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Recensione Tetris Effect: Connected – Rez Infinite

di: Simone Cantini

Tra le esperienze che avevo maggiormente apprezzato in compagnia del vecchio PVSR figurano, senza ombra di dubbio, due produzioni firmate Enhance, che avevano avuto il merito di aver riportato in chiave virtuale due classici intramontabili del gaming. Che tornano oggi anche su PSVR2, grazie ad una coppia di versioni native che, al netto della discutibile politica di upgrade, rappresentano la migliore incarnazione possibile di Tetris Effect: Connected e Rez Infinite.

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Linee, suoni e colori

C’è davvero poco da dire in merito al gameplay che gestisce questi due titoli, dato che chiunque, almeno una volta, avrà di sicuro incrociato il pad con le loro meccaniche. Che si presentano sostanzialmente immutate anche in questa loro nuova incarnazione diretta specificatamente al nuovo visore per realtà virtuale di casa Sony. Di Tetris Effect: Connected avevo già avuto modo di parlare su queste pagine già in occasione della prima installazione (come potete leggere qua), e le differenze tra la nuova release e la precedente si traducono davvero in una manciata risicata di feature. Il core dell’esperienza, al solito, sarà la modalità Viaggio, che ci presenterà una serie di livelli da superare a colpi di linee e tetramini ben posizionati. La differenza principale con il classico modus giocandi del titolo, pertanto, sarà rappresentata dall’attivazione della Zona, ovvero una peculiare meccanica che, una volta caricata, ci consentirà di fermare il tempo per una manciata di secondi, così da accumulare linee su linee senza che queste vengano subito distrutte. Il tutto si traduce in una sorta di ultra combo non appena il flow di gioco riprenderà a scorrere, indispensabile per massimizzare il punteggio ed ottenere così la migliore valutazione una volta portato a termine lo stage. Un ulteriore plus, inoltre, ci giunge dalla peculiare messa in scena di impronta fortemente sinestetica, forte di una soundtrack in grado di adattarsi dinamicamente all’azione, al pari della coreografia visiva che impreziosisce ciascun livello. Quello che esce, soprattutto con il visore calzato sulla testa, è un turbinio di suoni ed immagini in grado di fondersi alla perfezione con il rodato gameplay, così da dare vita ad un coinvolgimento a 360°, che esce ancora più corroborato dalla resa in 4K del PlayStation VR2. Le uniche concessioni nei confronti delle nuove feature dell’headset, al di là della resa visiva, sono un blando utilizzo dell’eye tracking, che ci permetterà di attivare la Zona semplicemente chiudendo gli occhi, oltre al feedback aptico del casco e dei controller, con questi ultimi che sfrutteranno anche i trigger adattivi, seppur in modo assai marginale. Per il resto, quindi, tutto è rimasto identico alla vecchia installazione, con la modalità multiplayer e le altre opzioni ludiche che non hanno subito alcuna iniezione in termini puramente quantitativi. Il che, comunque, non è certo un male, visto che parliamo di un prodotto eccellente sotto tutti i punti di vista.

Perso nella rete

Un discorso analogo può essere fatto, pertanto, anche in merito a Rez Infinite, che anche in questa sua versione nativa PSVR2 si limita ad effettuare piccole correzioni a quanto si era già giocato qualche anno fa. Per chi non ha mai affrontato prima il peculiare titolo sviluppato da Tetsuya Mizuguchi, posso dire che anche in questo caso viene davvero difficile scindere il puro gameplay dal contorno estetico/sonoro che ammanta ciascuno stage. In soldoni noi comanderemo l’entità digitalizzata di un hacker, il cui compito sarà quello di violare una serie di livelli della rete, eliminando le varie minacce per poi far fuori il boss di turno. L’azione è quella di una sorta di on-rail shooter, con il nostro avatar che si muoverà autonomamente, mentre il nostro compito sarà quello di controllare il mirino posto dinanzi a noi. Obiettivo, oltre che sopravvivere sino alla fine, sarà quello di eliminare quanti più virus alla volta, magari seguendo il flow della musica, così da ottenere un punteggio sempre più elevato. Concettualmente molto semplice, il vero plus dell’esperienza offerta da Rez Infinite, qualunque sia la modalità di gioco scelta, ci viene dalla fusione perfetta tra estetica e sostanza, capace di dare vita ad un amalgama avvolgente ed avvincente. Anche in questo caso, come per Tetris Effect: Connected, le novità introdotte da questa nuova versione si limitano alla maggiore pulizia grafica (notevole, comunque), al supporto all’eye tracking per il controllo del mirino (meno efficace del semplice movimento della testa, che personalmente preferisco) ed al feedback aptico dell’headset. Insomma, come prima ci troviamo davanti ad un semplice compitino, ma che comunque non può certo compromettere la bontà dell’esperienza, che si attesta ancora una volta su livelli di eccellenza. Le criticità, pertanto, sono da ritrovare nella scelta, non proprio player friendly, di non offrire gratuitamente quella che pare una semplice patch a tutti coloro già in possesso delle vecchie versioni. Vero che parliamo di una cifra contenuta (9,99 Euro per ciascun titolo), ma data la mole contenuta di interventi aggiuntivi, la trovo una mossa non proprio simpatica.

Tetris Effect: Connected e Rez Infinite tornano su PSVR2 grazie alle loro due migliori versioni in commercio, capaci di offrire il rodato ed eccellente gameplay già visto in passato, in aggiunta ad una pulizia virtuale come mai si era visto sino ad ora. Giocare con in testa il nuovo visore Sony, difatti, allo stato attuale dei fatti rappresenta il modo più convincente per sperimentare la commistione di gioco, immagini e suoni che le due produzioni Enhance hanno da offrire. Peccato per la scelta non troppo felice di non offrire gratuitamente l’upgrade gratuito a questa nuova installazione, ma al netto di ciò ci troviamo al cospetto di due titoli in grado di rendere giustizia ancora una volta a queste loro declinazioni in salsa virtuale.