Recensione Tutti in meta con Jonah Lomu Rugby Challenge
Kapa o Pango kia whakawhenua au i ahau! Hī aue, hī! Ko Aotearoa e ngunguru nei! Au, au, aue hā! Si, è il nostro momento, è tempo di giocare a Rugby Challenge, au, au, aue hā!
di: Giovanni MancaLo scorso settembre ci eravamo lasciati con gli appassionati del Rugby con la speranza di poter godere di un titolo che riuscisse a rendere onore a questo meraviglioso sport. Dopo la cocente delusione del pessimo Rugby World Cup 2011, aspettavamo con una certa impazienza Jonah Lomu Rugby Challenge, sviluppato dal team neozelandese Sidhe e prodotto dagli australiani di Tru Blu Entertainment: ora che è arrivato tra noi, incrociamo le dita e speriamo che sia la volta buona.
Duro allenamento
Primi di buttarci a testa bassa in qualche competizione è sempre consigliabile acquisire una certa dimestichezza con il sistema di controllo e, in questo caso, le esercitazioni previste sono strutturate in modo ottimale: quattro livelli di difficoltà crescente, da principiante a professionale, con una cinquantina di esercizi che prevedono tutto quanto, o quasi, può avvenire sul rettangolo di gioco.
Il sistema di controllo e la mappatura del joypad sono piuttosto semplici ed intuitivi e i giocatori rispondono con reattività e precisione; la palla ovale si passa con i pulsanti dorsali, la combinazione degli stick analogici e gli stessi pulsanti permette di eseguire le finte, la singola pressione degli stessi serve invece per eseguire i diversi tipi di calci (up & under, grubber, pallonetto a scavalcare, calcio al volo, drop), per legare un giocatore al ruck, per lottare su un placcaggio contestato, aggiungere giocatori al maul. In difesa le cose si fanno ancora più semplici dal momento che tutto quello che si deve fare è resistere all’attacco avversario, placcando e lottando nelle mischie. Abbiamo già affermato come tutto funzioni bene ma vogliamo sottolineare come non ci sia piaciuta la soluzione adottata per controllare proprio le mischie, un indicatore circolare all’interno del quale dobbiamo riuscire a bloccare due barre, esattamente al centro; se un sistema di questo tipo è coerente con le trasformazioni in cui precisione e concentrazione sono essenziali, è incomprensibile in una situazione di gioco in cui la forza e la coesione del gruppo sono i componenti predominanti. Un altro aspetto che ci ha lasciato interdetti è quella sorta di bullet-time che si genera quando la squadra in attacco decide di calciare la palla: se da un lato consente di prendere senza patemi d’animo la mira, dall’altro spiazza la squadra in difesa rischiando di eludere in modo innaturale lo schema difensivo.
In Rugby World Cup 2011, tra le altre cose, avevamo pesantemente criticato l’intelligenza artificiale delle squadre avversarie, soprattutto in fase difensiva, dal momento che andare in metà era di una facilità disarmante. Nel titolo Sidhe, al contrario, il gioco si fa duro, le difese sono attente sia nei movimenti che nei placcaggi, il fattore casualità c’è ma non è frustrante, la meta diventa una vera soddisfazione, direttamente proporzionale alla difficoltà necessaria per realizzarla.
Gavetta
Jonah Lomu Rugby Challenge offre una varietà di modalità di gioco all’altezza delle simulazioni sportive moderne: World Rugby Championship, Rugby15 (competizione riservata ai club australiani, neozelandesi e sudafricani), Tri Nations, Quad Nations, Euro Nations (il Sei Nazioni), Euro Club Championship, i campionati di massima divisione neozelandase, inglese e francese, RoboDirect Pro12 con le migliori 12 squadre di Irlanda, Scozia, Galles e Italia. Tutte le squadre e tutti i giocatori, sotto licenza, sono modificabili, così come è possibile creare tutto da zero partendo da un modello predefinito.
È prevista anche una modalità carriera, piuttosto semplicistica a dir la verità, centralizzata esclusivamente sui risultati delle squadre selezionate (club e/o nazionale) e sulla relativa gestione del gruppo. Sostanzialmente nulla di speciale, nessuna pretesa manageriale piuttosto che particolari finezze tecniche, ma comunque una buona modalità per migliorarsi in vista di match multiplayer offline e online, l’essenza di ogni videogioco sportivo. Soffermandoci sulla modalità online, dobbiamo sottolineare come il team di sviluppo non si sia sprecato più di tanto dal momento che le uniche opzioni previste sono partita privata e partita veloce; è vero che per un gioco sostanzialmente di nicchia sarebbero improponibili modalità online particolarmente complesse che si basano su un elevato numero di utenti (ad esempio Ultimate Team dei titoli EA) ma dei brevi tornei potevano essere introdotti. Ciò anche alla luce del fatto che trovare un altro appassionato di questo sport, in linea pronto per giocare, è tutt’altro che semplice.
Un’erba…moderna
Onestamente, almeno dal punto di vista tecnico, ci siamo avvicinati a Jonah Lomu Rugby Challenge con molta diffidenza, vuoi per il budget piuttosto limitato dietro a questo progetto, vuoi per le esperienze precedenti con le simulazioni rugbistiche. Il lavoro di Sidhe ci ha invece piacevolmente sorpreso, e dalle schermate iniziali fino ad arrivare alle azioni sul campo traspare subito la passione e lo sforzo che stanno dietro a questa produzione. Di sicuro Jonah Lomu Rugby Challenge non rappresenta una tappa verso il fotorealismo come sono, invece, le più moderne simulazioni sportive, ogni tanto si registra qualche calo di frame, il dettaglio non è maniacale, ma il livello qualitativo è comunque buono. I modelli poligonali sono ben realizzati, i dettagli morfologici discretamente realistici e la stessa cosa possiamo dire sulla realizzazione delle divise e degli stadi. Le animazioni degli atleti riproducono fedelmente i movimenti dei veri giocatori di rugby, qualche problema si avverte solo nelle fasi più concitate e nelle animazioni che legano movimenti improvvisi, come ad esempio un passaggio interrotto da un placcaggio.
Discreti gli effetti sonori, mediocre invece il commento audio, troppo ripetitivo e molto spesso non contestualizzato all’azione sul campo.
Una luce in fondo al tunnel
La sensazione che si prova giocando a Jonah Lomu Rugby Challenge è quella del “voglio ma non posso”: il titolo aveva tutte le potenzialità per essere una grande simulazione sportiva ma, per motivi probabilmente legati al budget o ad esigenze di tempo, non è riuscito ad esprimerle. Le competizioni offline per il giocatore singolo sono numerose ma sostanzialmente tutte uguali, a parte le squadre partecipanti; la modalità online ricorda quelle di titoli di dieci anni or sono. Il titolo da comunque il meglio quando si scende in campo: semplice ed intuitivo ma comunque appagante e divertente, il tutto impreziosito da una realizzazione tecnica più che buona. Sorvolando sul fatto che si tratti della migliore simulazione rugbistica della generazione delle console in alta definizione per mancanza di concorrenza, Jonah Lomu Rugby Challenge è un titolo che comunque consigliamo a tutti gli amanti degli sport virtuali. Gli amanti del rugby, invece, non ne potranno fare a meno.