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Recensione World War Z

di: Donato Marchisiello

Left 4 Dead ha lasciato una traccia insostituibile e, a tratti, non facilmente replicabile: il titolo Valve, nella sua semplicità strutturale, ha offerto un gameplay divertente nonostante la ripetitività, complicato nonostante la sostanziale semplicità meccanica e artisticamente pregno, grazie all’ottimo lavoro nella caratterizzazione dei personaggi e dei nemici. Tutto questo, in un “pacco regalo” destinato a quattro giocatori online, riuscendo sostanzialmente dove altri falliscono: l’innesto di validi meccanismi cooperativi. World War Z entra agilmente nello stesso settore e punta direttamente all’apice, per vicinanza di setting e di struttura. Riuscirà la scalata verso l’olimpo?

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World War Z è uno shooter cooperativo in terza persona, ambientato nel mondo post-apocalittico e totalmente invaso dagli zombi dell’omonimo romanzo (con annesso film interpretato da Brad Pitt). Il gioco, oltre a presentare una classica struttura ludica che si avvicina a quanto già visto nella saga Left 4 Dead, tenta una via leggermente diversa grazie all’inserimento di alcune componenti ruolistiche importanti, come le classi e l’upgrade delle armi. World War Z ci offrirà sostanzialmente due modalità, una classica campagna suddivisa in 4 differenti location per un totale di una decina di stage singoli, unitamente ad una modalità PVP che offrirà game mode piuttosto classici ma infestati ovviamente dai non morti. La campagna potrà esser affrontata in singolo, con l’ausilio di altri tre comprimari controllati dall’I.A, e in cooperativo online sino ad un massimo di quattro persone. Data la ripetitività meccanica del gioco, è molto sentito il numero esiguo di livelli disponibili al lancio: una run completa sino alla fine, infatti, consterà di sole 3/4 ore di gioco.

La struttura degli stage sarà piuttosto classica per il settore: inizieremo da un ipotetico punto A e avremo il compito di dirigerci ad un altro, ipotetico punto B. Nel mezzo, attraverseremo varie sezioni che alterneranno fasi stealth, di ricerca ed esplorazione, a fasi più strettamente tower defense, in cui vedremo all’opera le iconiche torri di non morti che sono un po’ il marchio di fabbrica del film, mentre cercheremo con tutte le nostre forze di difendere un obiettivo strategico. In linea di massima, da un punto di vista strutturale, World War Z non aggiunge praticamente nulla alla classica routine del genere, di già inaugurata e pre-impostata lustri addietro dal primo, epico Left 4 Dead. Come detto, il gioco Saber Interactive mette carne sul fuoco nel momento in cui ci richiederà di scegliere un ruolo da interpretare e le armi da utilizzare, le quali saranno in buona quantità e sparse in modo casuale per i livelli di gioco. Ogni classe inizierà la partita con un loadout pre-impostato di strumenti, il quale potrà esser modificato man mano che livelleremo il nostro personaggio.

Per quanto concerne le succitate classi, avremo una buona quantità decisionale da un punto di vista estetico, che però si tradurrà nei fatti in un gameplay sostanzialmente invariato. In soldoni, nonostante la presenza di sei classi diversificate, ognuna delle quali si lega a livello di perk sbloccabili ad una particolare arma, il gameplay generale di ognuna delle sopracitate sarà molto simile, diversificandosi per questioni molto marginali. Fatta eccezione per il medico, che avrà alcuni bonus legati all’uso dei medikit ed utilizzerà una pistola che potenzia i propri compagni, ed il meccanico, il quale potrà rifornire al volo i compagni di munizioni, le restanti classi saranno molto difficili da distinguere sul campo, data la loro estrema vicinanza a livello di meccaniche e di utilizzo. Anche le armi saranno trattate in modo “ruolistico” e saliranno di livello man mano che le utilizzeremo, sbloccando al contempo nuove varianti dello stesso strumento base. Il gunplay, pur non essendo ovviamente realistico, sarà sufficientemente differenziato e abbastanza vario, rendendo le armi abbastanza diverse fra loro.

Da un punto di vista più strettamente tecnico, World War Z si attesa ad un livello intermedio, offrendo una qualità grafica in media con produzioni doppia A, fatta di sicuri alti (come la renderizzazione degli ammassi in movimento di zombie, davvero sorprendente) e molti bassi (come una buona fetta delle texture ambientali e legate ai modelli dei non morti). In generale, il ludo sarà strutturalmente e tecnicamente valido, seppur afflitto da alcuni problemi inerenti soprattuto l’infrastruttura network: non sarà raro infatti entrare in lobby “buggate” o in partite ad un passo dalla fine, dovendo poi necessariamente ripetere la procedura d’avvio della partita dall’inizio. Naturalmente, tutte problematiche piuttosto canoniche nei giochi online al day one e che sono già state parzialmente rettificate con il primo aggiornamento post lancio. Per quanto concerne il frame rate, le versioni console viaggeranno ad una fluidità bloccata a 30 fotogrammi al secondo, i quali saranno sostanzialmente stabili nella stra-grande maggioranza delle situazioni di gioco e anche nelle situazioni più concitate.

In conclusione, World War Z è uno sparatutto cooperativo piuttosto valido e divertente, offerto ad un prezzo che è poco più della metà del prezzo base di un tripla A. Nonostante una limitatezza di contenuti e alcuni problemi tecnici di rilievo, il gioco di Saber Interactive è sicuramente una valida opzione per chi cerca uno shooter in stile Left 4 Dead.