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Recensione Rocketbirds: Hardboiled Chicken

Ai più attenti il titolo non sembrerà qualcosa di nuovo. Rocketbirds: Hardboiled Chicken è stato rilasciato anche su PS3 quasi un anno e mezzo fa con risultati del tutto soddisfacenti: sparattutto in 2D divertente, godibile e ben sviluppato. Quest’anno Sony ha deciso di portare il titolo anche su PS Vita senza però beneficiarlo di Cross-BuyCross-Save e Cross-Play. Tuttavia, il porting è giunto con qualche piccolo extra in più.

di: Chris "matetrial" Calviello

Ai più attenti il titolo non sembrerà qualcosa di nuovo. Rocketbirds: Hardboiled Chicken è stato rilasciato anche su PS3 quasi un anno e mezzo fa con risultati del tutto soddisfacenti: sparattutto in 2D divertente, godibile e ben sviluppato. Quest’anno Sony ha deciso di portare il titolo anche su PS Vita senza però beneficiarlo di Cross-BuyCross-Save e Cross-Play. Tuttavia, il porting è giunto con qualche piccolo extra in più.

Un gioco per bambini? Tutt’altro!

Ciò che salta subito all’occhio dopo aver superato il menù principale, è sicuramente la grafica tanto colorata quanto cartoonesca. Se a questo aggiungiamo il fatto che il protagonista è un pollo e il nemico un pinguino, l’impressione è quella di avere tra le mani un titolo studiato per un target molto giovane. Tuttavia sarebbe un grave errore giudicare Rocketbirds: Hardboiled Chicken in questa maniera. Anzitutto, la trama è qualcosa di molto più maturo. Vi sono sì due pennuti a scontrarsi, ma c’è da considerare il fatto che le tematiche affrontate sono tutt’altro che leggere. Nei panni di Hardboiled, dovremo infatti ribellarci al regime autoritario in una lotta contro il dittatore, dichiarandogli guerra e promettendo al popolo di restituire la libertà di cui precedentemente è stata privata. Trattandosi di un pollo, inoltre, nel corso dei quindici livelli avremo ovviamente a che fare con siparietti comici e qualche momento più carico di toni demenziali.
La prima, sbagliata, impressione viene smentita anche dal punto di vista del gameplay. Se all’inizio, equipaggiati di una sola pistola, punteremo ad un approccio più cauto e ragionato, nel momento in cui entreremo in possesso di mitra e fucile a pompa i toni subiranno una brusca impennata. A goderne sarà sicuramente la frenesia, con nemici che salteranno fuori da ogni angolo e che ci obbligheranno ad utilizzare la capacità di Hardboiled di rotolare. Essendo strutturato come uno sparatutto bidimensionale, ciò ci permetterà di schivare i proiettili ad altezza addome ma soprattutto di spostarci velocemente. Un’altra carta a nostro favore è anche rappresentata dal level design: sfruttare la conformità dell’ambientazione vi potrebbe salvare dal game over più di una volta. Quest’ultima entra nuovamente in gioco nei diversi enigmi proposti lungo i 15 livelli di gioco. Nessun rompicapo, nulla di altamente complicato ma che comunque richiedono un pizzico di cervello per poter essere risolti.

Qualche aggiunta vale la candela

Oltre alle solite feature dettate dall’hardware di PS VITA, la versione portatile si differenzia da quella casalinga anche a livello contenutistico. Troviamo qui infatti una modalità co-op, sia in locale che in remoto, che soddisferà chi in passato si era lamentato per una longevità non del tutto elevata. Tuttavia non esiste alcun matchmaking online: se si vuole giocare insieme ad un’altra persona, bisogna necessariamente averla nella lista amici. Oltre all’introduzione della cooperativa, troviamo anche due nuove ambientazioni e un nuovo boss.
In definitiva, se dal punto di vista dell’innovazione non possiamo aspettarci più di tanto da un porting, ma la qualità resa da PS VITA è senz’altro soddisfacente. Le varie feature della console non vengono sfruttate a dovere eccetto che per il display OLED che compie egregiamente il suo lavoro. Restando sempre in ambito tecnico, segnaliamo la colonna sonora curata dal gruppo indie rock New World Revolution.