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Recensione Synapse

di: Simone Cantini

Tra i recenti titoli che sono stati in grado di riscuotere un discreto successo sia sul fronte della critica, che dei puri player, troviamo quel Contro che si è dimostrato capace di mettere in mostra il talento di Remedy nel dare vita a gameplay adrenalinici e galvanizzanti. Sebbene con i suoi bravi distinguo, l’avventura di Jesse Faden è riuscita a riportare alla mente i fasti di un Max Payne oramai affidato al flusso dei ricordi, che proprio nel lontano 2001 riuscì a portare alla ribalta il team di Sam Lake e soci. E se, oggi, vi dicessi che grazie a PSVR2 è possibile scatenare in prima persona, sebbene declinate all’interno di un contesto differente, le devastanti abilità di Jesse? Non ci credete? Beh, allora dovreste proprio mettere le mani su Synapse.

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Nella mente del killer

Con Synapse, i ragazzi di nDreams hanno confezionato un’avventura sci-fi dai toni sicuramente non troppo originali, ma che nonostante tutto, anche in virtù del particolare escamotage ludico che contraddistingue il lavoro del team, riesce ad incuriosire a dovere il giocatore. Nei panni di un non meglio precisato agente speciale, verremo convocati presso una struttura, al cui interno sarà presente il corpo sedato del colonnello Peter Conrad, leader di un’organizzazione terroristica in procinto di scatenare un devastante attacco batteriologico, in grado di mettere in serio pericolo la sopravvivenza umana. Inutile dire come spetterà a noi cercare di sventare il piano criminale, entrando letteralmente nella mente dell’uomo per mezzo di un avveniristica apparecchiatura in odor di Inception, che ci permetterà di attraversa gli strati mentali della sua coscienza, in cerca degli indizi necessari a debellare la minaccia. Naturalmente la psiche di Conrad non resterà inerme mentre cercheremo di scardinarne i segreti, pertanto ad attenderci troveremo una serie di agguerriti soldati, pronti a farci (più o meno, dato il contesto) la pelle. Fortunatamente anche noi avremo dalla nostra parte una buona dose di abilità combattive che, tra armi e poteri psichici, ci aiuteranno a superare i nove stage in cui è suddivisa ciascuna run di questo interessantissimo action di natura roguelite. Ed in apertura ho parlato di escamotage narrativo non a caso, dato che per poter sviscerare ogni aspetto della sceneggiatura, che per quanto non certo memorabile non risparmierà qualche gradito colpo di scena, sarà necessario completare il tutto tre volte, con ogni sortita completata che ne sbloccherà una supplementare, dal tasso di difficoltà aumentato. Sebbene possa apparire come un espediente alquanto cheap per incrementare la longevità generale (arrivare al termine richiederà circa una dozzina di ore, a seconda della vostra abilità), bisogna comunque considerare la natura del team, non certo in grado di rivaleggiare con gli studi più massicci, a cui si accompagna un prezzo di vendita comunque ben calibrato (parliamo di 34,99 Euro), considerando il divertimento complessivo offerto da Synapse.

Il potere in una mano

Ludicamente parlando, Synapse si presenta come un FPS dalla struttura roguelite, suddiviso in nove distinti livelli, in cui saremo chiamati ad eleminare ognuna delle minacce generate dalla mente di Conrad, prima di poter raggiungere l’uscita dello stage. Naturalmente, data la natura della produzione, morire e ripartire dal principio sarà un elemento cardine, attorno a cui ruoteranno la progressione ed il potenziamento del nostro personaggio. Inizialmente partiremo armati di una semplice pistola, dalle munizioni risicate, non certo in grado di fare la differenza. Accumulando morti e compiendo determinate azioni durante ogni run, avremo però la possibilità di sbloccare peculiari punti abilità, da spendere all’interno di un corposo skill tree suddiviso in tre distinte specializzazioni. Largo, quindi, alla possibilità di veder comparire nei livelli dei power up, o delle armi più potenti, oppure di aumentare il numero dei punti vita, ma anche di attivare la galvanizzante telecinesi, tramite la quale potremo scagliare contro i nemici i vari elementi dello scenario. Investendo in tale abilità, inoltre, avremo la possibilità di afferrare al volo granate, oppure bombole di carburante che, se affonderemo le dita nel grilletto adattivo demandato, potremo anche far detonare in prossimità delle minacce. Il top, però, si raggiungerà quando sbloccheremo la capacità di catturare con la nostra presa direttamente i nemici (almeno quelli più deboli), che potremo sballottare qua e là con estrema e goduriosa soddisfazione. Il mix di meccaniche, capaci di mescolare le fasi shooter con tali elementi psichici, esce corroborato dall’ottima gestione di controlli approntata dai ragazzi di nDreams, che demanderanno alla mano dominante l’utilizzo delle armi da fuoco, con l’altro arto che ci permetterà di gestire con estrema naturalezza i nostri poteri, il tutto combinando la nostra naturale gestualità con l’eccellente impiego del trigger adattivo. Appare chiaro, quindi, come i difetti di Synapse non siano certo da ascrivere al suo gameplay che, anzi, è risultato avvincente al punto giusto. Le pecche della produzione, difatti, sono da ritrovare nella sua intrinseca ripetitività, che in ciascuna delle tre run presenterà sempre gli stessi livelli già affrontati, a cui si aggiunge una varietà di nemici non proprio esaltante, così come non eccessive sono risultate essere le bocche da fuoco disponibili, per quanto siano coperte tutte le varie tipologie care ai FPS. Si tratta comunque di limiti che, ci tengo a sottolineare, devono essere calibrati anche attorno alle disponibilità economiche del team di sviluppo, pertanto se ben contestualizzati non finiscono per pesare poi troppo nel giudizio generale.

Lo sguardo che uccide

Un altro punto a favore di Synapse è sicuramente rappresentato dal peculiare comparto tecnico/estetico, decisamente calzante con le atmosfere e dotato di una pulizia impressionante. Il rendering generale e la risoluzione adottata sono capaci di reggere tranquillamente il confronto con produzioni non destinate alla realtà virtuale, con la qualità dell’immagine che si attesta tra le migliori (se non la migliore in assoluto) tra quelle sperimentate su PSVR2. Naturalmente molto è dovuto allo stile asettico ed essenziale che ammanta la scena e che, grazie anche al peculiare stile prevalentemente monocromatico utilizzato, fornisce un boost prestazionale non certo trascurabile. Ottimo anche l’impiego del tracciamento oculare, che con estrema naturalezza ci permetterà di utilizzare i nostri poteri telecinetici semplicemente muovendo lo sguardo, così da restituire al tutto un’immediatezza davvero invidiabile. Non mancano anche gradite opzioni di accessibilità, così da aumentare il confort per il player il che, data la natura estremamente frenetica di Synapse, non può che fare piacere. Buono anche il lavoro svolto sul fronte sonoro, che ha nella presenza di David Hayter (il caro Snake di Metal Gear Solid) nei panni di Conrad, mentre a Jennifer Hale è affidato il ruolo di Clara Sorensen, il nostro contatto con il mondo reale.

Bello da vedere, oltre che divertentissimo da giocare, Synapse si inserisce con prepotenza all’interno della ludoteca esclusiva di PSVR2, grazie alle sue meccaniche ludiche interessanti ed al gameplay adrenalinico e galvanizzante. I ragazzi di nDreams sono riusciti nell’arduo compito di condensare all’interno delle pareti virtuali dell’headset Sony, tutta l’azione che ha contribuito al successo di Control, dando vita ad una produzione assolutamente accattivante. Certo, qualcuno potrebbe storcere la bocca al cospetto della intrinseca ripetitività dell’azione, necessaria comunque a sviscerare tutti i segreti della sua narrativa, ma al di là di questa neo l’esperienza proposta dal team si configura come una delle migliori disponibili per PSVR2 che, complice anche un prezzo ben calibrato, chiunque sia in possesso dell’hardware in questione non dovrebbe assolutamente lasciarsi sfuggire.