Recensione Starship Troopers: Extermination
di: Donato MarchisielloEsistono opere d’ingegno umane che, per quanto tacciate di mediocrità (concetto su cui, lungamente, si potrebbe discutere), riescono nel tempo a ritagliarsi uno zoccolo duro d’appassionati e fan sfegatati. Starship Troopers, film del 1997 diretto da Paul Verhoeven e liberamente tratto dal romanzo del 1959 Fanteria dello spazio di Robert A. Heinlein, è uno di questi: un film action piuttosto kitsch e dalle forti venature comiche ma che, con lo scorrere del tempo, ha ottenuto successi tutto sommato ragguardevoli al botteghino, oltre che un ruolo di una certa importanza nella cultura di massa cinematografica. Con questo ben fisso in mente, ci siamo addentrati nel prodotto sviluppato da Offworld Industries e pubblicato da Knights Peak, Starship Troopers: Extermination. Com’è smitragliare gross insettoni? Scopriamolo assieme nella nostra recensione della versione Xbox Series X!
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Starship Troopers: Extermination è uno sparatutto con visuale in prima persona, con diverse caratteristiche che lo avvicinano ai classici shooter ruolistici. Il prodotto videoludico è adatto sia per giocatore singolo che per gli amanti del multiplayer cooperativo online e, come tale, può essere apprezzato da un pubblico ampio e variegato seppur, come vedremo, le due possibilità non sono esattamente bilanciate. Naturalmente il gioco avrà delle premesse narrative, non particolarmente sviluppate in veritàm e che, com’è logico, riprenderanno in larga misura quanto visto nella saga cinematografica: dovrete unirvi alla Deep Space Vanguard per affrontare la pericolosa minaccia costituita dagli insetti. Le orde di aracnidi brulicano su ogni campo di battaglia mentre la Fanteria Mobile, cuore pulsante dell’esercito terrestre, cerca di portare a termine la sua missione per respingere la formidabile orda.
Delle due modalità di gioco disponibili, sicuramente la campagna in singolo è quella meno entusiasmante e fungerà da sorta di tutorial articolato (travagliato da missioni “limitanti” e una I.A. dei compagni non particolarmente brillante), rispetto a quella che è la vera esperienza ludica del gioco, la componente multiplayer. Il segmento online, in sostanza, è costruito per 4-16 giocatori ed basato su missioni, con squadre composte da 4 uomini ognuna in mappe di gioco piuttosto estese. Gli obiettivi, che ci saranno comunicati dal comando terrestre durante l’azione, saranno la raccolta di risorse, la distruzione di un target o il mantenimento di un punto sino all’evacuazione finale dalla mappa (che, tradotto, significherà aver vinto). Ci sono 6 classi tra cui scegliere: il soldato “pesante”, il medico, il cecchino e così via, ognuna con le proprie abilità speciali e armi potenziabili, oltre che un ruolo preciso da assurgere sul campo di battaglia. Combattere farà salire le classiche “barrette” dell’esperienza che riguarderanno non solo la classe, ma anche gli strumenti di morte che decideremo di utilizzare in battaglia, con tutto un unlock conseguenziale di accessori o perk specifici.
Parlando delle bocche da fuoco, queste saranno abbastanza varie e numerose: la scelta d’esse sarà cruciale perché, specialmente ai livelli di difficoltà più elevati, la maggior parte delle missioni rappresenterà una vera e propria sfida. Per ottenere i migliori risultati, in teoria, sarà necessario che tutti siano al microfono e comunichino, ma anche in versione più casual, il gioco sarà fruibile e divertente. I nemici sono piuttosto vari e non particolarmente amichevoli: ci imbatteremo in alieni che lanciano fiamme e colpi al plasma, alieni-mortaio e nemici di pattuglia ultra corazzati che possono portare estrema devastazione se affrontati senza cautela. Il ritmo incalzante e fluido del gioco non sarà esattamente una passeggiata da gestire. Il gioco normalmente culminerà in una frettolosa costruzione di un avamposto, ben gestita da un sistema davvero intuitivo di base building cooperativo, per resistere alla classica orda finale pre-evacuazione. Va specificato che non potremo costruire ovunque, ma solo in precisi punti della mappa di gioco e solo quando il gioco ce lo “chiederà”.
In un modo non troppo dissimile da Helldivers, vi sarà una sorta di battaglia interplanetaria extra-ludica da portare innanzi, chiamata Galactic Front dove, così come accade nel titolo Arrowhead, si dovranno cumulare vittorie per far avanzare l’umana campagna anti-insetti e sbloccare varie ricompense (perlopiù estetiche). Per poter realmente contribuire però, si dovrà entrare/creare uno specifico clan per poter avviare delle operazioni speciali utili ad accumulare punti vittoria. Un’aggiunta comunque piacevole, minata però da una certa limitatezza computazionale: nonostante il titolo sia pienamente crossplay e con un matchmaking casuale funzionante, è al momento molto complicato giocare con i propri amici sparsi su altre piattaforme (e ancor peggio creare con loro un clan con cui divertirsi).
In generale, Starship Troopers: Extermination risulterà estremamente divertente, se preso come un titolo “mordi e fuggi”: a lungo andare il gameplay, però, potrebbe risultare un po’ ripetitivo dato che, sostanzialmente, la struttura delle missioni sarà costituita sempre dalle stesse, poche sottomissioni da completare a ripetizione.
Tecnicamente parlando, Starship Troopers: Extermination non fa gridare al miracolo ma, al contempo, fa egregiamente il suo dovere. I modelli dei soldati e delle armi saranno ben realizzati, così come quelli relativi ai cattivissimi insettoni che saremo chiamati a spiaccicare. Nonostante l’aspetto generale, dunque, sia più che buono (se si considera l’evidente natura da doppia A della produzione), vi saranno dei “colpi bassi” estetici e tecnici qui e lì sparsi per la mappa, tra cui qualche texture insipida e alcuni asset dall’aspetto piuttosto piatto e “over-pastati” negli ambienti. Un altro problema non di poco conto è la gestione dell’oscurità: molti livelli sono ambientati di notte o nel sottosuolo. In linea generale, l’illuminazione, in questi frangenti, sarà innaturalmente limitata andando a coprire anche oggetti scenici di medie/grandi dimensioni (ad esempio casse o veicoli).
Questo, unito ad alcune meccaniche di collisione irregolari (restare incastrati in un “mare” di insetti sarà la norma), potrebbe rendere le situazioni tensive, ma non nella corretta accezione. Per quanto concerne le performance generali, non c’è tanto da dire: al di là di qualche lag sistemico qui e lì, l’azione su Series X è fluida e mantiene i 60 fotogrammi in modo quasi costante. Il sound design, invece, è di alto livello, con tutte le armi che suonano come nei film. I movimenti degli alieni sono adeguatamente inquietanti e le esplosioni e gli spari in lontananza sono efficaci per creare un’atmosfera gioiosamente “incasinata”.
Starship Troopers: Extermination è un gioco con un grande potenziale e sicuramente molto divertente, ad un prezzo inferiore rispetto ad una release classica. A due anni dall’accesso anticipato su Steam e con l’approdo su console, quel potenziale sembra ad un tiro di schioppo. In generale, il gioco è frenetico ed ultra dinamico, ma spesso i bug, alcune scelte di design ed una certa limitatezza concettuale dei contenuti vanno un po’ a tamponare l’esperienza generale. A conti fatti, però, il titolo è davvero spassoso, specialmente se giocato con gli amici (al momento, non sempre facilissimo da fare).