ballare ininterrottamente su canzoni casuali anche in forma ridotta; inoltre figura una modalità chiamata Sweat dove il nostro compito è appunto quello di sudare il più possibile a ritmo di musica.
L’integrazione con il multiplayer è istantanea e non ci fa perdere tempo nelle schermate di selezione: è infatti sufficiente farsi rilevare dal Kinect per cominciare a giocare anche a traccia iniziata. Ognuna delle canzoni in lista è giocabile fino a un massimo di quattro persone disposte a zig-zag nell’area di gioco, e non mancano coreografie specifiche con passi a due o a quattro e con interazioni specifiche tra i vari personaggi.
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L’interfaccia, chiara ed immediata, presenta al centro il ballerino o, in caso di ballo di gruppo, l’intera compagnia di danza e riserva alla zona inferiore destra i passi, da eseguire quando l’omino stilizzato arriva sopra l’indicatore; sempre in basso ma a sinistra troviamo i testi delle canzoni, utili per chi volesse acquisire ulteriori punti cantando; nella parte superiore troviamo i punteggi di ogni giocatore mentre nell’estrema sinistra vediamo la nostra sagoma rilevata direttamente dal Kinect.
Il nostro compito è quello di imitare a specchio le mosse del nostro personaggio corrispondente, la valutazione dei movimenti e il consecutivo punteggio sono assegnati automaticamente in base all’accuratezza con la traccia proposta; andremo così a riempire un indicatore che va da una a cinque stelle, il totale a fine esibizione si sommerà al nostro punteggio Mojo.
Novità assoluta per la serie è la presenza di una modalità denominata Create che sfrutta la telecamera del Kinect per rilevare i nostri movimenti e farli diventare una coreografia che possiamo salvare, ripetere e condividere tramite il live.
Le grafiche ipersature e le luci al neon riempiono di sfavillanti colori le sagome dei ballerini, come al solito private di ogni segno distintivo ma sempre ben riconoscibili e dai movimenti chiari e precisi; le stesse tonalità (con risultati più o meno soddisfacenti) sono utilizzate nella modalità Create per simulare la nostra figura sullo schermo. Per il resto non si può parlare di una vera e propria grafica visto che praticamente tutte le modalità di gioco sfruttano il codec Bink per proporci dei filmati in HD non interattivi ai quali sono sovraimposti i punteggi e la nostra figura.
Impossibile non citare l’estensiva tracklist che comprende ben 51 tracce che riusciranno sicuramente a fare felice ogni pubblico: dai successi anni ‘80 come Take on Me e Venus al pop più recente di Britney Spears e Katy Perry, passando per indimenticati successi da discoteca come Da Funk e Hey Boy Hey Girl, si arriva addirittura a chicche decisamente inaspettate come Spectronizer, una sigla in pieno stile Sentai, o Let’s Go to the Mall, il primo singolo di Robin Sparkles direttamente dalla serie americana How I Met Your Mother; il tutto su coreografie ad hoc sempre divertenti e varie.
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Un passo al buio
Se tutto il prodotto fosse in linea con la tracklist sicuramente saremmo davanti ad un capolavoro indiscusso del genere rhythm game, purtroppo Just Dance 3 pecca proprio in uno dei reparti più importanti, quello del controllo e della compatibilità col Kinect.
A partire dai menù, decisamente troppo “ispirati” a Dance Central, vediamo infatti come a volte si faccia fatica a selezionare le voci e come molto spesso basti un movimento non voluto per navigare tra le schermate. Lo stesso rilevamento nella fase di danza è casuale e poco responsivo, un problema abbastanza insormontabile al quale dobbiamo aggiungere la mancanza di un feedback diretto: il gioco infatti sembra essere volutamente molto gentile e permissivo con gli aspiranti ballerini ma non fa niente per offrire una mano in caso di errore se non segnalarci che abbiamo sbagliato con una “X” rossa. Neanche il tutorial ci viene incontro visto che è uguale alla modalità normale ma senza punteggio.
Il fatto di aver tarato il titolo in modo da essere accessibile a tutti sin da subito tende a vanificare anche l’interessante aggiunta della modalità Create: che da potenziale strumento per inventare le proprie coreografie da riproporre agli amici finisce per essere solo una raccolta di video personalizzati.
Si fa molta fatica anche a cercare un certo tipo di progressione: non è presente infatti una carriera classica e le coreografie che vediamo sono sempre le stesse, anche perché tra i due livelli di sfida l’unica differenza è l’utilizzo o meno degli arti inferiori.
Abbastanza seccante infine anche il fatto di non poter ordinare le canzoni usando discriminanti più utili dell’alfabeto, tipo il livello di difficoltà o di attività di ogni traccia.
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Divertimento per tutti, o quasi
Just Dance 3 offre in una discreta confezione un party game buono, a tratti ottimo, per una toccata e fuga. Se volete giocare insieme ai vostri amici appassionati di ballo e avete il salotto spazioso può essere una buona idea provarlo tutti assieme: in mezzo al caos generato e ai colori brillanti sarà difficile notare quanto sia approssimativo il rilevamento e poco profondo il sistema di gioco proposto da Ubisoft, mentre sicuramente non mancheranno le lodi alla tracklist e alle coreografie deliranti.
Chi cerca qualcosa di più curato e con un’interazione più approfondita, e non una semplice scusa per fare quattro salti, è meglio che rivolga il suo sguardo altrove.