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Recensione Trials Fusion

In Finlandia devono davvero intendersi di acrobazie e salti: già ci immaginiamo i ragazzi di Redlynx intenti a sfrecciare lungo i ripidi fiordi a bordo di improvvisate motorette, tra un loop, un balzo scomposto ed un atterraggio rovinoso. Magari contro l’increspata superficie del Mar Baltico. Folle fantasia? Forse. Ciò che è reale, invece, è l’ultima fatica di questo team, pronto a riaffermare la supremazia negli arcade spericolati grazie al nuovo Trials Fusion.

di: Simone Cantini

In Finlandia devono davvero intendersi di acrobazie e salti: già ci immaginiamo i ragazzi di Redlynx intenti a sfrecciare lungo i ripidi fiordi a bordo di improvvisate motorette, tra un loop, un balzo scomposto ed un atterraggio rovinoso. Magari contro l’increspata superficie del Mar Baltico. Folle fantasia? Forse. Ciò che è reale, invece, è l’ultima fatica di questo team, pronto a riaffermare la supremazia negli arcade spericolati grazie al nuovo Trials Fusion.

Ci vuole una fisica bestiale

Fedele più che mai alle sue gloriose origini, Trials Fusion ripropone in maniera leggermente evoluta, ma fortunatamente affatto stravolta, la formula vincente che è stata capace di portare al successo il brand di Redlynx. A bordo del nostro fiammante veicolo, sia esso una moto da cross, un quad o una improbabile BMX, dovremo lanciarci lungo folli percorsi, sfidando rampe, burroni e altri ostacoli nel tentativo di arrivare al traguardo nel minore tempo possibile. Il tutto cercando di non cadere, più o meno, rovinosamente a terra durante le nostre imprese spericolate. Messa così sembrerebbe un compito da nulla, sinceramente non troppo dissimile dalla sterminata pletora di racing arcade che negli anni hanno accompagnato il nostro hobby preferito: a mescolare in maniera subdola le carte in tavola, però, ci pensa il motore fisico del gioco, vero perno attorno a cui ruota l’esperienza ludica di Trials Fusion. Pochissimi comandi da memorizzare, ma non per questo semplici da padroneggiare: acceleratore e freno saranno i nostri unici mezzi di input inerziale e spetterà poi allo stick analogico sinistro gestire il peso del nostro pilota, pratica che sarà indispensabile padroneggiare onde evitare di cadere rovinosamente a terra anzitempo. Il bilanciamento del nostro avatar si rivelerà, sin dalle battute iniziali, fondamentale per affrontare al meglio le varie rampe, ammortizzare gli atterraggi e accompagnare le asperità del terreno senza essere brutalmente disarcionati e sbalzati chissà dove. E vi assicuriamo che, a dispetto di una apparente banalità concettuale, il gameplay di Trials Fusion nasconde una profondità davvero invidiabile: se vorrete andare oltre il semplice taglio del traguardo, non fregandovene bellamente di medaglie, bonus e obiettivi nascosti (questi davvero, davvero bastardi!), finirete con il maledire ben presto il vostro alter ego in seguito all’ennesima caduta, determinata talvolta dal più impercettibile degli sbilanciamenti. Però, ecco questo avverbio calza proprio a pennello, la voglia di limitare al minimo le mosse sbagliate, oppure limare quel centesimo di secondo che vi separa dal tanto agognato oro, scalzeranno prepotentemente dopo pochi istanti l’iniziale e comprensibile senso di frustrazione. Finendo con il farvi precipitare in un vortice senza fine…

Pochi fronzoli e molta sostanza

Ora che ci siamo lasciati alle spalle le fondamenta del gameplay di Trials Evolution, vediamo in quali contesti ludici questo si vada a calare una volta avuto accesso al menu di gioco. Ovviamente, come ogni corsistico che si rispetti, non può mancare la più classica delle carriere, tramite la quale potremo inizialmente impratichirci nell’uso dei vari veicoli, andando ad affrontare percorsi di difficoltà crescente. Le gare si dividono in classiche prove a tempo, percorsi di abilità in cui sarà la nostra capacità di rimanere in sella a farla da padrone, piuttosto che la velocità di corsa, sino a giungere alla novità introdotta in questo capitolo: stiamo parlando delle sezioni FMX, eventi in cui dovremo esibirci in trick di vario genere al fine di portare a casa il punteggio più elevato. Se sulla carta l’idea poteva sembrare vincente, vi diciamo subito che non è tutto oro quello che luccica, a causa di un sistema di acrobazie non certo complesso che, a dispetto della spettacolarità dei vari tracciati, rende questi momenti dei semplici riempitivi. Ogni gara affrontata, comunque, a seconda del risultato ottenuto ci permetterà di mettere in saccoccia un determinato numero di crediti e punti esperienza, indispensabili per accedere ai 6 veicoli disponibili (forse un po’ pochini) e alle varie parti utili a customizzare esteticamente gli stessi o il nostro pilota. Qualora, però, il gareggiare unicamente per il proprio diletto non fosse sufficiente, ecco che i ragazzi di Redlynx hanno pensato bene di introdurre le canoniche classifiche globali, la possibilità di sfidare i nostri ghosto quelli dei nostri amici, oppure di cimentarsi in sfide che consentiranno ad un massimo di 4 giocatori di sgommare in campionati liberamente editabili. Purtroppo spiace notare come il comparto competitivo abbia escluso la possibilità di gareggiare tramite internet, limitando il tutto alla comodità del proprio salotto: gli sviluppatori hanno, comunque, confermato che una non meglio specificata modalità online sarà rilasciata gratuitamente post lancio. Una scelta quanto mai bizzarra per una simile tipologia di gioco, chiamato a divertire giunti a questo punto dell’evoluzione del mondo delle console. Qualora, poi, vi andassero strette tutte le sfide ospitate nel codice di Trials Fusion, ecco tornare più in forma che mai l’editor di tracciati, tramite il quale potrete creare il vostro personale delirio acrobatico o più semplicemente accedere all’ingente quantità di contenuti user generated.

 

Elogio della normalità

Non certo un pesante benchmark tecnico questo Trials Evolution, dato che la produzione Redlynx non ha certo bisogno (o forse neppure la velleità) di stupire con funambolici contorsionismi tecnici: a questo scopo è più che sufficiente il motore fisico chiamato a gestire l’intera esperienza. Nonostante un non eclatante aspetto esteriore, però, il gioco riesce ad appagare con convinzione l’occhio, vuoi per i giochi di luce davvero ben studiati, vuoi per un level design capace di sorprendere in più di un’occasione. Granitico il frame rate, incollato ai tanto sospirati 60 frame al secondo che unito alla pulizia grafica complessiva rende il colpo d’occhio di Trials Evolution ugualmente gratificante. A voler proprio cercare il pelo nell’uovo secca notare come i veicoli attraversino le varie superfici senza che il terreno ne risenta: una landa sabbiosa che rimane immutata dopo essere stata solcata da ruote roventi non è proprio uno spettacolo che ci saremmo aspettati, soprattutto in ottica next-gen. Senza infamia e senza lode il versante sonoro che, ad eccezione del main theme, propone una tracklist vagamente techno che, seppur in linea con il nuovo setting futuristico, tenderà ad abbandonare rapidamente le vostre orecchie, al pari dei basilari effetti sonori. Ma tanto mentre sarete intenti a rompervi il collo contro quello spuntone di roccia laggiù, difficilmente ci farete caso.

Immediato, profondo, bastardo, divertente. Questi quattro aggettivi sono sufficienti a racchiudere l’essenza ludica di Trials Fusion, un arcade onesto capace di accontentare la più eterogenea delle platee, sia che si parli del giocatore in cerca di qualche minuto di spensierato divertimento, sia che si tratti del player maniaco della perfezione e dei tempi limati al centesimo. Pur presentandosi come un riuscito more of the same, privo di sostanziali novità (no, le gare FMX non bastano), la produzione di Redlynx ha tutte quelle caratteristiche che lo rendono più che meritevole di essere giocato. Ancora una volta.