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Recensione The 7th Guest VR

di: Marco Licandro

Vi piacciono i puzzle? No, non parlo di cruciverba e sudoku, e neanche di immagini scomposte a pezzi. Parlo di enigmi, di quelli vecchio stile, con oggetti fisici da muovere, pulsanti da premere, e simboli da decifrare. Quelli che hanno tutto per essere risolti sin da subito, e quelli che invece richiedono esplorazione e ricerca. La risposta è sì? In tal caso, gettatevi a capofitto in questa recensione senza spoilers, così da addentrarvi nel nuovo titolo di Vertigo Games: The 7th Guest VR.

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L’ospite senza invito

The 7th Guest è in realtà un gioco d’avventura risalente al 1993, uno dei primi ad uscire in cd-rom, che permetteva esplorazione di ambienti tridimensionali prerenderizzati, e filmati con attori reali inclusi nella storia. Esatto, proprio come Myst!

Nel gioco dovevamo esplorare una grande villa dove Henry Stauf aveva invitato sei ospiti, oguno di questi spaventati e manipolati affinché gli facessero un piccolo innocente favore: incontrare il settimo. Al momento di esplorare, saranno passati svariati anni, e la villa sarà ormai in malora, ma i puzzle inclusi all’interno non lo saranno. In un mix di brividi ed umore macabro, il giocatore dovrà ripercorrere gli eventi di quella notte, rivivere le azioni dei vari ospiti, risolvere i vari enigmi sparsi in ogni dove, ed infine arrivare alla verità oscura del luogo.

Lo stesso accade in The 7th Guest VR, remake completo del titolo, 30 anni dopo l’uscita originale, che farà felicissimi i fan del primo ma anche i nuovi arrivati, grazie a delle belle grafiche, un gameplay adatto all’utilizzo delle mani, numerosi enigmi simili ma al contempo rivisti, ed una esperienza degna di una escape room moderna.

Tra presente e passato

Sin da subito ci renderemo conto di quanto il team di Vertigo Games abbia curato l’ambientazione ed il gameplay, creando una immersione abbastanza coinvolgente da parte del giocatore. Remando verso la villa, in cima di una barca, apprenderemo immediatamente come le mani siano il nostro metodo di interazione primario, afferrando oggetti, muovendoli, ed interagendo con l’ambiente. 

Una lanterna ci permetterà di illuminare lo spazio intorno a noi rivelandone l’aspetto originale, così come era in passato. Questa caratteristica ci permetterà di riparare un ponteggio rotto con il tempo (meccanicha presente solo all’inizio), impaurirci per via di macabri ritratti, e al contempo si rivelerà estremamente utile grazie all’abilità di mostrare i messaggi nascosti che forniranno indizi per avanzare.

Per mandare avanti la storia, dovremo posizionarci in alcuni punti specifici e illuminare dei contorni astratti e cangianti, così da far materializzare il passato di fronte ai nostri occhi. Sarà come guardare un film con attori reali, grazie alla cattura volumetrica, che si muoveranno ed attueranno davanti a noi. Martine, Edward ed Elinor, Julia, ma anche Hamilton e Brian. Ognuno con la sua professione, personalità, ma anche motivazioni. 

Entrando nelle varie stanze, scopriremo che ognuno dei vari ospiti è stato messo alla prova con alcuni puzzle, che spetterà a noi completare così da andare avanti con la trama e scoprire tutto su questo settimo ospite, e sul perché Henry Stauf sia così ossessionato dal trovarlo.

Una escape room a stanze

Benché la villa sia esplorabile liberamente, le stanze saranno tutte chiuse a chiave. Ogni volta che la trama andrà avanti, ascolteremo i rintocchi dell’orologio che segneranno l’apertura di una nuova porta, permettendoci così di entrare ed esplorare.

Ogni stanza mostrerà i segni del tempo, e sarà oscura e priva di luce. Sarà infatti la nostra lanterna ad illuminare la via, mostrandoci l’ambiente così come era nel passato, e rivelando scritte invisibili, nonché materializzando oggetti assenti nella loro forma originale. I quadri alle pareti riveleranno immagini macabre, come occhi dentro il cibo, gente senza testa, sangue e sguardi maligni. La villa di Stauf non è un luogo felice, e presto ci renderemo conto del perché.

Ogni stanza avrà svariati puzzle al suo interno, e questi ultimi saranno ancorati alla stanza in questione. Ciò significa che non dovremo andare in giro per l’intera villa per poter risolvere gli enigmi, ma allo stesso tempo non tutti gli enigmi saranno pronti per essere risolti. Alcuni puzzle, infatti, richiederanno pezzi mancanti, o sproneranno il giocatore a cercare indizi sparsi per la stanza, visibili o invisibili, così da mettere insieme il tutto e porre alla prova le nostre capacità logiche. 

Non vi è solo un tipo di enigma, ma ve ne saranno svariati, con diverse logiche ed istruzioni, il tutto senza mai spiegarne apertamente le regole. Dovremo quindi toccare, spostare, ruotare ed afferrare tutto ciò che incontreremo. A volte saranno oggetti utili, altre saranno solo una distrazione, ma piano piano arriveremo a capire il funzionamento così da trovare la soluzione al puzzle, il quale una volta risolto ci darà qualcosa di prezioso o attiverà il proseguimento della storia.

Non solo puzzles

Nonostante gli enigmi siano il cuore centrale dell’esperienza, quest’ultima è arricchita anche dall’ambientazione mistica, dalle presenze che scompariranno al guardarle, dalle musiche, dai suoni, ma anche dalla lore del gioco che verrà rivelata scoprendo dei vinili e piazzandoli nel giradischi, azionando dei carillon, o trovando foto sparse per le stanze che racconteranno la storia del proprietario della villa, così da capire le motivazioni del suo invito.

Sparse in ogni dove vi saranno anche delle monete, che potranno essere utilizzate per sbloccare alcuni indizi sul da farsi. Avremo infatti a disposizione una sorta di mappa dispensatrice di indizi sotto forma di una tavoletta molto simile alle ouija, quelle usate per le invocazioni spiritiche, il tutto per rendere l’esperienza ancora più surreale e spaventosa, pur non sfociando mai nell’orrore o spaventando il giocatore, ma rimanendo sempre in quel limbo che rende questo tipo di esperienza piacevole e a tema.

Le grafiche di gioco sono veramente suggestive, ben fatte, nonché dinamiche ed in generale adeguate all’esperienza e consone al costo del prodotto. Ciononostante sarà facile notare alcuni rese visive per così dire pigre, con solo textures anziché dei veri modelli poligonali, o in particolare alcuni ritratti a bassa risoluzione che rendono più complesso di quanto dovrebbe la soluzione di alcuni puzzles. Da notare anche la mancanza di riflessi ed una illuminazione dinamica, che specialmente con l’utilizzo della lanterna avrebbero dato al titolo quella marcia in più.

Pronti per l’avventura?

The 7th Guest VR è un remake che farà felici i fan dell’originale, ma anche i nuovi giocatori che scopriranno per la prima volta questo titolo. Grazie a svariati puzzle ben bilanciati, ed un livello di sfida non troppo complesso ma al contempo non banale, il giocatore potrà perdersi nei meandri della villa come fosse in una grande escape room mistica con elementi di terrore, che per il costo di 30€ vi intratterrà per quelle 6-9 ore di gioco, a seconda dell’abilità e della voglia di trovare tutti i collezionabili. Il titolo realizzato da Vertigo Games è quindi ben confezionato, e che sicuramente farà felice i fan del genere. Il gioco è disponibile sin da subito per PSVR2, Meta Quest 2 e Meta Quest 3. Non fatevelo scappare.