Recensione Recensione di Viking: Battle for Asgard
Recensione di Viking: Battle for Asgard di Console Tribe
di: Santi "Sp4Zio" GiuffridaOltre ad affascinare il mondo della celluloide, il genere fantasy è riuscito a ritagliarsi spazi sempre rilevanti anche nell’odierno panorama videoludico. La caratterizzazione di mondi leggendari avvolti dal mistero, nonché una struttura narrativa consistente, si rivelano infatti elementi fondamentali in grado di appassionare numerosi giocatori.
Gli sviluppatori di Creative Assembly, consci dei fattori trainanti appena elencati e dopo averci fatto rivivere diversi periodi storici grazie a saghe famose come Total War e Medieval, ci propongono l’ennesimo tuffo nel passato catapultandoci in prima persona in una trama che prende in prestito personaggi e luoghi appartenenti alla mitologia nordica, dove la pace appare come un lontano miraggio ed il binomio guerra-devastazione regna sovrano.
Viking: Battle For Asgard ci sembra decisamente un titolo capace di racchiudere l’essenza di cui sopra, pertanto vediamo insieme di sviscerarne i contenuti.
Skarin, la scommessa degli dei
Come avrete sicuramente intuito, l’azione di gioco è amalgamata con una narrazione di sostegno che ci accompagnerà lungo il proseguio della nostra avventura.
Tutto ha inizio in seguito all’ennesima ostilità che vede contrapporsi la perfida dea Hel ed il sommo Odino, Signore delle terre di Asgard. L’imperiosa divinità femminile, resasi conto di essere stata relegata al regno degli inferi per l’eternità, decide di vendicarsi del torto inflitto da Odino radunando un esercito di anime appartenute a vichinghi valorosi caduti in battaglia e costituire quindi una propria armata di guerrieri non-morti con la quale poter mettere a soqquadro il pacifico regno di Midgard. Ma la follia, si sa, non ha limiti e raggiunge il suo apice quando la perfida Hel conta di giungere alla battaglia finale tra la luce e le tenebre, due forze contrapposte in grado di annientarsi a vicenda e mettere fine all’intera creazione, umani e dei. Tale conflitto primordiale prende il nome di Ragnarok. Si tratta decisamente di una minaccia da sventare ed è qui che Freya, figlia di Odino, riporta a nuova vita un prode vichingo noto come Skarin. Elevandolo poi a suo campione, gli affiderà il compito di strappare Midgard dall’oppressione esercitata dalla dea Hel ed impedire di conseguenza la realizzazione del Ragnarok. Perciò vestendo i panni di Skarin, dovremo sconfiggere Hel annientando le relative legioni sparse per tutta Midgard. Fortunatamente non saremo soli, infatti lungo il nostro cammino dovremo liberare diversi clan vichinghi tenuti priogionieri nei luoghi più disparati. In questo modo non ci sarà difficile plasmare un nostro esercito e combattere per la vittoria.
Un esercito con le… corna
Viking si presenta essenzialmente come un tipico action game in terza persona, per cui le meccaniche di gioco ci vedono contrastare orde di legionari macchiando brutalmente di sangue il nostro fido arsenale di armi bianche.
Le varie vicissitudini belliche di cui saremo protagonisti si sviluppano su tre isole, ognuna delle quali è liberamente esplorabile senza smarrire però il senso dell’orientamento: è possibile infatti visualizzare una mappa mediante la pressione del tasto Back. Sulla mappa saremo in grado così di scorgere le missioni da portare a termine, anche se comunque è bene precisare che alcune zone non saranno visibili sin da subito, bensì si riveleranno ai nostri occhi solo dopo aver parlato con dei personaggi chiave ai fini della trama o proseguendo con l’esplorazione. Ciascuna isola comprende inoltre due “macro-battaglie”, ad esempio due grandi fortezze nemiche da prendere d’assalto dopo aver completato una serie di obiettivi, quali liberare un numero di clan vichinghi sufficiente a organizzare un esercito, consegnare delle mercanzie in qualche remoto villaggio, nonché evocare persino dei draghi che ci forniranno il loro potenziale bellico nelle battaglie più efferate.
La vastità delle isole è davvero sorprendente: esplorandole potremo ammirare diversi paesaggi, come ad esempio enormi distese erbose, cascate, losche caverne, antiche rovine, fortezze in disuso, cave, piccoli villaggi e templi. Insomma i luoghi chiave di connotazione fantasy possiamo dire ci sono quasi tutti. Come se non bastasse, lungo il nostro cammino scopriremo delle possenti e mastodontiche rocce magiche di forma più o meno conica denominate Menhir: una volta attivate, ci permetteranno di teletrasportarci da una zona all’altra dell’isola con estrema semplicità e senza alcun caricamento che possa spezzare la continuità di gioco.
Visto che abbiamo parlato della varietà delle ambientazioni proposte, non possiamo non parlare di una peculiarità decisamente geniale e caratteristica: ogni qualvolta entreremo in una zona da liberare, quindi un conflitto, vedremo calare la notte, il cielo scurirsi di rabbia e lacrimare pioggia. Dopo aver combattutto e collezionato l’ennesima vittoria, vedremo invece il sorgere del sole illuminare le verdi colline. Dal punto di vista visivo, è davvero una bella trovata e sottolinea la buona riuscita delle nostre imprese.
Vichingo: armato, rozzo e assetato di sangue
Per riconquistare il controllo sulle tre isole ci troveremo a combattere in continuazione, per tale ragione il sistema di combattimento merita la nostra attenzione soprattutto per capire quanto sia semplice ed intuitivo. Vi starete sicuramente chiedendo quanto questo si avvicini ai canoni dei più blasonati hack’n’slash. Diciamo che i primi combattimenti ci lasciano un po’ spiazzati e con l’amaro in bocca. Avremo infatti a che fare con azioni un tantino più lente rispetto ai tipici picchiaduro a cui siamo abituati e come se non bastasse in un primo momento avremo persino la sensazione di poter compiere solo poche mosse. Fortunatamente tutto diventa più roseo e accattivante quando scopriamo l’esistenza di apposite arene nelle quali potremo apprendere nuove mosse e combo in grado di mettere KO il malcapitato di turno con il minimo sforzo e con un grado di spettacolarizzazione ammiccante.
Il nostro alter-ego è dotato di una spada e di un’ascia grazie alle quali potremo sferrare due diversi tipi di attacco: lento e veloce, rispettivamente eseguibili premendo i tasti X e A. La differenza sostanziale è contrassegnata dall’efficacia, ovvero dalla quantità di danni inferti al nemico. Se infatti decidiamo di attaccare l’avversario utilizzando gli attacchi veloci, dovremo colpirlo più e più volte pur di stenderlo, mentre invece caricando un attacco lento potremo riuscire ad eliminarlo anche con un singolo colpo ben assestato. Inoltre quando avremo ridotto un nemico in fin di vita, possiamo esibirci in un coreografico colpo di grazia spappolando letteralmente il corpo degli ostili in brandelli di carne o eseguendo, perché no, decapitazioni e mutilazioni, inasprendo il paesaggio di carneficina sanguinolenta. Ma si sa, un buon guerriero deve distiguersi non solo per le sue capacità offensive ma anche per quelle difensive; e il nostro Skarin ne è perfettamente a conoscenza e non ha nulla da invidiare, possiamo infatti eseguire sia parate che schivate: le prime premendo il grilletto sinistro e le seconde unendo la pressione del tasto Y.
Per numerosi aspetti il sistema di combattimento non può far altro che ricordarci le meccaniche di gioco già viste in Conan, nonchè in diversi altri titoli di medesimo stampo ma meno recenti. La suddivisione delle facoltà offensive in due tipi diversi di attacco è infatti pressocchè identica, così come pure il sistema di parate e le mosse finali. Come in Conan, durante gli scontri ci si sente parte integrante di un conflitto, di scontri efferati tra energumeni assettati di sangue e pronti a dare la propria vita pur di cavalcare l’onda della vittoria. Una differenza da menzionare è la diversa disponibilità del nostro affilato inventario, infatti mentre in Conan possiamo rubare, raccogliere e comprare diverse armi, in Viking ci vedremo costretti ad utilizzare l’accoppiata spada-ascia unitamente ad accette da tiro pronte ad essere scagliate su teste da mozzare.
Altro punto in comune è la possibilità di poter acquisire nuove mosse e combo man mano sempre più violente e sanguinarie: in Conan acquistabili raccogliendo rune rosse ed in Viking tramite l’accumulo di sacchi d’oro presenti lungo lo scenario.
Sebbene i due titoli siano decisamente simili, riescono entrambi a mantenere una propria individualità e caratterizzazione e tale discorso si rafforza in direzione di Viking che favorisce una giocabilità più aperta ed un completamento degli obiettivi meno rigido da portare a termine.
Oltre ai comuni nemici, che potremo definirli semplici legionari, ci imbatteremo contro soldati più poderosi e decisamente più temibili, fino a trovarci di fronte a veri boss di fine livello, giganti e campioni, che saremo in grado di sconfiggere solo mettendo a segno le combo più devastanti che avremo appreso in quel momento e schivando saggiamente i loro attacchi letali, pena conclusione precoce della nostra avventura. Riguardo i boss, c’è un piccolo appunto da fare, difatti dopo averli stremati e ridotti all’osso, l’unico modo per fargli varcare i cancelli dell’altro mondo è finirli eseguendo delle mosse dettate da sequenze di tasti indicate a schermo, e qui le scene splatter tinteggiano lo scenario di cruenza e morte, per cui mettete a letto i pargoli.
Capiterà spesso di dover insediare e liberare villaggi particolarmente stracolmi di nemici ed è in queste situazioni che si rivela più conveniente un approccio stealth, eliminando quindi di soppiatto ed alle spalle gli elementi più pericolosi e dotati del corno di battaglia utile a chiamare i rinforzi.
Eliminare i nemici con stile ci permetterà di caricare una barra grazie alla quale sarà possibile donare alle nostre armi bianche poteri elementari come fuoco, elettricità e ghiaccio. Ciò sarà comunque possibile solo dopo aver acquistato dal fabbro le rune magiche relative. La nostra spada non sarà più una semplice spada, potremo infatti incendiare il nemico, elettrificarlo e addirittura ridurlo in ghiaccio per poi mandarlo in frantumi con un colpo appena accennato.
Fino a questo punto tutto sembra meritare soltanto elogi e riconoscimenti ma i problemi nascono purtroppo dalla struttura generale del titolo che, sebbene riesca ad offrire un divertente sistema di combattimento, talvolta appagante, potrebbe apparire a tratti ripetitivo, complice un’intelligenza artificiale altalenante capace di spiazzarci solo nelle prime battute e senza dubbio motivo di un fattore rigiocabilità pressocchè nullo a causa pure di un’avventura sempre lineare e priva di extra che ne incentivino la longevità. Da segnalare inoltre la totale assenza di una modalità multiplayer che almeno in locale sarebbe stata gradita e avrebbe donato maggiori stimoli prima di piazzarlo in scaffale in via definitiva.
Lo sguardo vigile di Odino
Sebbene ci si potesse aspettare di più, il comparto tecnico di Viking ha le carte in regola per superare senza troppe esitazioni la soglia della sufficienza. Graficamente parlando si presenta con un design consono al genere trattato ed un’ottima caratterizzazione del personaggio principale così come pure degli avversari. Gli scorci di panorama impreziositi da buoni effetti di luce in tempo reale ci colpiscono positivamente e ci catapultano gradevolmente nell’atmosfera epica di cui il titolo si orna.
Seppur non si faccia uso di un numero spropositato di poligoni, le animazioni ci appaiono convincenti ed il motore grafico e fisico è in grado di gestire su schermo centinaia di soldati mantenendo un solido frame-rate anche nelle situazioni più concitate.
Tra i difetti possiamo segnalare la mancata diversificazione dei soldati vichinghi e qualche sporadico episodio di compenetrazione tra i corpi, nonché rare e leggere imperfezioni di sincronia in alcune animazioni relative ai colpi di grazia.
Il comparto audio risulta senza dubbio il punto debole del gioco, infatti durante gli scontri non è presente alcun motivo strumentale che possa enfatizzare appieno l’epicità del combattimento; si attestano invece nella media gli effetti sonori ed il doppiaggio in lingua nostrana.
Odino sentenzia
Concludendo, Viking si dimostra un action in terza persona capace di divertire ed intrattenere gli amanti del genere. La longevità non è delle migliori e l’assenza di una modalità multiplayer non incrementa di certo il fattore rigiocabilità.
Nonostante un gameplay basato su una formula già vista ed una realizzazione tecnica poco al di sopra della sufficenza, Viking: Battle For Asgard riesce a coinvolgere non poco chi vuole passare quache ora di sano divertimento; tuttavia se siete alla ricerca di un prodotto più profondo, è meglio volgere lo sguardo altrove.
PRO
- Buon sistema di combattimento
- Divertente senza troppe pretese
- Scene splatter e coreografiche
- Ottimo prodotto per gli amanti del genere
CONTRO
- Realizzazione tecnica migliorabile
- Multiplayer assente in tutte le sue forme
- Mancanza di stimoli a rigiocarlo