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Recensione Wizard with a Gun

di: Donato Marchisiello

La galassia creativa e “sviluppativa” (concedetemi l’azzardo) di Devolver Digital, è ormai un pilastro assodato. L’editore statunitense, nel corso degli anni, si è sempre costantemente imposto come una vera e propria fucina geniale di titoli all’apparenza semplici (se, naturalmente, confrontati con produzione tripla A mostruose) ma che, solitamente, nascondevano un piccolo e sostanziale universo al loro interno. Wizard with a Gun, titolo sviluppato da Galvanic Games ed edito, appunto, da Devolver, sembra esattamente far parte di questa grande famiglia ma… lasciamo che la nostra recensione dispieghi le sue ali! Dunque, senza ulteriori indugi, lasciamo spazio alla disamina del gioco nella sua versione PlayStation 5.

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Wizard with a Gun è un gioco d’azione in 2.5D, con elementi ruolistici, roguelike e di survival piuttosto marcati. In sostanza, oltre a sparacchiare nemici di varia natura e calibro sparsi per le mappe, dovremo anche esplorare un mondo a metà fra un fantasy ed un improbabile western post-apocalittico. Il tutto, ovviamente, condito dai classici crismi del settore come raccogliere materiali utili per la costruzione di armi ma anche di varie apparecchiature tecnologiche e magiche (naturalmente!). Come sempre, i giochi confezionati da Devolver offrono delle linee narrative sui generis: il mondo del gioco è ormai spacciato, distrutto, apocalitticamente devastato. Il nostro innominato eroe, dall’alto del suo essere un promettente stregone, si ritrova suo malgrado con una difficile missione: sfruttare un macchinario magico in grado di riportarlo indietro nel tempo per, appunto, sventare la fine d’ogni cosa. Premesse intriganti a parte, nel concreto Wizard with a Gun offrirà un impianto narrativo sufficiente ma sicuramente non particolarmente elaborato e che si svilupperà più con documenti scovabili durante le nostre peripezie, piuttosto che con dialoghi arguti o eventi complessi. Detto ciò, l’atmosfera generale del gioco (che pesca a piene mani dal mai troppo osannato Don’t Starve) sarà sufficiente per motivare il nostro girovagare per un mondo follemente e comicamente apocalittico.

Ma il cuore di Wizard with a Gun è, ovviamente, il complessivo impianto meccanico-ludico. Una volta creato il nostro improbabile protagonista magico, ci ritroveremo a calpestare i frammenti di un mondo ormai inghiottito da un oblio infinito. Il tutorial ci farà intendere, in linea di massima, cos’è che dovremmo fare, ovvero esplorare aree di gioco generate proceduralmente (sia nella morfologia che nella collocazione di aree d’interesse e nemici). L’obiettivo è scovare novelli ingranaggi da utilizzare nel succitato macchinario temporale, in modo da poter viaggiare più lontano nel tempo ed arrivare all’inizio vero e proprio dell’oblio. Ludicamente parlando, il gioco sarà spaccato in due sezioni distinte: avremo a disposizione un quartier generale, lontano dal decadimento eterno di cui il mondo di Wizard with a Gun è soggetto, e, appunto, le aree esplorabili vere e proprie. Il ruolo del quartier generale sarà sostanzialmente quello di fungere da enorme fucina per la costruzione di diversi equipaggiamenti, specialmente armi ed armature. Potremo, al contempo, riempire gli spazi vuoti del nostro hub principale con diversi macchinari, utili per diversi compiti, come ad esempio creare materiali più complessi, nuove armi, proiettili magici di varia natura ecc.

Una volta attraversato il portale del tempo, ci ritroveremo nelle aree esplorabili del gioco. Il primo particolare che noteremo è la presenza di un timer: esso, infatti, preannuncia l’imminente fine del mondo. Che succede quando i rintocchi si fermano? Ebbene, con lo scorrere del tempo, l’area di gioco inizierà a deteriorarsi ed a riempirsi di insidiosi nemici rosei di vario potere e natura. Quando si arriverà in prossimità dello zero, vedremo il sostrato stesso del mondo spaccarsi completamente (quindi, in sostanza, dovremo fuggir via sempre prima della fine definitiva, almeno nelle battute iniziali). La chiave per estendere il tempo massimo in cui staremo all’interno della mappa, sarà quello di scovare ed annientare alcuni portali che faranno da crocevia per le amenità rosastre di cui sopra. Un loop strategico ed interessante che si affiancherà agli altri obiettivi primari che saremo chiamati a raggiungere, come lo scovare nuovi macchinari, nuove armi e tecnologie. Perché si, il nostro alter ego sarà uno stregone dedito all’uso della magia, ma il suo strumento magico non sarà un classico bastone ma più verosimilmente una… bocca da fuoco. Una particolarità che è intuibile sin dalla lettura del titolo: infatti, si combatterà prevalentemente a distanza con nemici di varia natura, quasi sempre in maggioranza numerica e con scontri che saranno mediamente difficili (con una punta massima costituita dai boss).

Avremo a disposizione (non tantissime) armi, ognuna delle quali avrà un caratteristico stile di fuoco oltre che distinte possibilità di equipaggiamento dei proiettili (che, comunque, potremo modificare attraverso un macchinario specifico). Come già detto, gli incantesimi in Wizard with a Gun saranno in realtà fischianti proiettili, ognuno dei quali avrà degli specifici effetti elementali: esistono proiettili ad acqua, altri intelligenti che inseguiranno il nemico, altri che corroderanno i nemici con un potente acido. Wizard with a Gun nasconde alcune, diverse particolarità: ad esempio, sparando a destra e a manca con dei proiettili incendiari, si rischierà di attizzare un vero e proprio incendio, bruciare degli alberi ed ottenere un materiale speciale. Perché oltre sparacchiare nemici in ogni dove, dovremo badare bene agli elementi dello scenario poiché, com’è lecito attendersi, la raccolta dei materiali sarà cruciale per la sopravvivenza. Avremo un vastissimo campionario di oggetti, da alberi e piante, passando per costruzioni in pietra o residui metallici di enormi macchinari, da cui ottenere diversi ingredienti alcuni di essi mescolabili per accederne ad altri superiori e più complessi. Accumulare risorse sarà cruciale non solo per poter costruire nuovi macchinari, ma anche e soprattutto per poter potenziare il nostro equipaggiamento, il quale potrà esser dotato di caratteristiche passive specifiche. Come ogni roguelike che si rispetti, anche nel prodotto di Galvanic Games la morte sarà una costante: defungere nel gioco significare far ritorno, infaustamente, al quartier generale, perdendo quanto sin lì raccolto (fatta eccezione per gli oggetti equipaggiati). Morire, in aggiunta, indurrà una forzata rigenerazione della mappa che, quindi, cambierà morfologicamente nelle sue caratteristiche.

Wizard with a Gun, come si è potuto sin qui intuire, è un prodotto piuttosto ben congegnato e divertente: nonostante ciò, la formula ideata da Galvanic Games soffre di alcune criticità tipiche del genere. Specialmente, ad una certa ciclicità d’azione potenziata da una certa limitatezza generale, specialmente visiva. Le mappe saranno si generate casualmente, ma sempre costituite dagli stessi elementi e senza particolari sorprese o segreti da scovare. Addirittura, girovagando per la mappa, avremo facoltà di attivare sorta di segnalatori in grado di indicarci, direttamente, i luoghi principali di interesse. A questo si associ, naturalmente, la prevedibile ciclicità del loop ludico, che ci vedrà unicamente accumulare risorse ed upgrade di varia natura (punto che, ovviamente, potrebbe essere un netto plus se si è avidi amanti del settore). Una debolezza genetica che si unisce, appunto, ad un generale interesse narrativo che scema velocemente, dopo pochissime ore. Tecnicamente, non c’è tanto da obiettare: Galvanic Games ha compiuto un buon lavoro estetico e tecnico e Wizard with a Gun, sostanzialmente, offre un’avventura matematicamente pregevole. Anche in questo frangente, nonostante ciò, vi sono dei piccoli nei qui e lì: al di là di, rari ma presenti, rallentamenti durante il corso del gioco, ciò che salta principalmente all’occhio è un certo riciclo di elementi scenici oltre che un non vastissimo ventaglio estetico di nemici da disintegrare. Nulla da obiettare, invece, sul comparto audio: ottimi gli effetti sonori, ancor meglio le tracce musicali che alternano ambient e cupa elettronica che ben si adattano all’atmosfera comicamente apocalittica del gioco.

Wizard with a Gun è un ottimo prodotto, sotto tutti i punti di vista. Il lavoro di Galvanic Games è apprezzabile esteticamente, sufficiente a livello narrativo e appagante a livello meccanico ludico. Il gioco, al momento, è nulla più che un solidissimo ripasso dei meccanismi basici del genere ludico di appartenenza: data l’atmosfera sui generis e le premesse della storyline, si sarebbe potuto tentare qualcosa di più originale (che, comunque sia, non è detto che non avvenga in futuro). Un ripasso che, comunque sia, non riesce a sconfiggere, nemmeno parzialmente, i classici demoni che attanagliano i rappresentati di questo settore, ovvero una ciclica ed infinita ripetitività. Consigliato agli amanti dei roguelike ma anche ai neofiti che vorrebbero provarsi in un genere cattivo ma con in serbo, per chi avrà pazienza, grandi soddisfazioni.