Recensione UNO
di: Simone CantiniSe non conoscete UNO ci sono solo due possibili ipotesi utili a spiegare questa deficienza: o siete degli alieni appena approdati sul nostro verde pianeta, oppure avete passato in ibernazione gli ultimi 45 anni. Compagno di tante serate all’insegna dell’allegria e degli scatti di ira più violenti, capaci di mettere in crisi relazioni e amicizie decennali, il gioco targato Mattel rappresenta dal 1971 (anno della sua nascita) un vero must per quanto concerne i giochi di carte non collezionabili. Sia in versione fisica che, come da qualche anno a questa parte, anche nella sua incarnazione digitale.
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Ammaliante semplicità
Dunque, farò finta per una manciata di parole che voi siate degli ameboidi del pianeta Ryxel-B12 e cercherò, pertanto, di illustrarvi brevemente le regole di gioco: le partite di UNO vedono contrapposti quattro giocatori, ognuno con in mano un mazzetto composto da 7 carte. Lo scopo del match è quello di esaurire il nostro piccolo fardello, accoppiando per colore o numero, una volta giunto il nostro turno, una dei rettangolini cartacei in nostro possesso all’ultimo giocato sul tavolo. A complicare le cose intervengono alcuni piccoli imprevisti, rappresentati da carte in grado di far pescare all’avversario 2 o 4 nuovi elementi, far perdere il proprio turno oppure invertire l’ordine di giocata. Si tratta di espedienti concettualmente molto semplici ma che, una volta calati nella veloce economia del gioco, sono in grado di sortire effetti quanto mai imprevedibili e sadicamente divertenti. E c’è da dire che la versione Ubisoft di UNO ci ripropone inalterato, a 10 anni esatti dalla versione distribuita da Gameloft sulla scorsa generazione di console, il mood che si respira stingendo in mano il mazzo di carte da gioco. Bilanciando alcune carenze che lo differenziano dalla precedente installazione con alcune interessanti novità.
Il prezzo della novità
Avendo letteralmente consumato la versione PS3 di UNO, la prima lacuna che mi è saltata prepotentemente agli occhi è stata quella che ha visto l’abbandono del multiplayer locale per quattro giocatori, sostituito da una modalità a coppie che permette a due umani di sfidare altrettanti BOT. Vero che, trattandosi di un gioco che è possibile reperire fisicamente a pochi spiccioli, questa si potrebbe definire una carenza quanto mai marginale, ma dato che come si suol dire nel più ci sta il meno, non vedo perché non fornire agli acquirenti questa possibilità. Appare quindi evidente come l’unico modo per interagire con altre persone dotate di cervello sia quello di ricorrere all’immancabile modalità online, tramite la quale sarà possibile affrontare gli altri giocatori in scontri all’ultima carta, con l’obiettivo ultimo di scalare le classifiche mondiali e sbloccare i badge utili a personalizzare il nostro profilo utente. Ovviamente i match potranno essere personalizzati tramite alcune regole accessorie, già viste anche in passato, grazie alle quali sarà possibile anticipare il proprio turno, scambiare le carte con gli avversari oppure concatenare tra loro gli effetti dei malus. A sparigliare ulteriormente le cose ci pensano anche i deck a tema che, ovviamente, saranno rilasciati in forma di futuri DLC. Attualmente è disponibile all’interno del software unicamente quello dedicato ai Rabbids, il quale introduce nuove carte personalizzate che permetteranno di annullare una penalità, inserire per un breve lasso di tempo un risicato timer per la giocata, oppure andrà a rimpinguare in maniera del tutto casuale i vari mazzetti in possesso dei giocatori. Si tratta di piccole variazioni che, pur non snaturando e rivoluzionando le meccaniche tradizionali, rappresentano una variante quanto mai interessante. Peccato che si sia scelto la oramai triste strada dello sblocco a pagamento, piuttosto che il ben più economico e gratificante sistema di reward interno al gioco che, data la marginalità degli interventi, sarebbe stato di sicuro più corretto nei confronti dei player. Continuiamo a sognare un tempo che non c’è più e che mai, ahimè, tornerà.
Passano gli anni ma UNO continua a mantenere inalterato tutto il suo divertimento. La release targata Ubisoft non delude le aspettative, presentandoci il consueto e rodato gameplay capace di essere assimilato e amato in una manciata di secondi. Nonostante l’interessante introduzione dei mazzi tematici, è impossibile non rammaricarsi per la scelta di relegare le possibilità di interazione umana unicamente sul fronte dell’online: pur trattandosi di una mancanza per certi aspetti secondaria, di sicuro fornire la possibilità di scannarsi digitalmente dopo una buona cena avrebbe di certo rappresentato un piccolo incentivo ad un acquisto che, nonostante tutto, rimane decisamente consigliato.