Recensione Star Trek: The Videogame
La famosa saga sci-fi di Star Trek, conosciuta e apprezzata in tutto il mondo, approda finalmente sulle console di questa generazione. Il risultato? Un videogioco che si pone tra le due pellicole a cura di J. J. Abrams, dal gameplay vario ma minato da tante imperfezioni e da meccaniche che non riescono a distinguersi. Un peccato, viste le potenzialità e l'universo a cui appartiene.
Curiosi di saperne di più? Leggete la recensione di Console-Tribe a cura di Giorgio "Nadim" Catania.
di: Giorgio "Nadim" Catania
Lo spazio profondo, dove nessuno può sentirti urlare, è un brutto posto. Questo ormai lo abbiamo imparato vedendo film come Alien o Pandorum, o giocando titoli come Dead Space. Insomma, lo spazio è stato spesso utilizzato per creare storie horror, o comunque dalle tinte fortemente dark. Perfino il regista J. J. Abrams – noto per la produzione di telefilm famosi quali Lost, Fringe e Person of Interest – ha deciso di dare un tono più cupo ad uno dei remake più importanti degli ultimi anni da lui girato: Star Trek, uscito nelle sale nel 2009. Niente scene gore o paurose per questa ambiziosa pellicola, che ha avuto l’onore e l’onere di portare alla ribalta una delle serie tv più famose di sempre, sia chiaro. Ma il modo con cui sono stati trattati certi temi, alcuni molto delicati per i fan storici, l’hanno resa di certo più matura di quanto ci si aspettasse, portandole tra l’altro vari premi – tra cui un Oscar – e un’ottima accoglienza da parte di critica e pubblico.
Come non sfruttare quindi una licenza tanto pesante per sfornare un videogioco ad essa dedicato, in attesa del nuovo film Star Trek: Into the Darkness? Questo è il pensiero passato per le menti di qualche pezzo grosso, ed ecco che i ragazzi di Digital Extremes hanno sfornato Star Trek: The Videogame, pubblicato da Namco Bandai.
Il risultato? Beh, secondo i bassissimi standard degli tie-in è piuttosto buono. Ma per chi è cresciuto a pane e videogiochi? Continuate a leggere e lo scoprirete.
Tanto tempo fa, in una galas… ehm, no, credo ci sia un errore!
Kirk e Spock sono nei guai fino al collo, intenti a combattere in una cupa sala contro dei nemici temibili, lucertoloni dalle vaghe forme umane. Dopo un breve scontro, in cui i due riescono a cavarsela per un qualche miracolo, questi si guardano negli occhi e cominciano a darsele di santa ragione. Poi un flashback, ed eccoli al sicuro nella USS Enterprise, pronti a raggiungere la cabina di comando.
Comincia così il videogioco di Star Trek: l’astronave ha appena raggiunto un sistema solare binario, in cui si trova una base orbitante vulcaniana che ruota vicino ad una delle stelle. Le comunicazioni a bordo della stazione sono bloccate, così il dinamico duo va a controllare di persona cosa sia successo. E, dopo pochi minuti dall’inizio, il giocatore comincia a prendere confidenza con il gameplay del titolo: uno sparatutto in terza persona condito da elementi di esplorazione che ricordano vagamente quanto già visto in Uncharted o Tomb Raider, ed altri similari a quelli dei GdR alla Mass Effect. Ovviamente non si comincia a sparare subito, anzi: all’inizio ci si deve limitare ad esplorare i bui corridoi della stazione, collaborando con il proprio compagno di viaggio – si può scegliere all’inizio chi controllare, se Kirk o Spock – per aprire porte e risolvere semplici enigmi. E dopo aver scalato qualche parete saltando da un appiglio all’altro come dei novelli Nathan Drake, l’azione finalmente si fa viva e la trama diventa più intrigante.
I protagonisti infatti vengono attaccati dagli alieni che hanno invaso la stazione, gli storici Gorn, e devono sfoderare le loro armi per portare a casa la pelle. Ecco quindi che entra in campo il comparto tipico degli sparatutto: il giocatore non deve far altro che mirare, con la visuale che va alle spalle in pieno stile Resident Evil, e far fuoco contro gli avversari per ucciderli. Cercando riparo per evitare il fuoco nemico e, eventualmente, soccorrendo il compagno caduto. Niente di più classico, viene da dire, un sistema cooperativo che sa quasi di Army of Two in certi frangenti. Peccato solo che il tutto sia stato progettato in maniera sciatta e frettolosa. Il sistema di ripari infatti è una vera piaga, impreciso come capita di vedere di rado, con situazioni in cui per un piccolo spostamento della telecamera si esce allo scoperto anziché lanciarsi verso una copertura differente. Quello dei danni è invece grossolano, con headshot inesistenti e assenza dei danni locali sulle varie parti del corpo – se si spara ad un nemico questo non zoppica, se si spara ad un arto questo non fa cadere l’arma. Le armi disponibili non si differenziano di molto le une con le altre, né per effetti visivi e né per danni arrecati ai rivali, ed il sistema di sviluppo del personaggio in stile GdR è abbastanza guidato e per nulla vario. Se poi si pensa che i nemici e il compagno sono mossi da una I.A. che di intelligente ha ben poco – una cosa che, vista l’uscita quasi in contemporanea di The Last of Us, fa quasi ridere. Insomma, il comparto da TPS in Star Trek lascia molto a desiderare in quanto a qualità e varietà.
Quello platform/adventure non è di certo meglio, anzi. Imprecisione nei salti da un appiglio all’altro, capacità atletiche dei protagonisti di dubbio valore, una certa monotonia nelle situazioni presentate, enigmi che fanno scervellare molto poco… tutto ciò non permette di certo al titolo di imporsi sulla massa. E ad affiancare le fasi shooter e quelle esplorative ci pensano alcuni frangenti in cui ci si dovrebbe muovere in maniera stealth, peccato che il tutto sia stato mal progettato e sia totalmente accessorio, incapace di regalare qualsiasi soddisfazione.
Verso l’infinito e olt… no, ecco un altro errore…
Graficamente il gioco dimostra qualche alto, come alcuni panorami particolarmente ispirati e una modellazione poligonale dei protagonisti buona, affiancato però da tantissimi bassi, bug e texture poco definite in primis, penetrazioni poligonali e ambienti scarni a seguire. E lo stesso si può dire per il comparto audio, visto che il doppiaggio in lingua originale di qualità è affiancato spesso da effetti sonori scialbi e ripetitivi.
In sintesi: un gameplay vario ma piuttosto mediocre in ogni aspetto, una storia per certi versi interessante ma incapace di tenere incollati alla sedia, aspetti visivi e sonori che non convincono del tutto… Star Trek: The Videogame non convince praticamente in alcun comparto. Nemmeno la modalità cooperativa, seppur goda di qualche idea buona, riesce a risollevare la produzione, visti tutti i problemi accennati sopra. Quindi, a conti fatti, cosa rimane al giocatore una volta acquistato il gioco, oltre alla confezione e al disco? Semplice: un senso di opportunità mancata, di possibilità di smuovere per una volta un mondo, quello dei tie-in, da sempre stantio e deludente. Una cosa su cui i fan potrebbero forse chiudere un occhio, solo per il gusto di vivere un’avventura nei panni dei loro eroi, ma su cui gli altri giocatori sono molto intransigenti.
Peccato, un’altra occasione sprecata. Magari sarà per la prossima volta, sempre se ci sarà una prossima volta…