X-Men ’97
di: Andy ReevienyDevo essere sincero: all’annuncio che Disney avrebbe messo mano anche sui mutanti di casa Marvel (ripresasene i diritti di sfruttamento in questo caso per audio-visivi avendo Disney acquisito 20th-21st Century FOX) ho messo in conto il peggio del peggio per i più recenti trascorsi del filone in live-action, oltretutto ambientando la serie in una decade per me con ben poco da ricordare anche a livello di audio-visivi: gli anni novanta. Forse però mai come stavolta sono stato contento di essere così smentito categoricamente dai fatti.
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A me, miei X-Men!
Così si intitola, tradotto letteralmente dall’inglese come anche i seguenti, il primo di dieci episodi che compongono questa serie iniziale (cui ne seguirà almeno un’altra già annunciata) X-Men ’97 disponibili dal 20 marzo 2024 sulla piattaforma Disney+ , serie dei Marvel Studios creata da Beau DeMayo, nome a regola già noto ai videoludici per la serie animata di The Witcher.
X-Men ’97 riparte dove si conclude Insuperabili X-Men serie animata ormai divenuta cult uscita negli anni novanta: la scomparsa del Prof. Charles Xavier, leader illuminato dei mutanti, il più potente telepate della terra, con al capezzale i suoi X-Men appunto, gruppo composito di mutanti che almeno nei componenti principali ormai dovrebbero essere ben noti anche al grande pubblico.
Dicevamo che Xavier, prima di uscire di scena, lascia ai nostri anti-eroi il compito di proseguire la sua missione, cioè promuovere l’integrazione tra mutanti e umani, dimostrando, malgrado l’odio, che la convivenza tra le specie non solo è possibile, ma auspicabile per una pace duratura e il progresso del pianeta terra tutto. Ritroviamo dunque, dall’inizio, personaggi iconici come Ciclope, Tempesta, questi de facto i leader carismatici e strategici dei mutanti e dalle prime storie su albi a fumetti, ovviamente Wolverine, Bestia, Jean Grey, Rogue, Gambit, Morph e anche personaggi nati più di recente come ad es. Alfiere, Sunspot, per non parlare dell’eterno amico-nemico del Prof. X in primis, Magneto, che stupisce tutti con una entrata ini scena a dir poco indimenticabile. Sui nemici che si susseguono non sto a dire per non spoilerare alcunchè. Anticipo solo che ce ne sarà veramente proprio per tutti i gusti, a partire dalle immancabili Sentinelle.
Figli dell’atomo
Il titolo X-Men conta ormai su più pubblicazioni ultra decennali da quando i geni di Stan Lee e Jack Kirby negli anni sessanta crearono forse gli anti-eroi per definizione, esseri che in maniera innata, prevalentemente durante la pubertà in adolescenza, sviluppano super poteri di vario tipo. Alcuni si integrano più o meno facilmente col resto dei comuni mortali, anche in forza di un aspetto esteriore che non tradisce alcunchè. Charles Xavier ne è il leader, l’ideologo che riunisce a sè i mutanti nella scuola che gestisce dedicata a loro.
Altri invece sono perseguitati, e i più forti tra questi sono nemici giurati degli esseri umani, storicamente capeggiati appunto da Magneto, che manipola i metalli a livello subatomico e, per colpa di un passato di torture e sofferenza personale e familiare, ha giurato vendetta agli umani che possono a lui e agli altri mutanti solo inchinarsi e servirli in quanto esseri superiori.
Temi sociali dunque, considerando che quelli negli Stati Uniti dove escono gli albi sui mutanti, erano anni in cui il razzismo, in particolare contro le persone di origine afro-americana, era ai suoi massimi, in generale contro chiunque non fosse di origine caucasica. Il tutto scordandosi della storia sempre recente degli Stati Uniti fondati sul sangue e la sopraffazione, anzitutto dei nativi (e qui una chiccona col preferito per lo scrivente). Beh, X-Men, e X-Men ’97 in particolare, costituiscono una illustre eccezione alla regola, ribadendo col genere, che l’integrazione, l’unione di soggetti anche geneticamente diversi, può portare solo benefici, arricchendo anche culturalmente chiunque.
Insuperabili X-Men
Pochi discorsi, senza ovviamente spoilerare alcunchè, a partire da un comparto tecnico di stralusso che fa rivivere l’epoca in cui è ambientata la serie anche attraverso gli albi di autori di culto quali Jim Lee e Chris Claremont, giusto per citare due dei nomi più significativi per i mutanti, per chi scrive X-Men ’97 è di prepotenza ad oggi quantomeno la miglior serie in animazione del 2024, e da sola riesce quasi a far dimenticare gli abomini cui di recente ci ha abituato anzitutto Disney, specie con Marvel, con sempre più sporadiche, anche se illustri eccezioni.
X-Men ’97 non solo segue in maniera canonica la continuità narrativa della serie animata che la precede attingendo anche a piene mani dagli albi più iconici della decade di riferimento e non solo, ma addirittura, in maniera crossmediale, riprende e riadatta il meglio del meglio che registi come anzitutto Bryan Singer e Matthew Vaughn sono riusciti a trasporre in live action e, mi sbilancio, a livello visivo addirittura richiamando i videogiochi di Capcom con Marvel, in tal caso. Non si lesina azione, anche una certa violenza ma mai ostentata come in altri titoli del filone (vd. Invicinble) il che rende X-Men ’97 un prodotto adatto a chiunque. “Applaudiamo questi eroi che non hanno mai paura, c’è chi non li capirà e ai loro piani sempre si opporrà…” cantava Marco Destro nella sigla italiana del cartone animato degli anni novanta, che conteneva anche i temi composti in originale da Ron Wasserman e in X-Men ’97 ripresi e rielaborati dai The Newton Bros.
Incredibili amisci!