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Recensione Star Wars: Episode I – Jedi Power Battles
di: Donato MarchisielloLa nostalgia, si sa, è un po’ canaglia (e un po’ dispensatrice di cattivi consigli). E specialmente negli ultimi anni, con il progressivo ed irreversibile irrobustimento degli effetti collaterali della endemica stanchezza concettual-meccanica che attanaglia l’industria tutta, annegare nella malinconia sembra una delle poche soluzioni con, ancora, un senso logico (e commerciale) valido. Una doverosa premessa per introdurre il protagonista di questa recensione, Star Wars: Episode I: Jedi Power Battles. Uscito originariamente per PlayStation e Dreamcast nel 2000, Star Wars: Episode I – Jedi Power Battles è stato “trattato” e ammodernato dallo sviluppatore Aspyr. La versione per Dreamcast era considerata migliore all’epoca, che è in questo frangente stata utilizzata come “matrice” della riesumazione tecnica di Aspyr. Dunque, è un tuffo nel passato degno d’esser vissuto? Ecco a voi la review della versione Series X del gioco!
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Star Wars: Episode I – Jedi Power Battles è una combinazione tra un classico gioco di piattaforme ed un picchiaduro a scorrimento, impiantanto però in un ambiente a tre dimensioni e con una visuale in terza persona a telecamera variabile. Naturalmente, il nome Star Wars, per forza di cose, implica una connotazione narrativa specifica: in questo frangente, la storia di Jedi Power Battles segue in modo “conciso” la trama di Star Wars : Episodio I – La minaccia fantasma, quarto capitolo della immortale collana filmesca, saltando a pié pari alcuni segmenti più “pesanti” e concentrandosi esclusivamente sull’azione ed il piacere di far roteare una mitica spada laser.
Affrontiamo da subito il vero fulcro di ogni “riesumazione” videoludica, il lavoro di stampo squisitamente tecnico: come detto, l’intervento operato da Aspyr è basato sulla versione Dreamcast, all’epoca la migliore in termini di qualità e di quantità. Ed è bene sottolinearlo, in modo chiaro: come tutte le precedenti uscite di Aspyr, il prodotto in questione non è propriamente una remaster (e sicuramente non un remake). Si tratta per lo più di un fedele porting nativo della versione per la compianta console Sega, con in aggiunta un parziale intervento di migliorie tecniche, alla qualità della vita ed una piccola aggiunta di contenuti extra.
Aspyr ha in concreto effettuato un upscaling degli asset grafici e tecnici per migliorare e ammodernare la resa visiva, ma si tratta pur sempre di un gioco per Dreamcast e, dunque, cosparso di texture retrò, modelli a bassa risoluzione, personaggi a blocchi e scene d’intermezzo vetuste. L’audio, come la grafica, soffre della stessa “sindrome”. Aspettatevi, dunque, di sentire suoni dal volume sproporzionato, ripetitivi e monocorda riprodotti fino alla nausea. A livello di performance, invece, nulla da eccepire: l’esperienza di gioco su Series X è risultata fluida e senza “ingorghi” di nessun tipo.
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Sebbene il nucleo meccanico del gioco rimanga lo stesso, Aspyr ha lavorato per modernizzare il gameplay e renderlo il più accessibile possibile. I controlli sono stati ritoccati per essere più in linea con i moderni giochi in stile beat ‘em up. Il platforming è stato, al contempo, reso più preciso per evitare morti accidentali, visto che il giocatore ha a disposizione solo un certo numero di vite per livello. Il sistema di combattimento, al contempo, pur essendo semplice per gli standard odierni, è ancora un’esperienza divertente in stile arcade. Ogni Jedi ha uno stile di combattimento unico, con combo di spade laser e abilità della Forza diverse, che offrono una certa varietà. Anche in questo frangente, nonostante sia visibile l’intervento di pulizia operato da Aspyr, Jedi Power Battles mostra in pieno la sua età, cadendo spesso “vittima” di collisioni e hit box non esattamente precise.
A livello di gameplay, il gioco si dislocherà in livelli costruiti come lunghi corridoi, ricolmi di nemici da combattere e con obiettivi diversi che andranno dall’abbattere un target specifico, al salvare un certo numero di personaggi ecc. Come specificato, Jedi Power Battles sarà un po’ un action/picchiaduro a scorrimento, intervallato da segmenti più vicini ai titoli di piattaforma. Avremo la possibilità di menar fendenti laser oppure utilizzare dei più comodi blaster, per contrastare le avversità da distanza. Ogni volta che il personaggio guadagnerà esperienza completando un livello, accederà ad una nuova combo e aumenterà la barra della salute o della Forza. Oltre ai dieci livelli della storia, è possibile giocare anche ad alcuni divertenti minigiochi extra con un amico come ad esempio le gare di Kaadu, la modalità di allenamento 1v1 ecc.
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La sfida proposta da Jedi Power Battles è piuttosto ardua (seppur sia stata riveduta e corretta rispetto al passato): la campagna ci farà viaggiare attraverso Naboo, Theed, Tatooine, Coruscant e una nave da guerra della Federazione dei Mercanti. Il gioco, complice il suo animo “vetusto”, è piuttosto difficile sia che lo si giochi in singolo, sia che ci si appropinqui ad una esperienza a due (esclusivamente in locale, purtroppo). In cooperativa, quando qualcuno passa a miglior vita, non c’è respawn finché l’altro non raggiunge un checkpoint. Se anche costui dovesse esser sconfitto prima di trovarlo, ebbene… si ripartirà dall’ultimo checkpoint varcato. Potremo scegliere tra la modalità Facile o Maestro Jedi, per chi desiderasse “soffrire” maggiormente ma, in entrambi i casi, la difficoltà media (complice anche l’impianto tecnico retrò) sarà comunque piuttosto elevata rispetto ai moderni standard.
Il gioco originale prevedeva solo cinque personaggi utilizzabili all’inizio: Obi-Wan Kenobi, Qui-Gon Jinn, Mace Windu, Ali Gallia e Plo Koon, con altri quattro personaggi che sarebbero stati poi successivamente rivelati una volta completato il gioco, ovvero Darth Maul, la Regina Amidala, il Capitano Panaka e Ki-Adi-Mundi. Nella remaster, ebbene, sono tutti disponibili sin dall’inizio, insieme ad alcuni personaggi come Jar Jar Binks e un nuovo droide da battaglia da selezionare.
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Star Wars Episode I: Jedi Power Battles è un nostalgico viaggio nella memoria per chi ha apprezzato il titolo originale. Per poco meno di 20 euro, questa riesumazione tecnica offre un’esperienza dal suo indubbio fascino “archeologico”, che riporterà alla memoria i tempi più semplici. Detto ciò, resta comunque un prodotto vetusto che ha subito ritocchi di piccola entità qui e lì, in modo da renderlo accessibile alla moderna utenza. Non è un remake e, solo in parte, si potrebbe definire una rimasterizzazione tecnica. Consigliato, specificatamente, ai nostalgici e agli irriducibili di Star Wars.