Recensione Sunset Overdrive
L'annuncio di ogni nuova esclusiva genera aspettative, desideroso di poter raccogliere finalmente i frutti di questa next-gen che sembrano ancora non essere maturi.
Eppure, in questo clima frenetico alimentato dalle continue conferenze ed eventi dedicati, i primi risultati cominciano ad intravedersi sulla nuova console di casa Microsoft che, dopo l'eccellente Forza Horizon 2 può ora vantare un'altra grande esclusiva, Sunset Overdrive, uno shooter in terza persona con una forte componente free roaming targato Insomniac Games.
Una nuova i.p. che, solo per questo, rappresenterebbe una cosa rara in un mercato dove il remake delle vecchie glorie del passato sembra essere diventato la regola.
di: Luca "RukaManni" Manni
Nell’ultimo anno all’interno dell’industria videoludica si è assistito a una vera e propria guerra mediatica tra i due colossi del settore, Microsoft e Sony, pronti ad approfittare anche della più piccola debolezza altrui per portare a segno il proprio colpo, dalle incertezze strutturali della console avversaria al cattivo marketing operato dalla concorrente. Un “conflitto” che viene costantemente alimentato da promesse, voci di corridoio e annunci relativi allo sviluppo di nuovi giochi in esclusiva per una delle due contendenti nonostante le date di lancio, quando vengono annunciate, continuino ad essere collocate sempre più lontano nel tempo.
Non è un caso che, quella attuale, sia una generazione che tarda ad ingranare complici degli hardware vetusti rispetto agli standard tecnologici odierni, fin dalla loro messa in vendita, e costi sempre maggiori da sostenere per le software house nello sviluppo di nuovi titoli.
Nell’ottica del giocatore, quindi, l’annuncio di ogni nuova esclusiva genera aspettative, desideroso di poter raccogliere finalmente i frutti di questa next-gen che sembrano ancora non essere maturi.
Eppure, in questo clima frenetico alimentato dalle continue conferenze ed eventi dedicati, i primi risultati cominciano ad intravedersi sulla nuova console di casa Microsoft che, dopo l’eccellente Forza Horizon 2 può ora vantare un’altra grande esclusiva, Sunset Overdrive, uno shooter in terza persona con una forte componente free roaming targato Insomniac Games.
Una nuova i.p. che, solo per questo, rappresenterebbe una cosa rara in un mercato dove il remake delle vecchie glorie del passato sembra essere diventato la regola.
Overcharge ti mette le ali… Più o meno
Che una nota bevanda energizzante austriaca a base di taurina non sia in grado di far spiccare il volo è ormai un dato di fatto, come ha stabilito una recente sentenza americana.
Ma non tutte le bevande sono uguali e, tra queste, l’Overcharge è sicuramente in grado di garantire dei risultati davvero insperati. Peccato per il piccolo effetto collaterale di trasformare i consumatori in Od, zombie assetati… della medesima bibita.
E questo è quanto è successo durante la presentazione del nuovo energizzante di casa Fizzco in quel di Sunset City, città che fa da sfondo alle vicende narrate in Sunset Overdrive, dando il via a quella che, nel giro di qualche ora, sarebbe diventata una vera e propria apocalisse.
Sfortuna vuole che a quell’evento fosse presente anche il/la protagonista del gioco, impegnato/a nel ricoprire l’eccitante ruolo di… operatore ecologico.
A colpire fin da subito è proprio il tono ironico e scanzonato che permea ogni pixel di questo titolo, forte di una componente narrativa estremamente originale ma che sa essere anche fortemente critica giocando con gli stereotipi che ormai costellano il panorama videoludico.
È “strano”, ad esempio, vedere un personaggio femminile salvarsi con le proprie forze da un rapimento, una situazione che cozza con il classico cliché della damigella in pericolo, un retaggio culturale duro a morire ma che, ad ogni costo, sarebbe il caso di abbandonare.
Il titolo sviluppato dai ragazzi di Insomniac non mette a disposizione del giocatore un personaggio fatto e finito e, pertanto, il primo passo da compiere sarà quello di creare da zero il proprio protagonista. Purtroppo, l’editor non brilla certo per varietà per quanto riguarda il numero di personalizzazioni disponibili limitando la scelta a un numero esiguo di opzioni.
Nonostante questo, sarà comunque possibile modificare il proprio alter ego in ogni momento, sesso compreso, così come il vestiario con decine di abiti più o meno “convenzionali”: da questo punto di vista c’è davvero di tutto e vi è solo l’imbarazzo della scelta.
Sunset Overdrive si presenta, sin dall’inizio, come un gioco sopra le righe che fa dello stile il proprio cavallo di battaglia: stile che tanto nella componente ludica quanto in quella artistica, trova la propria raison d’être.
E Sunset City è l’ambientazione perfetta in cui metterlo in mostra: un’immensa città sviluppata in altezza e attraversata da un groviglio di cavi e binari sospesi sui quali è possibile “scivolare” rimbalzando, poi, da una parte all’altra della metropoli sui numerosi veicoli abbandonati sulle strade e su tendaggi di ogni sorta. Azioni che, una volta concatenate, possono dar vita a mirabolanti acrobazie, indispensabili per accelerare i propri spostamenti e incrementare così l’indicatore stile. Quest’ultimo ricopre un ruolo fondamentale nell’economia del gioco, legato a doppio filo con il sistema di potenziamento del protagonista. Ogni volta che verrà riempita parte dell’apposita barra, suddivisa in quattro livelli, si attiverà automaticamente il relativo potenziamento che garantirà al giocatore gli effetti più disparati, dal generare scie infuocate mentre si grinda al far esplodere i nemici con semplici attacchi corpo a corpo.
Imperativo in Sunset Overdrive è, quindi, rimanere in aria il più a lungo possibile: in questi frangenti, infatti, l’intero combat system mette in mostra tutte le sue potenzialità limitando al contempo le capacità offensive di buona parte dei nemici che non riusciranno a danneggiare il protagonista, mentre questo potrà sbizzarrirsi nell’eliminare le eventuali minacce grazie all’elevato, e alquanto particolare, numero di armi a disposizione, ognuna delle quali può vantare un design davvero accattivante, oltre che estremamente particolare.
Ce ne sono davvero di tutti i gusti: un’arma che per munizioni usa dei vinili, uno spara orsetti esplosivi, sono solo alcune delle follie di cui è pregno Sunset Overdrive.
Inoltre, quanto più un’arma viene usata, tanto più questa accumula esperienza salendo di livello e consentendo al giocatore di incrementarne la pericolosità con una miriade di effetti secondari diversi, in base al potenziamento equipaggiatole.
Sono due i modi in cui è possibile ottenere i suddetti miglioramenti, tanto per il personaggio quanto per le armi. Acquistarli è sicuramente quello più rapido ma richiederà di girovagare per la città alla ricerca di garze, scarpe usate, insegne delle Fizzco e palloncini di Fizzie, la famosa mascotte che sponsorizza l’Overcharge a Sunset City, cioè i materiali necessari per poterli realizzare.
Il secondo metodo consiste, semplicemente, nel completare particolari missioni secondarie la cui struttura ricorda vagamente quella di un tower defense, in cui è necessario, appunto, difendere dall’attacco degli Od le postazioni di creazione potenziamenti. Missioni che non durano più di una manciata di minuti ma che risultano estremamente frenetiche, vista la mole di nemici che il protagonista si ritroverà ad affrontare. Un compito che viene reso meno arduo grazie alla possibilità di poter piazzare particolari trappole, intorno al perimetro dell’area di interesse, per tenere lontani i nemici. Di queste ne esistono moltissimi tipi, ognuna con il suo costo in termini di energia che ne limita il numero da poter piazzare contemporaneamente. Come per le armi, combinare gli effetti delle trappole è il metodo più semplice per far fronte alle orde di Od, congelando, ad esempio, i nemici per poi farli saltare in aria con dei missili o catapultandoli contro una lama circolare.
Al fine di incrementare le statistiche del proprio alter ego è, inoltre, possibile equipaggiare particolari potenziamenti chiamati Overdrive acquistabili spendendo, direttamente nel menù, gli stemmi: punti abilità divisi per tipologie e ottenibili compiendo un certo tipo di azioni, come utilizzare alcune categorie di armi o uccidere determinati nemici. Un sistema, questo, che mira a sviluppare specifiche caratteristiche del personaggio premiando, principalmente, lo stile di gioco adottato.
Indipendente dal modo in cui si approccia Sunset Overdrive, muoversi a terra non è mai una buona idea correndo il rischio di attirare orde e orde di Od che non daranno tregua al giocatore: un fatto che, di per sé, costituisce l’ennesimo pretesto per tirar fuori l’artiglieria pesante generando esplosioni di Overcharge per tutta Sunset City. Sono numerosissime le tipologie di nemici, come i droni sentinella della Fizzco o gli Scab, gruppi armati di esseri umani che hanno preso controllo di alcune zone della città. Andando avanti con la storia principale, inoltre, la varietà non fa che aumentare, passando dagli Herker, mastodontici Od, ai Popper, che esploderanno non appena riusciranno a giungere a tiro del giocatore provocando ingenti danni e disegnando nell’aria con l’Overcharge uno splendido “POP” di color arancione.
L’azione, fin da subito, risulta essere veloce e frenetica e non sarà facile padroneggiare, almeno inizialmente, il complesso sistema di controllo alla base del gioco. Nonostante il tempo rallenti lievemente mentre si mira un bersaglio, può risultare complicato saltare da un appiglio all’altro sparando e cercando contemporaneamente di evitare gli assalti dei nemici.
Dopo una buona dose di pratica e svariate ore passate in compagnia di Sunset Overdrive, la sensazione è che il gameplay, nonostante le mille variazioni sul tema apportate da Insomniac, tenda a ripetersi, di certo non annoiando ma smorzando, sicuramente, l’entusiasmo iniziale.
Oltre alle classiche missioni principali e alle numerose sub quest, è possibile affrontare tutta una serie di sfide a tempo, che spaziano dal piazzare bombe o attraversare un certo numero di anelli nel minor tempo possibile. Sfide che sono solo uno dei tanti modi con cui si possono ottenere lattine di Overcharge, necessarie per comprare armi o munizioni.
Estremamente particolare è, invece, la componente multiplayer di questo titolo, denominata modalità Chaos, alla quale è possibile accedere direttamente da apposite cabine collocate in giro per Sunset City. Un numero di massimo otto giocatori possono sfidarsi, muovendosi liberamente all’interno della città, nel completare le missioni che casualmente verranno proposte dal gioco, come liberare una zona infestata dagli Od o portare a compimento, in squadra, specifici obiettivi. Una modalità sicuramente divertente ma che non regala nulla di nuovo a quanto già offerto da Sunset Overdrive.
Come promesso dagli sviluppatori, ogni scorcio visibile in lontananza in Sunset City è (più o meno) facilmente raggiungibile: la città è davvero immensa e le quattro location in cui è divisa, per quanto lo stile rimanga pressoché invariato, si differenziano tanto per l’architettura degli edifici (Little Tokyo in primis) quanto per i (pochi) abitanti che le popolano, in alcuni casi davvero sopra le righe come, ad esempio, il gruppo dei giocatori di GDR dal vivo talmente calati nei propri ruoli da non distinguere più la “realtà” dalla “finzione”.
È evidente, quindi, che in Sunset Overdrive la cultura pop è dominante, spaziando da citazioni videoludiche e cinematografiche a onomatopee e inquadrature tipiche del fumetto, in un contesto che, nonostante sia collocato qualche anno avanti nel futuro, rimanda alla mente il periodo a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, fatto di colori sgargianti, quasi fluorescenti (come gli stessi Od o l’Overcharge, di un bell’arancione) e personaggi abbigliati in modi alquanto improbabili.
Persino il respawn del protagonista non è stato lasciato al caso, sempre preceduto da una brevissima scenetta che si ispira o “plagia” volutamente pietre miliari del cinema o del videogioco, come Portal o Super Mario, uscendo fuori da un uovo bianco a pallini rossi. (qualcuno ha parlato di Yoshi?)
Questione di Stile
Sunset Overdrive, di stile, ne ha letteralmente da vendere.
Basta fare un giro per Sunset City per rendersene conto: graficamente splendida grazie anche al sistema di illuminazione e alle palette cromatiche adoperate che contribuiscono a dar vita alla città. Soprattutto l’effetto provocato dalle esplosioni degli Od è una gioia per gli occhi, spruzzando Overcharge in ogni direzione e colorando la stessa città di un arancione fluorescente.
Peccato, però, che le animazioni dei personaggi risultino essere un po’ legnose, soprattutto durante le cut scene mentre, nelle fasi di gameplay, non vengono riscontrati particolari problemi.
Oltrettutto, ma questo è solo un appunto personale, manca un sistema di alternanza giorno notte dato che la città è quasi sempre baciata dal sole. Un vero peccato vista la qualità delle sporadiche sessioni in notturna.
Da un punto di vista puramente tecnico, Sunset Overdrive vanta un framerate granitico a 30 FPS e una risoluzione a 900p. Dati che non incidono in alcun modo sulla fluidità dell’azione, che non ne risente neanche nei momenti più concitati.
Sul fronte audio c’è da dire che la scelta di adottare una colonna sonora chiaramente votata al genere punk è davvero azzeccata, sposandosi alla perfezione con la componente ludica realizzata da Insomniac.
Purtroppo lavoro svolto in fase di doppiaggio è davvero pessimo, con parti di frase tagliate nel passaggio da una scena all’altra e con alcuni dialoghi “muti” per i quali questa manca completamente.
Conclusione
Sunset Overdrive è l’esaltazione della cultura pop anni ’80/’90 come lo fu No more Heroes, con i dovuti distinguo, nella precedente generazione videoludica.
Un gioco che, una volta presa dimestichezza con il particolare sistema di controllo, diverte per ore grazie alla varietà offerta dal titolo Insomniac. Vagare liberamente per Sunset City, perennemente baciata dal sole, è estremamente piacevole in virtù, anche, della miriade di collezionabili sparsi per la città. Alla lunga, però, l’azione finisce per risultare un po’ ripetitiva nonostante sia, fortunatamente, ben lontana dall’annoiare.
Sunset Overdrive non è, quindi, certo la Killer App che tutti avrebbero voluto ma offre comunque un corposo assaggio di quello che questa next gen può fare: un titolo ironico e fortemente citazionistico spassionatamente consigliato a chi, quei fantastici anni ’90, li ha davvero vissuti.