
Daredevil – Rinascita
di: Andrea CamprianiPer i più attenti qui, già dalla copertina in anteprima si nota un richiamo tra i più alti, ma mi si dirà che qui nello specifico del pezzo non si ragiona di albi a fumetti. Solo formalmente, specie in questi casi, e stavolta i fatti mi cosano (semicit.)

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Loro lore con tenuità
Long story short, almeno si comincia subito con gli anglismi dovendo – finalmente – ri-trattare proprio di storia tutta ambientata nella Grande Mela, la città che non dorme mai, New York City insomma Daredevil – Rinascita disponibile dal 5 marzo 2025 sulla piattaforma Disney+, segna il clamoroso comeback o ritorno che dir si voglia a dieci anni dalla prima di tre serie imprescindibili non solo per canonicità, precedentemente per Netflix, sul più noto legale dell’universo fumettistico Marvel e qui del MCU (ora si può rimarcare, non scontato fino ad allora), Avv. Matt Murdock aka il vigilante mascherato Daredevil, sempre interpretato dall’ormai in partissima Charlie Cox.

Non serve, spero soprattutto qui, anche solo introdurre il protagonista della storia, divenuto non vedente in giovanissima età a causa di un incidente grazie al quale però ha potuto acuire al massimo tutti gli altri sensi che gli consentono ascoltando, gustando e tastando sostanzialmente di vedere anche meglio di prima, il tutto unito ad un allenamento che lo rende appunto nel tempo il vigilante mascherato Daredevil, dietro al quale c’è appunto l’Avvocato Matt Murdock, spesso pro bono, del foro di New York city insieme al collega e sodale Foggy (Elden Henson) col quale fonda lo Studio Legale Nelson&Murdock.

Ripeto: recuperate categoricamente almeno le precedenti 3 serie di Netflix, perchè qui, nel primo dei 9 episodi di questa per ora prima serie su Disney+ (già a buon punto al momento e in lavorazione la seconda che si spera arrivi a stretto giro) si parte a schianto con un plot twist clamoroso che è il perno della trama. Interrompo ancor prima di iniziare la sinossi intenzionalmente, vi bastino le fote tipo quella di cui sopra dove si vede anche Karen Page (Deborah Ann Woll).
L’uomo senza paura
Questo è il sottotitolo del nostro eroico personaggio ed omonima serie creata dal genio di Stan “The Man” Lee e Bill Everett ormai 61 anni fa, nell’aprile del 1964 e da allora di acqua sotto i ponti, compresi quelli iconici di NY, ne è passata eccome. “The Devil’s work is never done” recita invece il claim di Daredevil – Rinascita che già dal titolo richiama il capolavoro ormai quasi quarantenne dal genio di Mastro Frank Miller e David Mazzucchelli. Volete sapere di più, dai è scontato. Vi accontento centellinando le foto. Sappiate che Matt per la quasi totalità di questa serie, non si mette il costume da Diavolo, ma agisce prevalentemente come legale, in uno studio rimaneggiato, perchè stavolta centrale è la politica. Vi immagino stupiti. Eppure specie negli Stati Uniti ultimamente i criminali al potere sono l’ordinaria amministrazione. Qui almeno sono personaggi di finzione e furbi che i dazi non li impongono certo a casaccio.

Insomma, torna la qui presente nemesi di Murdock/Daredevil, il boss del crimine di New York “Kingpin”, sempre interpretato dal monumentale “ex soldato”, kubrickianamente parlando, Vincent D’Onofrio, doppiato sempre magistralmente dal fuoriclasse nostrano Luca Ward e relativa consorte first lady Vanessa (Ayelet Zurer) doppiata da Claudia Razzi che, insieme a Francesco Pezzulli per Charlie Fox, è una delle vecchie conoscenze che ritroviamo con, su tutte, alcune tra le migliori voci nell’ombra nostrane Perla Liberatori, Selvaggia Quattrini, Stefano Crescentini e soprattutto direi Simone D’Andrea…

Torna il villain per antonomasia di questa e non solo parte di MCU (ndr Kingpin torna precedentemente anche nella serie standalone Hawkeye dedicata post Endgame appunto ad Occhio di Falco; Daredevil invece, oltre al cameo in quella roba informe in un agglomerato di mero fan service quale è No Way Home e, anche più a vostro rischio e pericolo, insomma solo per stomaci forti se proprio volete recuperare anche quell’episodio di She Hulk… brrr a quel punto vi direi piuttosto di cercare di divertirvi quantomeno con Jessica Jones se non anche i Defenders che precedono la terza stagione Netflix di Devil) , ma lo fa, tenetevi forte, da eletto: è il Sindaco di New York. Lascio solo immaginare come si possa mettere da subito la situazione a livello di ordine pubblico con la polizia già corrotta, ora marcia fino al midollo sempre più in conflitto coi vigilantes, non necessariamente tutti buoni o anche solo benevoli, mascherati o meno.
Chiamo esercito
Cito il grande Max Paiella nei panni di un ex vero ahinoi primo cittadino capitolino quando non sapeva più dove mettere le mano durante meteo avverso 13-14 anni fa, ma già solo così di Daredevil – Rinascita spero davvero di aver reso l’idea del mood senza spoilerare troppo, che ci vuole veramente niente.
La serie, questa prima del nuovo corso Disney ideata da Dario Scardapane che succede a Drew Goddard di Netflix si caratterizza per un ritmo narrativo inizialmente lento, a tratti poi fin troppo frettoloso dove l’azione e la violenza anche splatter a tratti visto chi è coinvolto non vengono lesinati, ma con una attenzione particolare alla sostanza nella narrazione che vira bruscamente dal classico sociale in senso vago alla politica, quella più irrimediabilmente corrotta e collusa con la criminalità, manco a dirlo, in cui gli eroi, a partire dal nostro, sono da subito messi spalle al muro, poi al bando, ma si riconoscono e, in un crescendo, o cliffhanger finale come si suol dire, si ritrovano e riuniscono per fronteggiare la minaccia comune e riprendersi la loro città: New York. Hell’s Kitchen, Albany, il porto, la metro… sono solo alcune zone reali che vengono rammentate perchè una delle peculiarità della Marvel rispetto alla concorrente è sempre stata la precisa geolocalizzazione, e Daredevil&co. ne sono l’emblema.

Daredevil – Rinascita malgrado tutto, contando sulla migliore materia prima disponibile, anzitutto proprio in termini di personaggi che hanno pubblicazioni ormai pluridecennali alle spalle, con un focus sul tema sempiterno della giustizia – (fuori)legge, del nascondersi dietro maschere, ricompie il miracolo spero non solo a mio avviso sul fronte MCU (ancora non fosse chiaro siamo in continuità narrativa col resto del multiverso Marvel) di rialzare la qualità, o meglio proprio di poter riguardare, anche se seriale, un altro titolo Marvel degno. Siamo sempre dalle parti del crime, dunque il parallelo col gioiello recente della concorrenza The Penguin non è affatto peregrino. Non cincischiate e speriamo di non attendere troppo per la seconda stagione che si preannunzia già al fulmicotone. Come direbbe Matt Murdock dovendo celare le sue doti: non vedo l’ora.