Recensione Terra Alia
di: Donato MarchisielloIl settore della realtà virtuale, dalla sua “reale” commercializzazione avvenuta solo pochi anni fa, ha introdotto, nei fatti, non solo un nuovo modo di vivere l’esperienza videoludica, ma anche di (ri)pensare i generi videoludici ormai capisaldo dell’ambito gaming. In modo particolare, il VR è riuscito a spingere l’acceleratore sul divertimento e l’immedesimazione (al momento, però, al costo di una certa “arretratezza” tecnologica rispetto alle controparti “tradizionali”). E, ancor di più, i due citati fattori emergono nelle esperienze educative, spesso e volentieri, in passato, quasi sempre qualche passo indietro a livello purammente meccanico nei confronti di titoli più “ordinari”. Terra Alia, sviluppato da 30 Parallel Inc., rientra esattamente in questo ambito: un gioco basato sull’apprendimento di una lingua straniera, ora finalmente traslato anche per realtà virtuale dopo il suo rilascio, nel 2021, per diverse piattaforme standard. Ma parole e realtà virtuale, come si “mischieranno”?
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Terra Alia è un gioco d’azione con vividi elementi ruolistici, caratterizzato da una classica (per il settore VR) visuale in prima persona. Come già detto in incipit, il titolo in realtà si pone come uno stuzzicante ibrido tra un più classico gioco di ruolo, con tanto di combattimenti e potenziamento del proprio alter-ego, misto ad una esperienza didattica dove, sostanzialmente, saremo chiamati ad apprendere diversi vocaboli in una delle 10 lingue che è possibile selezionare. Si badi bene: una volta completata la campagna, che orientativamente durerà all’incirca una decina d’ore, non avremo appreso in modo fluente una lingua straniera ma, sicuramente, avremo immagazzinato un buon numero di parole nella stessa. Dunque, 30 Parallel Inc. non ha nei fatti collezionato un “corso d’inglese”, ma piuttosto una viviva esperienza ludica basata sulla memorizzazione e l’apprendimento di diverse parole e/o frasi. Come ogni gioco di ruolo che si rispetti, anche Terra Alia avrà una sua ambientazione (che non può non farci pensare ai meandri incantati di Hogwarts) ed una sua storia: nel gioco, interpreteremo un giovane studente di una rinomatissima accademia di magia che, suo malgrado, sarà coinvolto nel mistero circa la sparizione della sua insegnante di magia, la professoressa Esperanto.
Ella, da volpe astuta, ci ha lasciato tutta una serie di indizi che, a colpi di enigmi, ricerche e combattimenti, ci condurrà per “mano” attraverso una storyline sostanzialmente semplice e scontata, ma non per questo poco piacevole. Se volessimo ridurre il complessivo gameplay del titolo al suo scheletro concettuale, in sostanza Terra Alia ci vedrà, grazie ad un più classico “raggio puntatore” tipico della realtà virtuale, illuminare diversi oggetti, con la successiva apertura di un micro-pannello che ci indicherà il nome degli stessi nella lingua da noi prescelta. Una volta visualizzato il termine, saremo chiamati a ripeterlo a voce, sfruttando il microfono del nostro visore. Se la pronuncia sarà perfetta, “conquisteremo” il vocabolo che, solitamente, sarà parte integrante della risoluzione di una missione o di un particolare puzzle. Le parole conquistate, però, saranno anche il perno più squisitamente combattivo di Terra Alia: nel gioco, infatti, saremo chiamati a sfidare diversi nemici a colpi di incantesimi, ovviamente basati sulle parole che scopriremo all’interno del gioco stesso e che ci appariranno, durante degli scontri a turni, in una schermata in sovraimpressione. Anche in questo caso, dovremo aver buona memoria poiché, in sostanza, combattere in Terra Alia significherà, sostanzialmente, sostenere una sorta di “quiz” in cui dovremo indovinare le parole corrette.
Man mano che procederemo innazi con il titolo, le cose si faranno un po’ più complicate, seppur al contempo apprenderemo incantesimi più potenti oltre che equipaggiamenti via via più forti. Nel gioco vi sarà anche una buona dose di esplorazione, la quale sarà naturalmente incentrata sull’apprendimento di nuovi termini e sul potenziamento (e la personalizzazione estetica) del nostro alter ego. Naturalmente, nonostante Terra Alia combini in modo piuttosto divertente sia caratteristiche da ruolistico per realtà virtuale, sia, come detto, sfaccettature fortissime da esperienza pedagogica, in realtà, com’è lecito attendersi, entrambi gli animi saranno traslati in modo sì positivo, ma limitato. Il gameplay sarà, di base, piuttosto ripetitivo e la complessiva esperienza, che non godrà di scelte capovolgenti o simili, risulterà non particolarmente longeva.
L’apprendimento, se non si ha un minimo di base nella lingua prescelta, sarà impostato sul concetto di “immagazzinamento mnemonico” dei termini, piuttosto che su di un progressivo insegnamento per concetti. Sia l’esplorazione, che il sistema ruolistico in sé unitamente alle battaglie, saranno divertenti passatempi, anch’essi però piuttosto semplificati rispetto allo standard. Naturalmente, il titolo richiederà una buona dose di pazienza anche se il sistema di gioco, in realtà, sarà fin troppo caritatevole nel darci per buone pronunce anche non particolarmente “fedeli” di alcuni termini. Limiti sì, come detto, evidenti se si ha esperienza ludica, ma che non danneggiano comunque sia Terra Alia che, a conti fatti, è uno dei titoli più innovativi e sperimentali presenti per realtà virtuale (ad un prezzo piuttosto contenuto).
Oltre a un singleplayer che trasporta il giocatore in tre biomi differenti, è presente anche una modalità multiplayer che vede i giocatori sfidarsi in match 2v2 in cui metteranno alla prova la loro prodezza linguistica in tre round, con partite disponibili in dieci lingue. Niente di trascendentale, ma se ci si appassiona al concept del gioco può essere un piacevole diversivo.
Da un punto di vista squisitamente tecnico, Terra Alia è un prodotto di buon livello relativamente alle possibilità offerta da Meta Quest 2. Gli ambienti, che sono visibilmente ispirati alla “fenomenologia” di Harry Potter, saranno piuttosto dettagliati e “vivi”. Perdono qualcosa, invece, i modelli poligonali, un po’ troppo generici e scarni, meglio invece i complessivi effetti magici (anche se, in realtà, non saranno proprio tantissmi). A livello di mera pulizia tecnica, 30 Parallel Inc. ha profuso un buon lavoro generale: il gioco non sarà propriamente esente da errori, come le classiche compenetrazioni poligonali (una sorta di “standard” per i moderni titoli per VR), ma durante i test non sono emersi bachi così pesanti da non permettere il prosieguo della nostra avventura. Anche per quanto concerne la relativa fluidità, Terra Alia si è dimostrato un buon prodotto che, quasi mai, si è mostrato singhiozzante durante le sessioni di gioco. Il sonoro, forse l’aspetto tecnico più importante del gioco, sarà di ottima fattura, così come i tappeti sonori che, seppur vagamente generici, risulteranno più che azzeccati per il contesto.
Terra Alia è, probabilmente, uno dei giochi più originali e sperimentali attualmente disponibili per il segmento VR. 30 Parallel Inc. ha confezionato un titolo ibrido, metà avventura ruolistica a turni, metà esperienza di apprendimento linguistico. Nonostante entrambe le parti presentino alcuni, evidentissimi limiti, l’esperienza complessiva di gioco, incorniciata ad una buona ambientazione vistosamente harrypotteriana e da una trama semplice ma piacevole, risulterà sicuramente divertente ed azzeccata. Nonostante il titolo, al momento, non sia particolarmente longevo, gli imminenti update (con tanto di scontri PVP in multiplayer) potrebbero tranquillamente rendere il gioco ancor più fruibile e divertente ad un prezzo, per gli standard, sostanzialmente contenuto.