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Recensione Ride

Non deve essere così semplice realizzare un racing game dedicato al mondo del motociclismo. Spesso gli appassionati della simulazione usano i volanti per quei prodotti dedicati al mondo delle automobili per avere così un maggior senso di realismo. Questo non può accadere per i giochi motociclistici, controller dedicati non esistono e sicuramente non ci si può portare la moto in casa. Eppure gli sviluppatori milanesi di Milestone col tempo sono diventati i più esperti a sviluppare racing game sulle due ruote realizzando una serie di videogiochi su licenza, tra cui troviamo SBK, MotoGP e MXGP. Milestone però ha deciso di non volersi fermare a questi prodotti su licenza, l'avvento delle console di attuale generazione rappresenta il momento opportuno per lanciare delle nuove IP e gli sviluppatori milanesi non si sono fatti scappare questa occasione. Ecco dunque arrivare nei negozi Ride, racing game il cui obiettivo sembra molto chiaro: essere per le due ruote quello che Gran Turismo è stato per il mondo automobilistico. Ci saranno riusciti i nostri connazionali? La risposta la trovate in questa recensione.

di: Luca Saati

Non deve essere così semplice realizzare un racing game dedicato al mondo del motociclismo. Spesso gli appassionati della simulazione usano i volanti per quei prodotti dedicati al mondo delle automobili per avere così un maggior senso di realismo. Questo non può accadere per i giochi motociclistici, controller dedicati non esistono e sicuramente non ci si può portare la moto in casa. Eppure gli sviluppatori milanesi di Milestone col tempo sono diventati i più esperti a sviluppare racing game sulle due ruote realizzando una serie di videogiochi su licenza, tra cui troviamo SBK, MotoGP e MXGP. Milestone però ha deciso di non volersi fermare a questi prodotti su licenza, l’avvento delle console di attuale generazione rappresenta il momento opportuno per lanciare delle nuove IP e gli sviluppatori milanesi non si sono fatti scappare questa occasione. Ecco dunque arrivare nei negozi Ride, racing game il cui obiettivo sembra molto chiaro: essere per le due ruote quello che Gran Turismo è stato per il mondo automobilistico. Ci saranno riusciti i nostri connazionali? La risposta la trovate in questa recensione.

Cavalcando i centauri

L’esperienza di Milestone nel settore ha sicuramente aiutato nella creazione di un ottimo sistema di guida in Ride. Il modello di guida infatti è uno dei punti forti della produzione. Tre sono i modelli di guida messi a disposizione che vanno da quello semplice con tutti gli aiuti attivati per chi cerca un’esperienza accessibile a quello più realistico per chi cerca un’esperienza di gioco più simulativa con i due freni da gestire separatamente e la posizione del pilota da sistemare prima di una curva. Tra i due c’è poi il quel modello che rappresenta quella giusta via di mezzo tra accessibilità e simulazione.
La guida delle moto ci ha tolto più di una soddisfazione visto che non basterà imparare a guidare un solo mezzo per riuscire a padroneggiare tutti i veicoli a disposizione nel concessionario. Per padroneggiare come si deve una moto sarà necessario fare prima un po’ di pratica per capire come spingerla al limite. Insomma le differenze tra i vari mezzi ci sono e spesso cambiando categoria ci siamo sentiti un po’ spaesati all’inizio proprio perché non riuscivamo a tirare il meglio dal bolide che avevamo appena iniziato a guidare. Una volta superati questi primi momenti però il senso di soddisfazione inizia a farsi sentire specialmente dopo un sorpasso con una staccata al limite.
Peccato solo per due note dolenti della produzione: un sistema di collisioni da rivedere e un’intelligenza artificiale non al top. Per quanto riguarda le collisioni e i danni, spesso capita di assistere a collisioni violente dove a pagare è solo un pilota con l’altro che ne esce praticamente indenne. Sull’IA invece sono presenti cinque livelli di difficoltà, si va da quello facile a quello realistico. Anche al livello più alto si notano dei piloti avversari non così aggressivi scoprendo in breve tempo che la vera differenza la farà la propria moto che se potenziata al massimo farà mangiare la polvere agli inseguitori.

Pimp my Ride

Per quanto riguarda la personalizzazione delle moto troviamo un discreto numero di elementi personalizzabili, anche se a dirla tutta si poteva fare sicuramente qualcosina di più. Ogni moto può essere modificata in diversi aspetti andando a ritoccare il motore, il cambio, i freni, le ruote e così via. La sensazione trasmessa però è quella di sentirsi piuttosto limitati visto che le modifiche messe a disposizione non sono così variegate e non lasciano una completa libertà. Ad esempio il motore non può essere sostituito, il telaio non può essere toccato e queste limitazioni si fanno sentire anche nella personalizzazione estetica. Anche in questi casi vengono toccati solo pochi punti come gli specchietti, le manopole, e le leve del freno, e anche i colori sono solo quelli approvati dalla casa di produzione.
Anche il pilota può essere personalizzato con un buon numero di caschi, tute, guanti, stivali e saponette con tutti gli oggetti licenziati. La personalizzazione del nostro alterego riguarda anche il suo stile di guida, possiamo infatti andare a modificare la sua postura sulla moto e la sua piega in curva.

World Tour

Contenutisticamente Ride non ha poco da offrire. Troviamo infatti oltre 100 moto di tante marche e categorie diverse, tra cui naked, supersportive, supersportive storiche e superbike. I circuiti sono divisi in 15 ambientazioni diverse di cui ognuna può offrire un massimo di tre varianti. In totale abbiamo poco più di una trentina di tracciati.
La modalità principale è la carriera che per l’occasione è stata definita World Tour. Questa modalità ci mette a disposizione un buon numero di eventi divisi a seconda delle categorie delle moto che possono tenere impegnati per un buon numero di ore. La progressione appare un tantino più veloce del solito rispetto a quanto ci hanno abituato i prodotti con la stessa filosofia di gioco. In Ride basteranno infatti una manciata di ore di gioco per riuscire ad ottenere un quantitativo di denaro sufficiente per acquistare una delle moto più costose del gioco. Qualcuno potrebbe storcere il naso, noi non ci sentiamo di criticare troppo questo aspetto visto che aiuta a mantenere un buon senso di varietà, siamo infatti passati da una categoria all’altra spaziando tra diversi modelli di moto. Oltre ai crediti, completare ogni gara permette di ottenere dei punti reputazione per scalare la classifica mondiale e sbloccare degli eventi speciali nel World Tour chiamati Elite Trophy. Anche questi sono divisi in categorie e premiano il giocatore con delle moto gratuite. Scalare a classifica nel World Tour permette anche di sbloccare dei compagni di squadra controllati dall’intelligenza artificiale anche se il gioco ci permette di aggiungere i nostri amici.
Ride mette a disposizione anche diverse tipologie di gare come le Drag Race, Campionati, eventi a tempo come i Testa a Testa e Time Attack e altro ancora. Insomma anche in questo senso troviamo una buona varietà che aiuta molto la produzione a durare nel tempo. A chiudere il cerchio troviamo le Modalità Veloci e l’Online. Le prime permettono di affrontare una semplice gara impostando la moto e il circuito, una prova cronometrata o una partita un multiplayer locale in split-screen. L’online invece risulta piuttosto semplice limitandosi a delle gare personalizzate. Questa modalità avrebbe magari richiesto un po’ più di profondità magari inserendo la possibilità di affrontare campionati, delle leaderboard e perché no una sorta di World Tour Online.

Col vento tra i capelli

Tecnicamente Ride non è uno di quei prodotti che mostra i muscoli dell’attuale generazione di console. Si vede che ci troviamo dinanzi un prodotto cross-gen. I vari ambienti delle piste e tutti quegli elementi di contorno lasciano un po’ a desiderare. Ottimi invece sono i modelli delle moto che sono realizzati davvero bene, spesso può capitare di perdere qualche momento ad ammirarle nella modalità foto. Altra nota dolente sono i tempi di caricamento piuttosto lunghi che frammentano fin troppo l’esperienza di gioco.
Alti e bassi anche nel comparto sonoro. Non tutte le moto infatti possono vantare delle campionature originali. Il rombo del motore di alcuni mezzi è quindi quello autentico, mentre gli altri purtroppo non offrono la stessa qualità sonora.

Commento finale

A dire il vero un Gran Turismo delle moto è già esistito, stiamo parlando di Tourist Trophy, videogioco per PS2 uscito nel 2006 sviluppato proprio da Polyphony Digital. Sono passati ben nove anni da allora e di un videogioco con quella filosofia non ne abbiamo più vista l’ombra. Il debutto di Ride quindi non può che renderci felici e la nostra speranza è che diventi una serie a tutti gli effetti. Gli appassionati delle due ruote troveranno nel videogioco di Milestone un ottimo sistema di guida adatto sia a chi cerca un’esperienza arcade che a chi cerca qualcosa di più simulativo, il tutto accompagnato da un buon numero di contenuti. All’inizio di questa recensione ci siamo posti una domanda e la nostra risposta è che in Milestone sono riusciti nel loro intento ma solo in parte. Infatti, nonostante alcuni difetti che non permettono al videogioco di spiccare il volo, Ride si è dimostrato un buon prodotto e un buon punto di partenza da cui partire. Il potenziale per migliorare in futuro c’è tutto e noi non vediamo l’ora di vedere l’evoluzione di questa nuova serie.

  • Ottimo sistema di guida

  • Buona varietà di moto e di eventi

  • Le moto sono belle da vedere…

  • … ma graficamente non al top

  • Sistema di collisioni e IA da rivedere

  • La personalizzazione poteva essere più profonda