Recensione State of Decay 2
di: Luca SaatiOgni anno è sempre la stessa storia: arriva un nuovo gioco zombi ed ecco che sui forum e sui siti specializzati di videogiochi si leggono commenti di utenti stanchi dei non morti. Eppure il pubblico non riesce proprio a stancarsi dei morti viventi e accoglie ogni produzione con gioia. Gli zombi sono stati protagonisti di svariati tipi di giochi, alcuni pongono l’enfasi sul puro divertimento, altri sulla componente horror e altri ancora sul survival. State of Decay appartiene proprio a quest’ultimo gruppo, mettendo il piede sull’acceleratore sulla componente survival. Era il 2013 quando uscì il primo episodio su Xbox 360, il gioco si rivelò un’autentica sorpresa con Microsoft e Undead Labs che vinsero la scommessa riuscendo a piazzare più di due milioni di copie. Il merito era di una formula vincente ideata non dall’ultimo degli sviluppatori visto che il creatore del gioco è Jeff Strain, una delle menti dietro World of Warcraft. Forti del successo del primo episodio e della sua edizione uscita due anni dopo su Xbox One (Year-One Survival Edition), ecco arrivare tra qualche giorno State of Decay 2. Più precisamente il gioco sarà disponibile da domani per coloro che hanno acquistato la Ultimate Edition, e dal 22 Maggio per tutti gli altri che potranno tra l’altro accedere al gioco se abbonati al servizio Xbox Game Pass. Abbiamo passato diversi giorni con il gioco e vi diciamo di essere stati completamente rapiti.
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Storia di una comunità
Sono passati 18 mesi dall’inizio dell’epidemia zombi, e la civiltà ormai è caduta. Neppure l’esercito è riuscito a fermare l’ondata di non morti, e adesso le uniche speranze di sopravvivenza per l’umanità sono nelle mani di semplici uomini e donne, persone che prima svolgevano una vita normale come dottori, professori e meccanici. Insomma persone comuni non abituate a combattere, ma che adesso dovranno combattere per la loro stessa vita e per il futuro della razza umana.
Inizialmente State of Decay 2 propone quattro differenti scenari: due fratelli che hanno riallacciato i rapporti; due vecchi amici che si conoscono dalle scuole medie; due ragazze con problemi di coppia; un uomo e una donna che hanno trovato l’amore grazie all’apocalisse zombi. Come avrete intuito, ognuno di questi scenari propone due personaggi con caratteristiche e personalità uniche passando dall’ex-soldato esperto in combattimento, al nerd smanettone, l’agricoltore e così via. A prescindere dallo scenario scelto, l’inizio del gioco sarà praticamente identico con uno dei propri compagni che si ritrova colpito da un’infezione che rischia di trasformarlo in zombi. Incominceremo in questo livello tutorial ad apprendere le basi del gioco: dal combattimento, all’esplorazione, al crafting di oggetti come la cura per l’infezione. Risolta questa prima problematica vi trasferirete insieme ad altri due sopravvissuti in una delle tre mappe proposte dal gioco, la scelta spetta solamente a voi. Ecco quindi che metterete piede in un luogo che piano piano imparerete a conoscere, conquisterete la vostra prima base e comincerete a costruire la vostra comunità.
La narrativa nel prodotto di Undead Labs non è quella classica di qualsiasi videogioco, non avrete quindi una serie di missioni da affrontare l’una dopo l’altra che porteranno avanti la storia. In State of Decay 2 sarete voi con le vostre azioni a costruire la vostra storia seguendo una semplice traccia, quella del leader che deciderete dovrà guidare il vostro gruppo. Dopo poco tempo infatti i vostri personaggi guadagneranno reputazione che permetterà loro di essere promossi a leader della comunità, elemento che influenzerà il gruppo non solo con una carica di fiducia per il loro futuro, ma anche con obiettivi dedicati. A noi ad esempio è capitato di diventare lo sceriffo della zona cercando di mantenere la sicurezza in città e aiutare le altre comunità facendo loro favori e ottenere così aiuti quando ne avevamo bisogno. Ma questo è soltanto una delle tante storie che potrete vivere: potrete ad esempio costruire una civiltà basandola tutto sul commercio o, perché no, diventare il nuovo Negan (di The Walkind Dead) e governare col terrore dimostrandovi subito pronti ad uccidere chiunque non vi sia a genio.
La scelta di Undead Labs di non costruire una vera e propria narrativa come in The Last of Us o nel prossimo Days Gone (tanto per citare un paio di esperienze zombi della concorrenza) non si è rivelata un problema, anzi, si dimostra assolutamente azzeccata per il concept che propone il gioco mettendo chi impugna il pad al centro di tutto portandolo a decidere come agire in base a quello che ritiene più giusto per la sua comunità. Probabilmente gli amanti di esperienze story driven come i due giochi sopracitati continueranno a preferire un altro tipo di approccio, eppure fidatevi se vi diciamo che in State of Decay 2 questo aspetto si è rivelato uno dei punti forti del titolo.
Comunità
Il gameplay di State of Decay 2 è tutto incentrato sul concetto di comunità, come detto qualche riga più sopra, una volta conquistata la prima base inizia il gioco vero e proprio. In questo luogo potrete innanzitutto passare da un personaggio all’altro, questo è uno degli aspetti fondamentali visto che la morte in State of Decay 2 non porta a un semplice game over: se un personaggio muore lo sarà definitivamente con tanto di ripercussioni sul morale degli altri membri della comunità. Per evitare che un personaggio muoia dovrete quindi assicurarvi di passare spesso dall’uno all’altro permettendo così a quelli non selezionati di riposare e recuperare le forze in vista della prossima spedizione nel mondo di gioco.
La cosa straordinaria di State of Decay 2 è proprio la caratterizzazione dei personaggi, con ognuno che possiede una manciata di abilità proprie che si miglioreranno col tempo un po’ come capita in GTA V. Ad esempio diventerete più efficaci in combattimento ammazzando sempre più morti; correndo e scavalcando i muri acquisirete esperienza nella preparazione atletica; utilizzando le armi da fuoco le capacità di tiro; effettuando uccisioni stealth migliorerete la furtività; leggendo libri migliorerete l’abilità nei computer, nella chimica o nella medicina a seconda del manuale che avrete letto. Ma i personaggi non si differenziano solo per le loro abilità, ma anche per il loro carattere: alcuni ad esempio saranno più propensi alla collaborazione, altri rischieranno di scatenare risse nel gruppo ogni due per tre; altri ancora invece non riusciranno a gestire l’ansia col rischio di arrivare alla depressione e al suicidio; oppure accoglierete in gruppo delle serpi pronte e tradirvi alla prima occasione. Di esempi potremo farvene molti, e durante il nostro playthrough ci siamo trovati dinanzi a personalità differenti, alcune così estreme da portarci addirittura ad esiliarle dalla comunità. Ovviamente ci sarà la possibilità di reclutare nuovi personaggi nel proprio gruppo, elemento questo che porta i suoi vantaggi e svantaggi visto che da una parte avrete a vostra disposizione più personaggi da controllare ma dall’altra avrete bisogno di un maggior numero di risorse per garantire la sopravvivenza del gruppo.
Proprio per questo diventa fondamentale costruire nella propria base nuove strutture in grado di offrire una serie di vantaggi: una fattoria per produrre cibo, un’infermeria per curare i malati, una torre di guardia per proteggere dai pericoli, centri di addestramento, letti per far riposare la comunità, cucina per razionare il cibo, generatori per produrre corrente, raccoglitori di acqua piovana e molto altro ancora. E se lo spazio per costruire la base dei vostri sogni non dovesse bastarvi, sappiate che nella mappa di gioco ne troverete di nuove da conquistare, così da trasferirvi in una nuova casa. Oltre al rifugio potrete conquistare anche degli avamposti che offrono ulteriori bonus al morale o alla produzione di risorse extra.
E se non riuscirete a far auto sostenere la comunità, ovviamente sarà possibile esplorare liberamente la mappa di gioco per cercare nuove risorse fondamentali per la sopravvivenza del gruppo come cibo, materiali per la costruzione, benzina, munizioni e medicine. Ovviamente troverete anche nuove armi e altri oggetti di valore come i già citati libri per migliorare le abilità dei personaggi. Durante l’esplorazione diventa fondamentale la gestione dell’inventario visto che potremo portare un numero limitato di oggetti e un certo quantitativo di peso. Forse proprio da questo punto di vista si poteva fare di meglio visto che delle semplici viti occupano uno slot nello zaino proprio come un’arma costringendo così il giocatore a tornare con un po’ troppa frequenza nel proprio accampamento (o anche un avamposto) per depositare gli oggetti raccolti. Sarebbe stato più sensato inserire una gestione dell’inventario in stile Resident Evil con ogni oggetto che occupa un suo spazio in base alla sua effettiva grandezza. Per fortuna a venire incontro ai giocatori ci sono i veicoli che permettono di depositare nel bagagliaio gli oggetti, ma occhio alla benzina visto che rischierete di rimanere a piedi. Ovviamente ci saranno anche commercianti che compariranno ciclicamente sulla mappa o gli altri gruppi di sopravvissuti con cui instaurare rapporti di amicizia e quindi aprire nuove vie commerciali.
Combattimento primitivo
Ma tra la gestione della comunità e l’esplorazione per andare a caccia di risorse, c’è anche il combattimento con gli zombi e, perché no, gli altri umani pronti a farci a pezzi. Come da tradizione per il genere survival, le armi da fuoco e le munizioni saranno una rarità, per questo motivo vi dovrete affidare nella maggior parte delle occasioni alle armi contundenti tra bastoni, asce, chiavi inglesi, machete e molto altro ancora, ognuna con la propria resistenza, potenza e velocità. Anche in questo caso per l’arma da utilizzare dovrete guardare ai vostri personaggi visto che alcuni saranno più efficaci con armi da taglio, altri con armi contundenti, o altri con le pistole.
Pur essendo migliorato rispetto al suo predecessore, è nel combat system che State of Decay 2 non tradisce nel bene e nel male la sua natura di progetto indie. Ciò che manca al titolo di Undead Labs è quella dinamicità e fluidità tipica dei videogiochi tripla A. Il combattimento melee risulta piuttosto semplice permettendo di attaccare solo con il tasto X, di effettuare una schivata con B e una finisher con la combinazione di RT e X quando gli zombi si trovano a terra (ma occhio alla barra della resistenza). Più avanti, migliorando i personaggi, potrete sbloccare nuove combinazioni di tasti per effettuare altri tipi di attacchi in grado di farvi diventare più letali. È possibile anche sfruttare un approccio stealth, seppur questo risulti piuttosto basilare. Infine il gunplay risulta più soddisfacente rispetto al suo predecessore con le armi che restituiscono un feeling differente, e ricordate di mirare alla testa visto che gli zombi si eliminano solo con un headshot.
A proposito di zombi segnaliamo una buona varietà di nemici che spaziano dal classico non morto lento e impacciato, ad altri più veloci ed agili, per poi passare al classico bestione da sfondamento, quello che scoppia rilasciando una nube di gas velenosa e infine il morto vivente che con un urlo è in grado di attirare altri zombi verso la sua posizione. Durante la vostra avventura vi ritroverete dinanzi a orde, case infestate e ammassi di infetti da distruggere combattendo. I problemi arrivano purtroppo quando si affrontano gli altri umani che presentano un’intelligenza artificiale piuttosto scarsa, difficilmente saranno un vero e proprio pericolo.
Non ci dimentichiamo poi che l’intera avventura è giocabile in co-op insieme ad altri tre amici che possono unirsi in ogni momento alla vostra partita grazie al drop-in e drop-out. Inutile dire come in questi casi il divertimento aumenti notevolmente.
State of Decay 2 utilizza l’Unreal Engine 4. Il passaggio al motore di Epic Games ha permesso al team di sviluppo di fare qualche importante passo in avanti ma in generale si avverte un senso di arretratezza. Al momento il codice di gioco non è stato neanche rifinito e presenta spesso bug, cali di fluidità e pop-up delle texture. Che sia chiaro, stiamo parlando di difetti che non hanno compromesso in particolar modo l’esperienza di gioco, tuttavia era lecito aspettarsi un po’ di pulizia in più.
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Commento finale
Lo ammettiamo senza problemi: con State of Decay 2 ci siamo ritrovati spesso nella tipica situazione da “altri 5 minuti e poi smetto”. Purtroppo permangono alcuni problemi causati dalla natura indie che continua a coinvolgere la produzione, tuttavia il lavoro svolto da Undead Labs è a tratti impressionante riuscendo nell’obiettivo di migliorare in ogni aspetto la sua creatura creando un’esperienza molto più coinvolgente, ricca e divertente. Insomma, State of Decay 2 ci ha conquistati rivelandosi un gioco che gli amanti dei survival e degli zombi faranno bene a non lasciarsi assolutamente scappare.