Recensione Synduality: Echo of Ada
di: Donato MarchisielloGli sparatutto ad estrazione, lentamente, si sono ritagliati una fetta di mercato via via più consistente. Dal 2017 quando Escape from Tarkov, nel silenzio generale, ha fatto capolino apportando una certa innovazione nel settore degli shooter in prima persona, diversi canoni, almeno in parte, sono caduti. Oggigiorno, il mantra “spara ed estrai” ha invaso anche proprietà intellettuali di alto livello commerciale, come Call of Duty. Ma, in questa sede, parleremo di Synduality: Echo of Ada: sviluppato da Game Studio e pubblicato da Bandai Namco Entertainment, il prodotto entra a gamba tesa nel mercato, con una sua spiccata personalità. Infatti, oltre alle concrete meccaniche ludiche, il gioco propone un’ambientazione originale, una linea di trama coerente oltre che un’estetica anime di alta qualità e… robottoni da combattimento! Ma bando alle ciance, ecco a voi la recensione di Synduality: Echo of Ada nella sua versione PlayStation 5.
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Synduality: Echo of Ada è uno sparatutto in terza persona online, contaminato da elementi tipici degli shooter ad estrazione e con un’estetica pesantemente manga/anime: qualcosa di veramente nuovo e inedito per il mercato delle console, soprattutto pensando al fatto che, i veri protagonisti, sono dei possenti mech da battaglia. Come anticipato nell’introduzione, il prodotto di Bandai ha dalla sua una ambientazione ed una trama coerenti ed originali: basato su una IP anime esistente, Synduality offre molta più narrativa di uno sparatutto ad estrazione standard. La storia generale attinge da classici temi post-apocalittici: ci troviamo nel 2222 e l’umanità è sull’orlo dell’estinzione in un mondo distrutto da piogge tossiche, con la società costretta a vivere nel sottosuolo per sopravvivere ed evitare le creature mortali che ora si aggirano sulla desolata superficie.
In qualità di Drifter, nulla più nulla meno che piloti di mech, dovremo accettare contratti che ci vedranno avventurarci in superficie alla ricerca di risorse preziose e non solo, il tutto con l’obiettivo di tornare sani e salvi al rifugio sotterraneo col bottino guadagnato, per potenziare le nostre strutture di supporto e, soprattutto, il mech. Ma, col proseguire della storyline, man mano, si rivelerà ai nostri occhi un mistero più grande oltre al classico tema della sopravvivenza durante la fine del mondo, gradualmente centellinato ai nostri palati con il progressivo completamento dei vari obiettivi per le organizzazioni che assumono i Drifter. Dunque, narrativamente parlando, il gioco offre una linea di trama che, per quanto non particolarmente originale o rivoluzionaria, sarà solida ed interessante. Una marcia in più, rispetto al “deserto siderale” standard che attanaglia la gran parte degli esponenti del settore, focalizzati interamente sull’estrazione e sulla componente PVP.
Pad alla mano, Synduality: Echo of Ada si svolge in modo non troppo dissimile da un classico sparatutto ad estrazione: verremo catapultati in una mappa piuttosto vasta, con l’obiettivo di accumulare risorse (specialmente gli AO Crystal, fonte di energia), affrontare pericoli di varia natura, costituiti sia da mostri governati dall’ia sia da altri giocatori, per poi raggiungere degli enormi ascensori puntati verso il sottosuolo e, così, completare l’estrazione evitando, dunque, d’esser terminati e perdere quanto sin lì raccolto. Completare le missioni ci farà ottenere denaro, oltre che reputazione con le fazioni che ci proporranno una sorta di sotto-obiettivi (generalmente, legate all’uccisione di target o alla raccolta di materiali) ed esperienza. Vi saranno anche missioni speciali in solitaria, incentrate su sfide di combattimento diverse, con incontri contro mech controllati dall’IA che generalmente offrono un’esperienza più dinamica rispetto ai mostri “ordinari”.
Il gioco di Bandai Namco ha diverse frecce al suo arco, che lo rendono sui generis: a partire dai Magus, un’IA che ci affianca e che aiuta come supporto, fornendo informazioni sulla posizione, dettagli sui nemici e persino abilità di supporto di varia natura, tra abilità difensive, strategiche o pienamente offensive. Man mano che si avanza, si sbloccherà l’accesso al Garage, che funge da base operativa e sarà, sostanzialmente, uno dei fulcri dell’esperienza. Nel garage è possibile potenziare la cassaforte e gli strumenti, comprese le armi, e accedere alle opzioni di personalizzazione del negozio e del guardaroba per il Magus. Il combattimento in Synduality: Echo of Ada è coinvolgente, reattivo e divertente anche grazie ad una buona selezione di strumenti di offesa: le armi si differenziano per gittata, capacità di munizioni (ve ne saranno di due tipi, Live ed Energy), potenza e cadenza di fuoco, offrendo numerose opzioni per soddisfare diversi stili di gioco.
I mostri dell’IA e gli elementi ambientali aggiungono imprevedibilità durante il PvP, anche se il fighting system, alle volte, pare soffrire di un pizzico di imprecisione e di una certa tendenza degli strumenti in nostro possesso ad esaurirsi piuttosto velocemente. In generale la formula ludica, per quanto definibile standard con qualche “guizzo” personale, funziona ed è abbastanza solida, tale da invogliare il giocatore a tornare. Forse, una delle problematiche del day one, è una certa lentezza nella progressione dovuta, principalmente, alle notevoli quantità di risorse necessarie per il power up dei principali aspetti del gioco. In aggiunta a ciò, nonostante la presenza di missioni pseudo-single player, la routine di gioco sarà unidirezionale e legata, comunque vada, agli standard del settore extraction.
Come ogni esperienza PVP che si rispetti, anche il prodotto di Bandai Namco non è esattamente bilanciato al day one, con delle armi che negli scontri risulteranno molto più semplici da utilizzare rispetto ad altre. Per dovere di cronaca, in aggiunta, va segnalato che all’interno di Synduality: Echo of Ada vi saranno microtransazioni, unicamente votate ad accelerare i tempi di costruzione ed upgrade dei vari componenti. Quest’ultima, una scelta in pieno stile mobile che stona, a conti fatti, con il fatto che il prodotto di Bandai Namco non è un classico free to play, ma un gioco a pagamento. Al contempo, un po’ come funziona ormai per quasi ogni gioco multiplayer competitivo, sono disponibili anche un pass di battaglia premium ed una valuta a pagamento, legati essenzialmente a prodotti cosmetici.
Tecnicamente parlando, il lavoro di Bandai Namco è sicuramente pregevole e di alta qualità. L’estetica generale è di alto profilo, a partire dai mech, veri protagonisti “visuali” del gioco. Gli ambienti, al contempo, si presentano sufficientemente variegati e dettagliati: in generale, il level design è tentacolare e particolareggiato, tale da rendere invitante l’esplorazione e avvincenti gli eventuali scontri a fuoco. A livello di pulizia tecnica, il prodotto è di già a buon livello: tolta qualche compenetrazione poligonale qui e lì, qualche leggero rallentamento in zone un po’ più dense di oggetti e dettagli, non v’è nulla di eclatante o game-breaking da segnalare. Buono anche il comparto audio, con tutta una serie di effetti che rendono verosimile il nostro girovagare con degli enormi bestioni di metallo.
Synduality: Echo of Ada ha il potenziale per ritagliarsi una propria nicchia di appassionati, essendo uno sparatutto di estrazione accessibile e piuttosto originale. Il gunplay fluido rende l’esperienza PvPvE entusiasmante e il nuovo sistema Magus è interessante e, potenzialmente, rivoluzionario. Il gameplay, in generale, è fondato su meccanismi piuttosto precisi (seppur non perfetti) ma, sebbene ciò, il prodotto di Bandai Namco non sfugge dalle classiche routine degli sparatutto di estrazione. Con un lungo supporto, potrebbe emergere come un valido e capace concorrente in questo genere, ogni giorno sempre più affollato.