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Recensione Teenage Mutant Ninja Turtles: Splintered Fate

di: Donato Marchisiello

Le Tartarughe Ninja sono un sinonimo degli anni ’80, seppur gli improbabili eroi creati dalla matita di Kevin Eastman e Peter Laird resistono alla secolarizzazione ed all’estrema velocità di “archiviazione perentoria” che i folli tempi odierni, fatti di superfici e velocità, sembrano aver adottato come vero e proprio culto. Tra film, live action, fumetti, libri e giocattoli, i nostri quattro ninja verdi sembrano ormai aver imparato a resistere piuttosto bene alle traversie del tempo. E, a dimostrazione di ciò, eccoci qui a parlare della versione PS5 di Teenage Mutant Ninja Turtles: Splintered Fate. Uscito inizialmente su PC a novembre dello scorso anno, è giunto poi su Switch e finalmente sulla console Sony. Dunque, varrà la pena affettare nemici nei panni dei mitici tartarugoni ninjeschi? Scopriamolo assieme.

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Teenage Mutant Ninja Turtles: Splintered Fate è un gioco d’azione con visuale isometrica, dalle forti tinte ruolistiche e roguelike. In modo particolare, quest’ultima caratteristica è predominante perché, come vedremo, la morte sarà il vero motore meccanico del gioco creato e prodotto da Super Evil Megacorp. Ma prima, un po’ di storia: il titolo “Splintered Fate” è tratto dall’evento centrale e scatenante della storia… il Maestro Splinter che viene rapito e trasportato in un’altra dimensione. Nella speranza di trovare e salvare il loro mitico maestro, le Tartarughe Ninja devono attraversare una vasta gamma di luoghi, che siano le fogne, una discarica o innumerevoli altre aree, il tutto condito da nemici di varie forme e colori resi con uno stile artistico crudo ma cartoonesco.

Va sottolineato immediatamente che, nonostante Splintered Fate possa essere affrontato in solitaria, il gioco è visibilmente strutturato per essere affrontato in co-op a quattro giocatori (nel gioco, presente nelle due forme locale e online). In modo specifico, guardando a perk ed abilità passive, si noterà sin da subito il buon lavoro svolto dagli sviluppatori nell’integrare combinazioni di skill studiate appositamente per il gioco di squadra, il che aggiunge una certa strategicità di fondo alle sessioni cooperative.

Dunque, dicevamo roguelike: gli aspetti “soft reset” del gioco sono diversi e centrali nel fluire dello stesso. Innanzitutto, il loop ludico del gioco ci vedrà sostanzialmente affrontare sessioni “rigide”, una volta scelto il nostro ninja preferito ognuno dotato di caratteristiche e abilità specifiche. In sostanza, ogni run sarà formata da una sequela di stanze/arene, ognuna delle quali conduce a boss e, infine, ad una nuova ambientazione. I nemici spaziano dai soliti soldati appiedati, passando per robot di varia specie e natura sino ai ninja e altri tipi di nemici più grandi. C’è molta varietà nelle tipologie di nemici del gioco, con i boss che, ovviamente, avranno meccaniche speciali e andranno affrontati secondo una specifica logica. Durante le nostre peripezie, otterremo diverse currency utili a potenziare le tartarughe durante le battaglie. Nel gioco vi saranno due “valute” differenti: una è direzionata all’ottenimento di piccoli oggetti temporanei, come i potenziamenti per la salute e altri tipi di power-up che durano solo per poche stanze. L’altra valuta è invece per i potenziamenti permanenti che saranno sostanzialmente condivisi tra i vari personaggi (come salute, danni, numero di scatti, ecc.).

A questo proposito, ogni personaggio giocabile avrà le sue specifiche caratteristiche. Leonardo sarà probabilmente il più versatile, Donatello ha la gittata più ampia in assoluto con il suo bastone, Raffaello è più veloce degli altri due sopra menzionati ma avrà uno stile di gioco “in your face”, mentre il simpatico Michelangelo ha la gittata e i danni minori, ma tutti i suoi attacchi vanno a segno più volte. Vi sarà utilizzabile anche il mitico Casey Jones, personaggio aggiunto successivamente via dlc e che sarà incluso nell’edizione PS5, sbloccabile procedendo innanzi con la trama. A diversificare ancor di più il nostro alter ego tartarughesco, vi saranno gli artefatti, oggetti speciali che non perderemo e che ci doneranno poteri e abilità specifiche.

Teenage Mutant Ninja Turtles: Splintered Fate

A livello più strettamente meccanico, avremo a disposizione un attacco base, uno scatto e due attacchi speciali. Lo scatto ha un tempo di recupero che non consente di utilizzarlo ripetutamente. I due attacchi speciali, invece, si caricano colpendo i nemici con gli attacchi base. Ogni tartaruga ha le proprie combo uniche per il proprio attacco e il proprio set di mosse speciali. In generale, seppur sostanzialmente divertente, il combattimento nel complesso si rivelerà abbastanza basico meccanicamente, con le dovute riserve vista la difficoltà medio/alta del gioco, ad un più canonico button mashing (seppur, come già detto, col cooperativo questa situazione va parzialmente riducendosi). Secondariamente, come ogni roguelike che si rispetti, la ripetizione è il fulcro centrale dell’esperienza: Splintered Fate, sebbene offra un’esperienza solida e divertente, non fa nulla o quasi per distinguersi dalla massa.

Il gioco, infatti, non ha una caratteristica od un guizzo speciale tale da renderlo unico e personale, limitandosi ad offrire un ventaglio di caratteristiche e meccaniche valide e pregevoli, seppur tutto sommato ordinarie e canoniche nel genere dei roguelike. A livello più squisitamente concettuale, il gioco “termina” già dopo un paio d’ore, lasciando la (veramente) ampia possibilità di personalizzazione della build del proprio personaggio, come unico “motore” dell’esperienza. Ma questa, ad onor del vero, è comunque una caratteristica “gioia/dolore” di ogni roguelike che si rispetti.

A livello tecnico non c’è di che lamentarsi: nonostante non rivoluzioni il mercato, Splintered Fate offre un’estetica cartoon di qualità e rispettosa dei canoni decennali delle Tartarughe Ninja. Ambienti e personaggi, seppur probabilmente un po’ limitati archetipicamente a lungo andare, sono tutto sommato realizzati in modo più che egregio. Nulla da eccepire sulla fluidità, ancorata ai 60 fotogrammi al secondo e che non singhiozzerà nemmeno nelle situazioni più caotiche. Buone le animazioni e la reattività dei comandi, così come anche lo stato generale del gioco a livello di pulizia (eccezion fatta per una certa tendenza, seppur sporadica, dei nemici a “nascondersi” in anfratti dello scenario, sparendo dalla visuale). Ottimo anche il comparto sonoro, con buone musiche ed effetti oltre che una complessiva recitazione vocale sorprendentemente ben realizzata.

Teenage Mutant Ninja Turtles: Splintered Fate

Teenage Mutant Ninja Turtles: Splintered Fate è un buon gioco d’azione di stampo con roguelike, con un’estetica pregevole e “rispettosa” della tradizione fumettistica, oltre che un gameplay complessivamente solido e divertente. Il cooperativo aggiunge diversi gradi di divertimento e strategicità al pacchetto ludico del gioco che, comunque vada, soffre dei classici problemi di (quasi) tutti i rappresentanti del settore, una irrimediabile ed irreversibile ripetitività. Detto ciò, ad un prezzo accessibilissimo, il gioco potrebbe rivelarsi un inaspettato ammazza tempo di valore, soprattutto se si ha una persona con cui giocarlo.