Recensione Special Forces: Team X
Prendiamo un gruppo di mercenari, aggiungiamo un arsenale ben fornito, diverse location non troppo estese, ma ricche di ripari, condiamo il tutto con una grafica non eccessivamente definita e con qualche pixel in bella mostra, mescoliamo energicamente gli ingredienti, ed ecco ottenuto Special Forces Team X. Si tratta di uno sparatutto in terza persona privo di fronzoli e spoglio di tutto quello che non serve per avere un divertimento continuo. Un gioco votato esclusivamente al coinvolgimento multigiocatore, con server che svolgono egregiamente il loro lavoro e tempi morti per caricamenti di intermezzi vari del tutto inesistenti.
di: Giovanni "Abari" PinizzottoPrendiamo un gruppo di mercenari, aggiungiamo un arsenale ben fornito, diverse location non troppo estese, ma ricche di ripari, condiamo il tutto con una grafica non eccessivamente definita e con qualche pixel in bella mostra, mescoliamo energicamente gli ingredienti, ed ecco ottenuto Special Forces Team X. Si tratta di uno sparatutto in terza persona privo di fronzoli e spoglio di tutto quello che non serve per avere un divertimento continuo. Un gioco votato esclusivamente al coinvolgimento multigiocatore, con server che svolgono egregiamente il loro lavoro e tempi morti per caricamenti di intermezzi vari del tutto inesistenti.
Sangue e Polvere
Nessuna storia a supporto di una continua cruenta battaglia, dove uomini in mimetica abbracciano le armi e combattono tra loro. La morte reclama le sue vittime sacrificali e la guerriglia non chiede di meglio che fornirgliele.
Il gioco è diretto come un proiettile che va a bersaglio, portando il videgiocatore a vivere un costante stato di allerta, dove l’adrenalina sale e i nervi saldi fanno la differenza. Il solo coinvolgimento emotivo da solo non basta, visto che uno sparatutto degno di nota pretende una molteplicità di caratteristiche per essere apprezzato e, negli ultimi tempi, la maniacale dedizione alla realizzazione di capolavori del genere ha fatto si che si raggiungessero livelli davvero impensabili di realismo e divertimento.
Prima di ogni partita, oltre a scegliere la modalità di gioco, il giocatore ha la possibilità di personalizzare il personaggio, oltre che nell’aspetto fisico (pochissime varianti offerte) anche, e soprattutto, nell’equipaggiamento. Alcune personalizzazioni potranno essere sbloccate in un secondo momento e le azioni secondarie, quali: entrare o uscire da un riparo, accovacciarsi, passare da una copertura all’altra e via dicendo, faranno da collante necessario per impiattare la strategia vincente. Durante la prova siamo rimasti piacevolmente sorpresi dalla semplicità di apprendimento dei meccanismi di gioco, che si stagliano sulla falsariga dei canoni classici. I tasti dorsali servono a mirare, usare i diversi oggetti, con l’aiuto anche della croce direzionale, nonché far fuoco a volontà sul nemico. Agli analogici è affidata l’esplorazione del campo visivo, il movimento all’interno del perimetro di gioco e qualche azione votata maggiormente all’uso delle tecniche di combattimento corpo a corpo. Con quel che rimane da premere, si gestiscono le coperture, il fuoco dai punti di riparo e altre azioni fisiche, come l’arrampicata.
I respaw continui dopo ogni morte sono un must da considerare, con l’opportunità di stabilire quando ritornare in battaglia e il punto di ingresso. Di sicuro la scelta di rimanere a guardare o ritardare il ritorno in gioco, non gioverà molto alla squadra.
Colori e suoni di morte
La scelta di mostrare qualche pixel, di far ricorso ad immagini “acquerellate” e di ricorrere, allo stesso tempo, a scenari molto definiti, crea un ottimo contrasto che si fa decisamente apprezzare. Il sonoro ripercorre un campionario sufficientemente collaudato di spari, esplosioni, grida e sottofondi di accompagnamento, che fanno da contorno alle fitte conversazioni dei videogiocatori intenti a pianificare, dalle loro postazioni, la strategia di squadra.
Guerriglieri dal “grilletto facile” riunitevi
Il comparto multiplayer rappresenta il fulcro dell’intera esperienza di gioco. L’intento degli sviluppatori é stato, infatti, quello di ricreare una rete di gioco che spazi tra diverse modalità, tutte ben strutturate in modo da fornire ore di divertimento senza mai stancare o annoiare. Sessioni a tempo, più o meno lunghe da gestire, sono quanto di meglio si possa chiedere per fare una partita veloce o intavolare una serie di scontri ripetuti. Normalmente, durante la manciata di minuti messi a disposizione, si dovrà cercare di accumulare il maggior numero possibile di punti per il proprio gruppo. Si va dal classico “Death Match a Squadre” (dove l’uccisione di un avversario aumenta il bottino), per poi passare alla sfida denominata “Zona Calda” (con un numero di punti prestabilito e giocatori di ogni singola squadra che devono cercare di restare il più a lungo possibile all’interno di un’area segnalata), senza dimenticare l’uccisione del “Bersaglio” (alla ricerca del giocatore nemico segnalato come obiettivo, la cui morte farà guadagnare punti e darà vita ad un avvicendamento dei bersagli da sterminare). Non temano i nostalgici, implementata anche la classica sfida “Cattura Bandiera”, con l’unico scopo di prelevare la bandiera della squadra opponente.
Decisamente intrigante ci è apparsa la modalità denominata “Punto di Controllo”, che vede assegnate ad ogni compagine tre zone nella mappa con l’ordine di evitare che gli avversari ne facciano assedio. Una volta riusciti ad impadronirsi del “punto di controllo”, saranno assegnati dei punteggi in base al trascorrere del tempo e alla durata dell’assedio stesso. Molto divertente anche la modalità “Movimento al riparo”, che richiede un’ottima coordinazione nel passare da una copertura all’altra sottraendosi al fuoco nemico e cercando di colpire tutto ciò che si muove, o quasi. Infine, “Lavoro di Squadra” attiva un bonus quando si rimane vicini agli altri componenti del commando, accumulando punti ogni istante che passa.
Le sessione di gioco prevedono massimo quattro squadre, un numero accettabile, che non crea eccessiva confusione di elementi sullo schermo e che non affatica troppo il motore grafico.
La guerra esige vittime e carnefici
Sembra riduttivo dire che Special Forces Team X altro non è che un giochino da scaricare giusto per passare qualche ora e poi disfarsene. Allo stesso tempo, però, bisogna anche riconoscerne i limiti e appare sacrilego un paragone diretto con i mostri sacri del genere. Obiettivamente, senza ingombranti paragoni, siamo di fronte ad un ottimo gioco, divertente, coinvolgente e, praticamente, infinibile. Per una volta l’assenza di una solida trama nemmeno si nota. E’ davvero difficile stancarsi o annoiarsi, soprattutto grazie all’ottimo lavoro dei server e alle tante modalità di gioco, che impegnano costantemente il più incallito mercenario, determinato a raggiungere gli obiettivi di squadra. Non è mai capitato di non trovare avversari con cui ingaggiar battaglia, chiaro segnale che il titolo ha già riscosso un notevole successo, conquistando l’attenzione di molti.
Da sottolineare, infine, il prezzo davvero interessante, vista la buona fattura del prodotto…e di questi tempi, non è per nulla un aspetto da sottovalutare.