Recensione The Last of Us Remastered
La scorsa generazione di console non è stata delle più semplici per Sony, con un lancio di Playstation 3 a tratti traumatico a causa di un prezzo fin troppo elevato e una line-up di titoli che faticava a colpire nel segno. Solo col tempo PS3 è riuscita a risollevarsi e una parte del merito lo deve anche ai ragazzi di Naughty Dog.
Il team californiano è da sempre riuscito a creare delle icone del mondo dei videogiochi sin dai tempi di PSOne e in seguito su PS2, e lo dimostra il fatto che tutti vorrebbero un ritorno di Crash Bandicoot o di Jak & Dexter. Con PS3 gli sviluppatori non sono stati da meno con la creazione della saga di Uncharted, una delle più amate dai fan del monolite nero, e poi con The Last of Us, da molti definito il gioco della generazione.
di: Luca Saati
La scorsa generazione di console non è stata delle più semplici per Sony, con un lancio di Playstation 3 a tratti traumatico a causa di un prezzo fin troppo elevato e una line-up di titoli che faticava a colpire nel segno. Solo col tempo PS3 è riuscita a risollevarsi e una parte del merito lo deve anche ai ragazzi di Naughty Dog.
Il team californiano è da sempre riuscito a creare delle icone del mondo dei videogiochi sin dai tempi di PSOne e in seguito su PS2, e lo dimostra il fatto che tutti vorrebbero un ritorno di Crash Bandicoot o di Jak & Dexter. Con PS3 gli sviluppatori non sono stati da meno con la creazione della saga di Uncharted, una delle più amate dai fan del monolite nero, e poi con The Last of Us, da molti definito il gioco della generazione.
Adesso Sony è totalmente concentrata su PS4, il cui lancio è stato l’esatto opposto rispetto alla console che l’ha preceduta. La console è andata praticamente a ruba nei primi mesi del lancio ma purtroppo anche questa volta la line-up fatica a decollare. Così, in attesa dei tripla A che mostreranno (si spera) di cosa è veramente capace PS4, ecco spuntare nei negozi un Remastered dell’ultima fatica dei Naughty Dog, pronto a far parlare nuovamente di sé e soprattutto pronto a emozionare quei giocatori che non hanno avuto la possibilità di vivere quell’avventura, o perché no di catturare nuovamente quei giocatori che un anno fa, su PS3, hanno amato le vicende di Joel e Ellie.
Ancor più bello di prima
Di solito in una recensione si parte analizzando la trama, ma in questo caso stiamo parlando di un Remastered di un titolo uscito poco più di un anno fa in cui l’aspetto tecnico è sicuramente il motivo d’interesse di molti, se non di tutti.
The Last of Us su PS3 era spanne sopra a qualunque titolo uscito fino a quel momento, e fare di meglio su PS4 forse non era un compito così semplice dopotutto. Su PS4 l’impatto generale non è più lo stesso di un anno fa ovviamente, ma Naughty Dog ha comunque fatto un ottimo lavoro per non sfigurare contro gli ultimi arrivati su next-gen.
The Last of Us Remastered gira a 1080p e 60 fotogrammi al secondo, e la differenza con la sua controparte PS3 si vede eccome. La risoluzione in Full HD offre un dettaglio superiore, a giovarne in particolare sono i volti che adesso risultano più espressivi. L’impatto iniziale con i 60 fotogrammi al secondo è spiazzante e rende l’esperienza di gioco molto più coinvolgente e immersiva, e di conseguenza la reattività dei comandi risulta ovviamente migliore e più precisa. Migliorate anche le texture, adesso molto più definite, e l’illuminazione generale, molto più realistica. Anche l’orizzonte visivo è migliorato negli spazi più aperti, con gli oggetti in lontananza molto più dettagliati.
Tra gli aspetti negativi segnaliamo qualche sporadico calo di framerate e un dettaglio delle ombre poco definito che risultano pixellose. Se preferite un’esperienza più stabile, Naughty Dog vi da la possibilità di bloccare il framerate a 30 FPS, permettendo in questo caso alle ombre di essere più definite. A parte questa lieve differenza, il nostro consiglio è quello di giocare The Last of Us Remastered senza il blocco del framerate per un’esperienza nettamente migliore.
Per quanto riguarda l’aspetto sonoro, non ci sono particolari miglioramenti rispetto all’edizione uscita lo scorso anno. Resta dunque confermato l’ottimo doppiaggio in italiano, gli ottimi effetti sonori e l’eccezionale colonna sonora.
Non solo The Last of Us
Dopo il lancio su PS3, The Last of Us ha ricevuto una serie di contenuti aggiuntivi che ovviamente sono stati inseriti in questa versione Remastered su PS4. Troveremo dunque, oltre all’avventura originale di The Last of Us, l’espansione single player Left Behind che ci permetterà di impersonare Ellie negli eventi che hanno preceduto la sua avventura con Joel, le due espansioni per il multiplayer con otto mappe aggiuntive e un nuovo livello di difficoltà che metterà a dura prova i giocatori che desiderano un’esperienza ancora più hardcore.
Il tutto è ovviamente a favore della longevità che richiederà 15-20 ore solo per il completamento dell’avventura principale, più un altro paio di ore per Left Behind. Ovviamente questo aspetto varierà molto a seconda del livello di difficoltà e da quanto vogliamo esplorare gli ambienti alla ricerca dei collezionabili. A tutto ciò aggiungiamoci anche il multiplayer che potrebbe impegnarvi per un bel quantitativo di ore se riuscite a farvi catturare.
Non i soliti zombie
Di videogiochi a tema zombie ne abbiamo visti a decine in passato, ma solo The Last of Us è riuscito prendere un tema così diffuso e donargli una maturità e una crudezza visti raramente nel mondo dei videogiochi. L’opera dei Naughty Dog riesce inoltre, grazie alla sua narrativa, a contestualizzare e giustificare la violenza come nessun videogioco è riuscito a fare precedentemente. The Last of Us riesce a catturare il giocatori sin dai primi minuti del prologo e colpisce come un pugno nello stomaco fino al termine delle avventure di Joel ed Ellie. Lasciando anche un po’ di amaro in bocca sul non troppo scontato finale.
Anche a livello di gameplay The Last of Us si differenzia dal solito videogioco con i zombie. Precisiamo che di rivoluzionario non c’è nulla, siamo di fronte a una commistione di generi che prende elementi tipici degli stealth, dei TPS e dei survival. Quest’ultimo elemento viene esaltato in particolare ai livelli di difficoltà più alti. Durante le fasi più tranquille sarà fondamentale l’esplorazione degli ambienti alla ricerca di munizioni e di oggetti utili per costruire bombe, kit medici e molotov. Prima di iniziare uno scontro a fuoco bisognerà pensarci più di una volta per non sprecare le preziose munizioni, un approccio più tattico e ragionato è sicuramente più consigliato. L’intelligenza artificiale non risulta purtroppo migliorata rispetto alla versione PS3. Che sia chiaro, l’IA avversaria è forse la migliore che si sia mai vista fino ad’ora, ma i problemi sorgono con l’IA dei compagni. Nelle fasi stealth infatti Naughty Dog ha scelto di rendere praticamente invisibili i nostri compagni agli occhi dei nemici, se ci fermassimo qui sembrerebbe una scelta sensata per non cadere in frustranti game over per colpe che non ci appartengono. Il problema è che più di una volta vediamo ad esempio i nostri compagni correre in presenza di clicker rovinando l’atmosfera generale. Si tratta comunque di un difetto marginale, rispetto a una tale solidità e varietà di gameplay.
Commento finale
Il lavoro svolto da Naughty Dog su questa versione esalta ancora di più le qualità di The Last of Us. Chi lo ha già giocato su PS3 difficilmente troverà dei motivi per acquistare e rigiocare questa versione Remastered su PS4. Chi invece non ha avuto la fortuna di giocarlo lo scorso anno, farà ovviamente bene a fiondarsi su questa versione che a un prezzo più basso dei canonici 70€ potrà vivere la splendida avventura di Joel ed Ellie al massimo dei dettagli, arricchita da una serie di contenuti aggiuntivi di ottima qualità. Anche a un anno di distanza The Last of Us resta un capolavoro.