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Recensione How to Survive 2

di: Luca Saati

Gli zombie non conoscono la parola morte e continuano a infestare il mondo di videogioco con cadenza regolare. Dopo il buon successo del primo capitolo, 505 Games e Eko Software portano How to Survive 2 sia su PS4 che su Xbox One. Vediamo come si comportano gli zombie in Lousiana.

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Zombie nella palude

Sono passati 15 anni dagli eventi del primo How to Survive, il virus intanto si è espanso in tutto il mondo. In How to Survive 2 torniamo dunque a vestire i panni di un sopravvissuto qualunque che all’inizio del gioco fa la conoscenza di Kovac, pittoresco personaggio già visto nel precedente episodio che ci darà le prime indicazioni su come sopravvivere in questo mondo. Ben presto vi renderete conto che la parte narrativa di How to Survive 2 è limitata ai brevi dialoghi con i vari personaggi che vi daranno nuove missioni. Il cuore del gioco è quindi il gameplay affrontabile sia in solitaria che in co-op locale e online con altri tre giocatori.

Come il suo predecessore, How to Survive 2 propone una visuale isometrica con i combattimenti che mischiano attacchi melee e fasi shooter. Nel primo caso sono presenti anche delle piccole combo con cui concatenare attacchi corpo a corpo, mentre nel secondo il gioco si trasforma in un twin-stick shooter con una mira semi automatica che, una volta indirizzato il personaggio verso un nemico, si prende qualche secondo per effettuare un colpo critico sui non morti. Quest’ultimi presentano un’IA tutto sommato buona per il genere zombie, con i nemici che vengono attirati dai rumori e cercano di attaccare in gruppo quando possibile.

Nei primi momenti ci dedicheremo alla costruzione di un accampamento e di varie strutture attorno come ad esempio un’armeria o una cucina. Per costruire nuove strutture c’è bisogno di diversi tipi di materiali ottenibili esplorando il mondo di gioco o le varie missioni che ci vengono affidate dai personaggi. Ogni cosa che da raccogliere si rivela una risorsa utile per la sopravvivenza: è possibile costruire delle barriere per difendere il proprio campeggio dagli attacchi dei non morti, armi contundenti, armi a distanza, proiettili e così via. Il sistema di crafting è senza ombra di dubbio uno degli elementi migliori del gioco, semplice da utilizzare ma funzionale e ben integrato nell’esperienza di gioco. Buona anche la crescita del personaggio con i punti esperienza da spendere prima di tutto nel migliorare il livello dell’accampamento, passaggio che consente di migliorare le strutture ma anche il proprio avatar con un set di abilità davvero vasto che va dall’aumento di danni con una precisa tipologia di armi, a un consumo più lento della resistenza e così via. Lo stesso invece non si può dire della componente survival. Ritorna il bisogno di cibo e bevande per non vedere mai scendere il livello di fame e sete, mentre è sparito l’indicatore del sonno così da favorire un’esperienza di gioco più scorrevole. Il problema è che il tutto finisce ben presto per venire a noia a causa di un bilanciamento sbagliato, si trovano risorse a volontà e di conseguenza il ricordarsi di sfamare e dissetare il nostro personaggio diventa un passaggio superfluo e privo di qualsiasi pathos o tensione che dovrebbe procurarci un survival game.

Altro problema del gioco riguarda la varietà di situazioni: mappe e missioni infatti sono caratterizzate da un’eccessiva ripetitività. Le prime si rivelano ben presto troppo simili tra loro finendo con il risultare completamente anonime, le missioni invece finiscono per svolgersi sempre allo stesso modo: esplora la mappa alla ricerca di materiali, raggiungi l’obiettivo e uccidi gli zombie che si mettono sulla tua strada. L’unica ancora di salvezza per questa ripetitività è la cooperativa che può aggiungere al gioco quel qualcosa in più rendendolo più divertente. Anche in questo caso però alla lunga lo spettro della ripetitività rischia di farsi sentire.

Sia a livello tecnico che sonoro How to Survive 2 fa il suo lavoro senza picchi né verso l’alto e né verso il basso. Ad averci infastidito però è la scelta degli sviluppatori per gestire le fasi di esplorazione al chiuso con la visuale che si “schiarisce” mano a mano che avanziamo rendendo poco chiaro l’avanzamento. Sicuramente sarebbe stato meglio rendere subito i muri trasparenti immediatamente. Da rivedere completamente l’interfaccia che vede la presenza di un puntatore come quello di un PC da gestire con lo stick sinistro, un sistema poco adatto per il pad di una console.

Commento finale

How to Survive 2 è un gioco con idee interessanti, alcune funzionanti altre meno. Se da una parte il sistema di crafting e di crescita del personaggio sono i punti forti del titolo di EKO Software, dall’altra ci si ritrova dinanzi a elementi survival a tratti superflui e una ripetitività di fondo che finisce per esaurire dopo poche ore l’esperienza. Se non avete apprezzato il primo episodio, difficilmente cambierete idea con questo sequel. Chi invece si è divertito ad ammazzare zombie nel gioco originale, può tenere in conto l’acquisto di How to Survive 2, a patto ovviamente di avere amici con cui giocare.