Recensione The Walking Dead: Survival Istinct
Seguendo l’onda del grande successo della serie TV e vista anche la grandiosa riuscita dell’avventura grafica firmata Tell Tale, ecco arrivare sugli scaffali The Walking Dead: Survival Istinct, FPS che fa da preludio alle vicende narrate nel serial e che ci mette nei panni dei poco raccomandabili fratelli Dixon!
di: Simone "PulpGuy88" BraviSeguendo l’onda del grande successo della serie TV e vista anche la grandiosa riuscita dell’avventura grafica firmata Tell Tale, ecco arrivare sugli scaffali The Walking Dead: Survival Istinct, FPS che fa da preludio alle vicende narrate nel serial e che ci mette nei panni dei poco raccomandabili fratelli Dixon!
Brotherhood
Partiamo dal presupposto che le vicende narrate in Survival Istinct si collocano, temporalmente, prima di quelle narrate nella serie TV. Detto questo ci troviamo davanti ad una storia raccontata con un po’ di superficialità, in maniera molto frammentaria e talvolta nemmeno troppo convinta. I pochissimi colpi di scena sono telefonatissimi e difficilmente proveremo empatia o antipatia per i personaggi, le loro scelte ed il loro destino. L’esatto contrario di quanto accade nell’avventura di Tell Tale per intenderci. Nemmeno il rapporto tra Daryl e Merle è stato approfondito più di tanto e dire che sono gli unici protagonisti del titolo, che aveva come presupposto proprio quello di scavare nel passato dei due fratelli.
Pensa solo a te stesso
Le idee alla base del gameplay di Survival Istinct si dimostrano da subito molto interessanti. L’elemento sopravvivenza la fa da padrone per tutta l’avventura. Così ci troveremo in mezzo a orde di zombie con pochissime risorse e continuamente a corto di munizioni. Oltretutto i simpatici non morti sono sensibili ad ogni rumore e al nostro odore, per questo dovremo cercare di sparare meno colpi possibili, per non attirarli, ed evitare di stargli troppo vicino per non venire fiutati. Questo ci spingerà ad usare frequentemente le numerose armi contundenti che troveremo in giro per gli scenari, con il quale poter eseguire uccisioni silenziose. Se però la situazione dovesse farsi critica non potremo che far ricorso al nostro arsenale, non molto fornito a dire il vero, composto da un fucile da caccia, una pistola, uno shotgun ed una mitraglietta, oltre che all’inseparabile balestra di Daryl.
Discreto il feeling con le bocche da fuoco nonostante la totale assenza di qualsiasi tipo di hitbox sugli zombie, infatti non sarà possibile amputargli gli arti ma soltanto fargli saltare la testa con un banalissimo headshot, l’unico modo per ucciderli, anche con le armi da taglio. In questo frangente avremo a disposizione un solo tipo di attacco melee ed un semplice mini-gioco che ci richiederà di colpire la testa dello zombie semmai questo dovesse agguantarci.
Sembrerebbe tutto molto divertente e per la prima ora di gioco lo è fino a che il gameplay non sfodera tutti i suoi limiti. Partendo dal pessimo level design che offre soltanto percorsi predefiniti, azzerando la libertà d’azione. In secondo luogo c’è solo e soltanto una tipologia di zombie, due se contiamo gli inutili striscianti. Il che è fedele alla serie TV ma in un videogioco sfuggire alla solita orda di venti zombie ancora e ancora risulta ripetitivo dopo pochissimo tempo. Ottima idea il voler riproporre la sensibilità al nostro odore dei non morti ma questo va a cozzare con la fase stealth, in quanto in alcuni punti sarà impossibile aggirare le frotte di infetti che popoleranno le aeree (data anche la già citata scarsità di strade secondarie) e che finiranno per correrci appresso in una sorta di acchiapparella.
Da ultimi gli obiettivi delle linearissime missioni, sempre uguali per tutta l’avventura. Oltre che cercare benzina, provviste, sopravvissuti e rifornimenti non faremo altro e, come vedremo tra poco, non si comprende nemmeno la scelta di aver piazzato al nostro fianco Merle e altri sopravvissuti se alla fine si riveleranno inutili.
Gioco di squadra, questo sconosciuto
Altra feature interessate del titolo è quella di poter scegliere quali strade prendere prima di ogni missione. Il nostro veicolo sarà sempre a corto di benzina e dovremmo valutare fra tre possibilità: strade secondarie, che ci faranno consumare più carburante ma ci daranno modo di esplorare diversi luoghi in cerca di rifornimenti. Le strade principali invece sono più veloci ma potremo visitare meno luoghi mentre l’autostrada è la soluzione che ci farà risparmiare più benzina visto che ci porterà direttamente a destinazione.
Queste opportunità di esplorazione ci permetteranno di incontrare anche altri sopravvissuti che, se aiutati, si uniranno al nostro gruppo. Gli alleati hanno diversi punti a favore come la silenziosità, la forza, l’abilità con le armi da fuoco o corpo a corpo ecc ecc.
Prima di entrare in ogni area potremo servirci dei nostri alleati, incaricandoli di andare a cercare munizioni, provviste e altre cose utili alla sopravvivenza, non prima però di averli dotati del necessario per superare le orde di zombie. Dovremo infatti condividere con loro oggetti curativi, armi e munizioni, rischiando poi di perdere per sempre sia le provviste che gli alleati stessi dato che non sarà sempre certo che tornino sani e salvi all’incarico assegnatogli.
Una volta raggiunto il numero massimo di alleati dovremo poi prendere delle decisioni e decidere chi abbandonare al suo destino, una scelta che ovviamente non avrà nessuna conseguenza con la nostra avventura e che non ci susciterà mai nessun tipo di sensazione vista la scarna schematicità del procedimento.
Il fido Merle invece sarà quasi sempre al nostro fianco, per modo di dire, dato che la sua intelligenza artificiale non gli consentirà di darci chissà quale apporto in battaglia, lasciandoci praticamente soli a massacrare infetti. Zombie che invece godono di un I.A. piuttosto sviluppata (nonostante qualche bug che li fa incastrare negli spigoli) che permetterà loro, come già detto, di sentire i colpi d’arma da fuoco, i nostri rumori ed il nostro odore. Inoltre i nostri simpatici amici saranno in grado di abbattere le porte in legno risultando davvero inarrestabili in alcuni frangenti, a patto che si trovino in gruppo poiché un singolo zombie da solo non rappresenterà mai una minaccia per la nostra incolumità.
In tutto questo poi, vista anche la brevità (circa 6 ore) della campagna, risulta davvero incomprensibile non aver inserito delle missioni cooperative ad hoc o addirittura la possibilità di affrontare l’intera avventura in compagnia di un amico. Oltre che spezzare la monotonia di meccaniche che si ripetono pedissequamente una modalità cooperativa avrebbe sicuramente arricchito il gameplay rendendolo molto più ragionato e accattivante. Anche il livello di difficoltà risente, talvolta, dell’assenza di un compagno mettendoci difronte a sezioni davvero ostiche da superare in solitaria contrapposte a missioni veramente patetiche nella loro disarmante semplicità.
Make-up da dimenticare
Anche tecnicamente Survival Istinct non brilla, anzi. Modelli poligonali e texture sembrano ripresi da una generazione precedente, le ambientazioni totalmente spoglie e prive di qualsivoglia interazione. Level design castrante al massimo e sonoro veramente infimo. A parte gli effetti delle armi, non proprio esaltanti è da segnalare la, praticamente totale, mancanza di una colonna sonora, scelta azzeccata in alcuni frangenti visto che ci permetterà di sentire i rumori dell’ambiente e gli inquietanti grugniti degli zombie, ma a volte davvero desolante. Stavolta poi non si salva nemmeno il doppiaggio originale, del tutto privo di mordente e senza quel tono drammatico che dovrebbe caratterizzare l’umore dei personaggi.
Il morto che non cammina
The Walking Dead: Survival Istinct è la più classica delle commercialate che approdano nei negozi sfruttando il successo di una licenza cinematografica o televisiva come in questo caso.
Questa produzione AMC Studios cerca di riproporre l’atmosfera claustrofobica e votata alla sopravvivenza che permea la serie TV e in un certo modo ci riesce ma va a scontrarsi con una struttura di gioco profondamente ripetitiva, ad una realizzazione tecnica da dimenticare e soprattutto ha la colpa di sprecare malamente un sacco di buone idee che avrebbero sicuramente permesso al titolo di elevarsi sopra una sufficienza striminzita.
Ai fan della serie potrebbe piacere ma scordatevi una narrativa appassionante o chissà quali spunti geniali, prendetelo soltanto come un FPS con qualche povero zombie da massacrare, tra uno sbadiglio e l’altro.