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Recensione Un mago, un guerriero, una cacciatrice e un monaco: in altre parole Dungeon Defenders!

Siete in cerca di un classico tower defence? Allora state alla larga da Dungeon Defenders... potreste restarne rapiti a lungo termine!

di: Simone Cantini

Se ne sono andati. Andati chissà dove e chissà perché. Certo, è dura la vita dell’eroe, sempre pronto ad accorrere ad ogni minima richiesta di aiuto, incurante di ciò che si lascia alle spalle. Anzi, in questo caso, sarebbe più il caso di dire di CHI si lascia alle spalle. Sono partiti, dicevamo, lasciando noi quattro disperati in difesa di quei maledetti cristalli, in balia di un’orda di creature raccapriccianti pronte a riempire di bava e sangue il pavimento delle segrete. Ecco, siamo davvero soli e dopo dovremo pure pulire per terra…

Alle donne del castello piace fare sempre quello…

Descrivere il gameplay di questo Dungeon Defenders non potrebbe essere più semplice: avete presente gli oramai onnipresenti esponenti del genere tower defence? Bene, allora avrete già ben stampato in mente quale sia lo scopo ultimo del titolo Trendy Entertainment. Per quei pochi, supponiamo, che sono invece all’oscuro delle meccaniche che si nascondono dietro quelle due paroline, diciamo che il nostro compito consisterà nel difendere un cristallo colorato dagli assalti di ondate, via via più numerose, di ostili creature. In aiuto, oltre alle naturali doti di offesa del nostro avatar, giungerà tutta una serie di armamentari che potremo disseminare lungo la mappa di gioco, al fine di arginare l’avanzata dei nostri nemici. Semplice vero?

Fortunatamente i ragazzi di Trendy Entertainment hanno visto bene di non adagiarsi sugli allori, accontentandosi di riproporre la solita minestrina riscaldata, ma si sono impegnati a fondo in modo da dare vita ad un’interessante variazione sul tema, condendo la classica struttura di gioco con una interessante componente ruolistica. Come in ogni GDR che si rispetti, infatti, ogni creatura uccisa in combattimento ci ricompenserà con un determinato ammontare di punti esperienza che, al raggiungimento della soglia di avanzamento di livello, ci consentiranno di aumentare le statistiche del nostro personaggio, oltre che andare ad impattare sull’efficacia dei mezzi di offesa che potremo edificare. Oltre a ciò il gioco ci consentirà di mettere le mani su di un cospicuo set di oggetti equipaggiabili, ognuno dotato delle proprie peculiari abilità e di un dato numero di potenziamenti. Spendendo, infatti, il mana accumulato durante le varie sessioni, potremo aumentare l’efficacia di questi oggetti, di modo da amplificare notevolmente le capacità del nostro alter-ego. Un ulteriore elemento di distinzione è costituito dalla 4 classi tra cui poter scegliere il nostro eroe, ognuna dotata delle proprie tecniche di attacco e di un proprio campionario di fortificazioni. Ecco quindi che avremo il mago, capace di attaccare dalla distanza grazie a proiettili magici, usufruendo pure di apparecchiature incantate; il guerriero, la classe fisica per eccellenza, capace di troncare arti a suon di fendenti ed in grado di erigere mura composte da affilate lame; la cacciatrice, l’unica presenza femminile del cast, potrà anch’essa contare su attacchi a lungo raggio, oltre sulla possibilità di disseminare il terreno di trappole letali; il monaco, personaggio votato al corpo a corpo, capace di evocare lungo la mappa di gioco aree di cura o di offesa. Aggiungete a questo altri 4 poteri peculiari, diversi per ogni classe, e avrete chiaro sin da subito come le possibilità di personalizzazione del proprio stile di gioco non manchino di certo.

Un assedio infinito

Dungeon Defenders può fregiarsi di una campagna estremamente longeva ed impegnativa, alla quale si accompagna tutta una serie di sfide, ognuna regolata da specifiche regole, che è possibile sbloccare con il progredire dei livelli. Questi ultimi godono di una complessità strutturale graduale, che si andrà complicando mano mano che la nostra avventura prenderà il largo: passeremo da semplici segrete assai lineari, in cui saremo incaricati di proteggere un solo cristallo, fino a giungere ad ambienti più complessi, fatti di scalinate, ponti e altre varianti, capaci di ospitare molteplici pietre colorate. Insomma, già questo sarebbe sufficiente a garantire un numero di ore di divertimento di tutto rispetto. Ma come abbiamo scritto poche righe fa, Trendy Entertainment non si è certo limitata a svolgere il classico compitino. Ciliegina sulla torta dell’intera produzione, infatti, è il comparto multigiocatore che, sia in locale (tramite split-screen) che online, ci consentirà di affrontare ogni livello o sfida assieme ad un massimo di 3 amici. Il tutto viene gestito tramite una lobby dall’aspetto di locanda, all’interno della quale, oltre a preparare o potenziare il nostro equipaggiamento, potremo scambiare oggetti con gli altri player, oppure acquistarne di nuovi. Ed il contatore delle ore di gioco appare destinato ad impennarsi drasticamente. Inoltre, stando a quanto rivelato da Trendy Entertainment, a breve dovrebbe essere rilasciata una patch in grado di abilitare il cross platforming tra piattaforme PS3 e PC: ben vengano, dunque, nuovi alleati da reclutare!

Metti un Epic nel motore

A gestire tutta l’infrastruttura ritroviamo l’ormai canonico, ma sempre apprezzabile, Unreal Engine 3 che, seppur in questa occasione non sia affatto chiamato a fare gli straordinari, riesce ugualmente ad appagare i nostri occhi, grazie ad uno stile fumettoso molto azzeccato. La creatura di Epic gestisce il tutto ottimamente, donando al gioco una fluidità invidiabile anche nelle situazioni più affollate. Insomma, anche sul versante estetico Trendy Entertainment è riuscita a fare centro. Decisamente sotto tono il lavoro svolto in merito al tappeto sonoro, a causa di un tracklist costituita da musiche veramente insignificanti e prive di mordente, a cui si unisce una serie di effetti sonori sin troppo anonimi. Da dimenticare, inoltre, la localizzazione (solo testuale) in italico idioma, costellata di traduzioni completamente sballate. Ininfluente, inoltre, la possibilità di giocare il tutto (ovviamente solo su PS3) attraverso l’accoppiata Move e Navigation Controller, a causa di una pessima mappatura dei controlli che rende il tutto troppo complicato da gestire, soprattutto nei momenti più concitati.

Pochi ma buoni

Divertente, vario, impegnativo ed estremamente longevo: questi sono in sintesi gli aggettivi che meglio si accompagnano alla produzione Trendy Entertainment e che, più di ogni altra definizione, riescono a descrivere quelli che sono i suoi punti vincenti. Insomma, nonostante si presenti come esponente di un genere assai inflazionato, Dungeon Defenders merita sicuramente di essere acquistato, anche in virtù di un prezzo decisamente accattivante (1200 MP – € 11,99), se paragonato alle ore di divertimento che è in grado di garantire. Il che, in uno scenario in cui sin troppo spesso titoli ben più costosi si esauriscono nel giro di una manciata di ore, non è affatto un aspetto da sottovalutare.