Recensione Ribelle – The Brave: Il Videogioco
Ribelle: The Brave può benissimo accompagnarsi al film d'animazione ed i più piccoli riusciranno ad immedesimarsi senza correre il rischio di rimanere delusi. Un titolo senza particolari pregi, né difetti, adatto a chi si avvicina in giovane età ad una console di nuova generazione.
di: king_lizardDopo il “successone” videoludico di Madagascar 3: Euope’s most wanted, eccomi alle prese con un altro titolo dedicato alla categoria under 12. Da premettere che me la vado a cercare eh, ma non escludo una possibile vena sado/maso in redazione nell’affibiarmi certe gatte da pelare! Diciamo pure di aver accettato di buon grado per amor delle rosse, tuttavia potrete ben condividere la totale mancanza di aspettative dopo un approccio fallimentare col titolo della Namco/Bandai. La stessa, però, potrebbe rivelarsi ingiustificata dal momento che la Pixar ha sempre sfornato prodotti apprezzabili su tutti i fronti (per una certa fascia di utenza si intende!), dunque non mi resta che abbandonare certe pippe mentali e valutare le doti di questa Ribelle.
“Pelo rosso, cattiva lana”?
Beh, partiamo dal presupposto che mi sono beccato una prima delusione nel constatare la tenera età della protagonista, troppo giovane per farci un pensierino, ma abbastanza da ricordarmi l’inevitabile strada verso i trenta. Merida, questo il suo nome, è la prima figlia del Re Fergus, tanto grosso quanto il Regno delle Highlands scozzesi sotto il suo comando. Decisamente poco avvezza agli usi ed alle tradizioni della sua terra, la principessa è in perenne combutta con i membri della sua famiglia, madre in primis, finché un bel giorno quest’ultima, insieme ai tre fratellini, cade vittima di un incantesimo che li trasforma in orsi. Temendo l’influsso di qualche sortilegio, Merida accusa la classica strega nel bosco di essere colpevole, ma la vecchia megera le rivelerà che in realtà la Regina Elinor è stata colpita da una magia ben peggiore, quella di Mordu: uno spirito malvagio incarnatosi in un orso possente che ha corrotto il potere delle pietre magiche del Regno scatenando ogni sorta di mostruosità. Il compito della principessa, che si rivelerà essere un’arciera formidabile, non sarà solo quello di salvare la sua famiglia dalla maledizione, ma tutto il regno caduto in disgrazia liberando le pietre dall’influsso malvagio e sconfiggendo definitivamente Mordu. L’introduzione iniziale e gli intermezzi che ne conseguono ci vengono illustrati in maniera tipicamente fiabesca con animazioni che sembrano disegnate su qualche antico tomo, mosse quanto basta per non dare un’impronta troppo statica al tutto. A farne da sfondo ritroviamo delle melodiche cornamuse, che non potevano mancare in un titolo che si ispira alla tradizione scozzese, ed un doppiaggio senza infamia e senza lode. L’atmosfera fiabesca sarà una costante anche nelle sessioni di gioco, ma con qualche colpo in meno a causa di un comparto grafico non proprio eccelso, infatti la definizione e le texture, al minimo sindacale, vengono rappezzate dalla grandezza delle ambientazioni e da inquadrature dinamiche che sanno metterne in risalto le variazioni. Ora, conoscendo i ritmi ed i tempi a cui lavorano questi grandi studi d’animazione, il risultato finale non è pessimo, tanto meno offensivo per chi acquista il titolo. Tuttavia, i modelli tridimensionali delle creature rappresentano un discorso a parte, dal momento che non solo sono carenti di dettagli (un po’ come tutto il gioco, ndr), ma spesso cambiano semplicemente colore in base all’elemento che li caratterizza ed i boss del gioco non sono nient’altro che delle versioni ingigantite delle miniature. Che diamine, la fantasia di certo non manca alla Pixar!
Paese che vai, stesse usanze di sempre
Eh già! Paradossalmente, dopo tutta la critica al comparto grafico, bisogna riconoscere che ciò che manca a questo titolo è proprio una grafica a 16-bit perchè raccoglie in se molte delle feature che noi stessi da giovani ritrovavamo nei nostri adventure game preferiti. Potrei partire, ad esempio, elencando le abilità di Merida, capace di compiere doppi salti, attacchi in volo o salti a zig-zag per scalare due pareti ravvicinate, o ancora potrei citare qualcuno tra i tanti power up e potenziamenti che troverete in giro per i dungeon e nel negozio: avrete a disposizione una discreta scelta di archi e spade, anche se tatticamente non si distinguono tra loro, ma andranno a conferire semplicemente un aumento del danno inflitto, diversamente dai potenziamenti acquistabili che si riveleranno più decisivi. In realtà la spada ha un ruolo quasi accessorio mentre il tutto ruota prevalentemente sull’utilizzo dell’arco, non solo per sconfiggere i nemici, ma anche per attivare porte o piattaforme che rispondono ad un determinato elemento. Grazie a dei particolari amuleti, infatti, sarete in grado di utilizzare attacchi elementali da sfruttare a seconda dell’occasione ed il loro impiego in gioco è guidato da simboli che raffigurano l’elemento chiave su piattaforme e nemici. Non a caso, le meccaniche sono volutamente semplici, studiate ad hoc per un pubblico giovanissimo. L’inquadratura fissa in battaglia aiuta il bambino a tenere l’azione sotto controllo mentre il genitore, o chi per esso, può tuffarsi nella mischia quando vuole nelle vesti di un Fuoco Fatuo grazie ad una modalità co-op che consente la partecipazione di un secondo player senza iniziare una partita apposita. Le dinamiche del gioco sono scandite da momenti precisi ed anche abbastanza prevedibili: ora siete Merida alle prese con cinghiali infuocati, dopo siete la Regina Elinor che accorre in soccorso per fare piazza pulita con i suoi artigli e dopo ancora utilizzerete i tre fratellini per risolvere banali rompicapo e spianare la strada alla sorella maggiore. Il tutto è disponibile a vari livelli di difficoltà, anche se bisogna dire che il più arduo soddisferebbe giusto la trasgressività della Regina Elisabetta. Infine, l’utilizzo del Kinect sblocca una serie di mini giochi incentrati sul tiro con l’arco, ma è puramente accessorio ed i più piccoli potrebbero avere difficoltà nel gestire la meccanica di tiro.
Una ragazzina dai gusti semplici
Ribelle – The Brave è uno di quei titoli che va preso con la dovuta leggerezza ed in fin dei conti se la guadagna tutta grazie ad un buon lavoro del team di sviluppo. Certo, l’elogio va contestualizzato, dal momento che mi sarebbe impossibile giudicarlo con gli occhi di un adulto (nonché sedicente redattore!). Il gioco mantiene intatta tutta l’atmosfera del film d’animazione e permette ai vostri bambini di immedesimarsi nell’eroina senza troppi grattacapi legati a dinamiche d’azione troppo complesse. L’immediatezza della co-op è sicuramente un punto di forza, un po’ meno la longevità del titolo che si porta a termine in un paio di sessioni. In ogni caso, buono.