Recensione Sprint Vector
di: Simone CantiniCosa c’è di più rilassante e sedentario di un bel videogioco? Lo stare spaparanzati sul divano, magari sorseggiando un gigantesco boccione di una qualsiasi bevanda gassata zuccherina, mentre ci impiastricciamo le mani con un bel sacchetto di untissime e dannose patatine fritte. Ecco, il prossimo che se ne esce con una stronzata del genere lo obbligherò a sorbirsi un pomeriggio intero in compagnia di Sprint Vector. Poi voglio davvero vedere se avrà ancora il coraggio di uscirsene con una fesseria così improponibile.
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Superare i limiti
Il curriculum virtuale dei ragazzi di Survios non è di certo bello corposo, ma è innegabile come il team californiano abbia ampiamente dimostrato di saperci davvero fare con la VR. Raw Data era, difatti, un ottimo biglietto da visita, capace come è stato di coniugare un gameplay frenetico ed appagante con le limitatissime possibilità di movimento concesse da una coppia di Move. È palese, però, come in Sprint Vector siano riusciti a superarsi, vista la maniera incredibile con cui hanno reso possibile compiere azioni estremamente complesse e credibili semplicemente sfruttando il motion controller di casa Sony. L’ultimo lavoro del team rappresenta la cosa più vicina allo spirito di Mario Kart che si possa trovare sul PlayStation VR (con buona pace del deludente VR Karts), anche se le sue fondamenta ludiche sono del tutto spogliate dei mezzi motorizzati che hanno fatto la fortuna della produzione Nintendo. Il titolo Survios, difatti, ci vede vestire i panni di uno degli 8 bizzarri corridori che animano il mondo di gioco, ognuno dei quali è dotato di particolari pattini a reazione in grado di consentire le evoluzioni più funamboliche. L’azione si svolge all’interno di complessi ed ispiratissimi circuiti, in cui l’obiettivo principale sarà quello di tagliare per primi il traguardo. Già, ma come è possibile simulare la corsa umana per mezzo delle periferiche a nostra disposizione? È qua che l’estro del team statunitense balza prepotentemente sulla scena: per muoverci, difatti, dovremo simulare con le braccia il normale movimento che faremmo nella realtà, oscillando le braccia avanti ed indietro, ed accompagnando il tutto alla ritmica pressione del grilletto del controller. Si tratta di un’operazione quanto mai semplice ed immediata, ma che richiede comunque un po’ di pratica (magari sfruttando i quattro esaustivi tutorial disponibili) per essere sviscerata in tutte le sue molteplici funzionalità. Già, perché agitare il più velocemente possibile i nostri arti superiori, difatti, non basterà per ambire alla vittoria: vista la conformazione delle piste, impreziosite da un mastodontico numero di deviazioni e scorciatoie, ci sarà richiesto di saltare, librarsi in volo, arrampicarsi e molto altro ancora. Per farlo, ovviamente, dovremo sfruttare una serie di trick che vedono coinvolti il naturale movimento delle nostre braccia ed i vari tasti presenti sui Move. Spiccare fino a due balzi richiederà di darsi materialmente la spinta; volare ci vedrà distendere le appendici come novelli Superman (con conseguente rotazione delle stesse in caso di curve); scalare pareti, invece, sarà possibile simulando in tutto e per tutto i gesti di una vera arrampicata. Si tratta di un set di comandi davvero ricco, che come già detto richiederà di un po’ di pratica per essere addomesticato, ma è incredibile l’efficacia e la naturalezza con cui il team è riuscito a costringerlo all’interno delle soffocanti pareti del Move. A chiudere il cerchio delle funzionalità ci pensano gli immancabili power up, recuperabili lungo i 12 percorsi disponibili, in grado di aumentare ulteriormente il tasso di sfida e di coinvolgimento durante le gare.
Gara virtuale, sudore reale
Va da se che un simile layout avrebbe poco senso se calato all’interno di un contesto ludico striminzito, situazione non certo rara (ahinoi) in ambito VR. Fortunatamente Sprint Vector è riuscito ad amalgamare in maniera perfetta questi due elementi, grazie ad un’offerta decisamente accattivante. Le già citate 12 piste, difatti, godono di una cura realizzativa davvero invidiabile, oltre a richiedere una consistente quantità di prove per essere sviscerate in tutte le loro possibilità. L’offerta single player, oltre alla classica gara, si arricchisce anche di intriganti attività collaterali, che spaziano dalle gare a tempo, finendo con il toccare delle sessioni in cui è necessario raccogliere un determinato numero di oggetti nel numero di secondi messo a disposizione. Ovviamente è possibile registrare i nostri tempi all’interno delle leaderboard online, così da confrontarli con quelli degli altri player. L’interazione, comunque, non si esaurisce certo qua, visto che Survios ha visto bene di introdurre anche una modalità online, tramite la quale è possibile lanciarsi in gare competitive con altri giocatori. Si vuole trovare un difetto a tutti i costi? Beh, qua andiamo ovviamente nel campo della pura soggettività, ma è innegabile come giocare a Sprint Vector richieda, oltre ad uno spazio adeguato, uno sforzo fisico notevole: basteranno anche solo 30 minuti in sua compagnia per ritrovarsi stremati e ansanti, stavolta sì stravaccati davvero sul divano.
Survios ha ancora una volta dimostrato di essere davvero a proprio agio con la realtà virtuale, consegnandoci un altro titolo di assoluto spessore, forte di meccaniche divertenti e dannatamente ben implementate. Sprint Vector è un particolarissimo racing frenetico e provante, grazie ad un sistema di controllo che, visti limiti del PlayStation Move, ha davvero dell’incredibile. Uniamo il tutto ad una serie di tracciati strutturalmente convincenti e ricchi di deviazioni, un’offerta complessiva tutto sommato consistente e alla possibilità di competere online, ed ecco che avremo uno dei migliori titoli VR attualmente disponibili sul mercato.