
Recensione Rematch
di: Donato MarchisielloSloclap è una delle migliori realtà di sviluppo lì fuori, senza se e senza ma. A partire dal mai troppo osannato Absolver, uno dei titoli più avanguardistici e sui generis nel segmento picchiaduro, passando per una sua quasi diretta derivazione più incentrata sugli aspetti ruolistici, Sifu. Ma, evidentemente, ai ragazzi di Sloclap piace rischiare ed eccoci qui, quest’oggi, a parlare di Rematch, un titolo competitivo multiplayer dedicato al calcio a 5. Uno stravolgimento di genere e non solo, ma che induce ad una “rimozione forzata” di cappelli, per render omaggio a coloro che, quest’oggi, rischiano ancora qualcosa per concretizzare i propri piani. Ma, ammirazione intellettuale a parte, com’è Rematch? Andiamo con ordine!

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Rematch è un gioco di calcio sui generisi esclusivamente online e giocato in terza persona, con una estetica vagamente cartoon ed una fisica di gioco piuttosto realistica, che rende il titolo pseudo-simulativo. Una volta avviato il gioco, si accede a una schermata di creazione del personaggio, che offre una discreta quantità di opzioni di personalizzazione per creare il calciatore perfetto. Da qui, il gioco introduce il prologo, breve e conciso, che fornisce al giocatore le basi. Il prologo funge anche da corto contorno narrativo, con alcune brevi ma splendidamente animate sequenze animate del giocatore, che mostra un grande talento afflitto però da alcune difficoltà nel a giocare in squadra.
Rematch è una produzione dall’estetica semplice, ma dal cuore meccanico piuttosto complicato da perfezionare. Come detto, il gioco è esclusivamente una esperienza competitiva: Rematch offre modalità PvP online 3v3, 4v4 e 5v5, oltre a una versione classificata del 5v5 (che, però, soffre forse di un accesso ad essa un po’ troppo “istantaneo”, spesso divenendo non troppo differente dall’esperienza “casual”). Vi sono alcuni minigiochi e workshop specifici in singolo, che aiuteranno a comprendere meglio le basi sia dell’attacco che della difesa. Al momento, il gioco offre poche modalità ludiche, con assenze di un certo peso (ad esempio, una ipotetica lega fra club creati dai giocatori), ma Sloclap ha promesso nuove modalità e funzioni cruciali (come ad esempio il crossplay, al momento totalmente assente).

Ma, pad alla mano, com’è Rematch? Piuttosto facile da apprendere mnemonicamente, difficile da “domare” meccanicamente. Il dribbling, il tiro e il passaggio sono facili da attivare, ma difficili da padroneggiare, e questo è un aspetto ricorrente di questo gioco. È possibile usare abilità e giochi di “prestigio” per confondere gli avversari o superarli con lo sprint: le opzioni sono varie e vaste, seppur risucchieranno energia e, se usate male, si concluderanno con la perdita del controllo della palla. La posizione della telecamera gioca un ruolo fondamentale in praticamente tutte le azioni che potremo fare in campo e rende il gameplay completamente diverso dalle altre esperienze calcistiche. In Rematch, infatti, dovremo concretamente mirare nella direzione desiderata: il nostro alter ego, infatti non tirerà, ad esempio, in modo automatico ma la palla andrà nella direzione in cui punta la nostra visuale. Una difficoltà tecnica non da poco, che rende il titolo di Sloclap un “mostro” particolarmente complicato da domare.
Rematch non avrà dei ruoli fissi sul manto verde, data la sua estrema freneticità (e casualità, con tutti i pro e i contro che la caratteristica comporta). L’unico, che comunque ruoterà, è quello del portiere: seppur divertente ed acrobatico, è probabilmente il compito più difficile anche perché Rematch non poggia la sua esperienza su server fisici, ma su host virtuali. Ed alle volte, nonostante una meccanica di parata ed uscita piuttosto precisa e solida, capiterà di subire un goal viziato da un lieve ritardo di banda. Dunque, un netcode non perfettamente funzionante, probabilmente, che mostra il fianco anche in altre situazioni (ad esempio, capiterà spesso che il gioco ci metta un bel po’ per sostituire un elemento del team che ha abbandonato la partita, lasciando per diverso tempo il team in inferiorità numerica).

Da un punto di vista tecnico, il lancio del gioco è stato sicuramente un successo di numeri (anche grazie alla presenza su Game Pass), ma non particolarmente a livello di pulizia tecnica. Sono diversi i bug avvertiti dai giocatori, alcuni anche “esclusiva” di una specifica piattaforma, come palloni “incollati” al terreno ed impossibili da toccare, o sporadici crash del gioco. Nulla che vada ad inficiare irreversibilmente l’esperienza del gioco, che resta comunque divertente e fluida al punto giusto. L’estetica è al solito pregevole, con delle forme “ruvide” e spigolose ormai marchio di fabbrica di Sloclap, con un climax raggiunto dagli spettacolari sfondi che attornieranno il rettangolo verde, da rigogliose giungle a stazioni spaziali. Un plauso, in aggiunta, per le animazioni, altro punto di forza dello studio: movimenti, gesti acrobatici e contrasti, tutto apparirà piuttosto verosimile e naturale.
Ottima la fluidità generale del gioco, che quasi mai zoppicherà a livello di quantità di fotogrammi al secondo. In ultima istanza, il comparto audio: ad effetti tutto sommato ben fatti (specialmente, quello dei passi “alle spalle” che ci avvertono del sopraggiungere di un avversario), passando per il tonfo sordo dei palloni calciati con forza, si passa a tracce di musica elettronica ben piazzate e che sanno cogliere l’attimo in campo. Peccato, però, per una certa limitatezza complessiva del numero delle tracce (traduzione? sentiremo spessissimo le stesse musiche a ripetizione).

Rematch è un gioco di calcio assolutamente divertente e sui generis, una vera e propria alternativa low cost a produzioni più blasonate (e per certi versi, stantie). Design unico, controlli eccellenti e un gameplay semplice ed assuefacente, contribuiranno ad immergerci in un loop infinito di gioco. Immagini e animazioni di alto livello confermano ancora una volta Sloclap come una delle migliori realtà della scena videoludica. L’esperienza, al momento, non è ancora perfetta e sono tante le mancanze e gli spigoli da limare, ma è solo questione di tempo. Probabilmente, la migliore esperienza calcistica “casual ma non troppo” in rapporto all’esiguo prezzo di lancio.