Recensione Recensione di Transformers: Revenge of the Fallen
Recensione di Transformers: Revenge of the Fallen di Console Tribe
di: RedazioneE’ il 1984 l’anno in cui gli occhi di milioni di bambini di
tutto il mondo rimangono estasiati dalle spettacolari immagini di un
nuovo cartone animato, frutto della collaborazione Takara/Hasbro: è unico, è Transformer.
Un aereo, un camion, un treno, una nave, un’automobile che si
trasforma in uno straordinario robot: potrebbe esistere,
all’inizio degli anni ’80, qualcosa in grado di suscitare
più ammirazione nella fervida fantasia dei più piccoli?
No, Transformer diventa un fenomeno planetario e i negozi
vengono invasi da quello che diventerà uno dei giocattoli
simbolo di quegli anni.
Dopo un lungo periodo di oblio, le creature antropomorfe sono ritornate in auge grazie ai due film di successo, Transformer (2007) e Transformers: Revenge of the Fallen (2009), diretti da Michael Bay. Se venticinque anni fa erano i giocattoli prodotti da Hasbro a portare i robots nelle case di tutto il mondo, oggi tale incombenza spetta ai videogames prodotti da Activision.
Potrebbe esistere, oggi, qualcosa di più eccitante
dell’essere protagonisti di una battaglia all’ultima
trasformazione? Se avete risposto: “si, c’è Megan
Fox” siete sulla cattiva strada, parliamo sempre di veicoli
scintillanti in grado di trasformarsi in pericolosissimi robots alieni.
Qualche problema potrebbe però verificarsi quando il veicolo in
questione è un vecchio trattore scalcinato la cui spettacolare
trasformazione si blocca a metà: è il caso
dell’ultimo lavoro di Luxoflux per Xbox 360 e PS3, Transformers: La vendetta del caduto.
Transformazione
Addentrandoci nell’esaustivo tutorial non si può pensare a cosa debbano aver passato i programmatori di Luxoflux quando si sono dovuti preoccupare di condensare le decine di azioni dei Transformer in un sistema di controllo che fosse, allo stesso tempo, completo, intuitivo e di rapido apprendimento. Del resto La Vendetta Del Caduto è il classico tie-in che, come decine prima di lui in passato, si avventura in vari generi, da quello racing a quello action, avvicinandosi a quello degli shooter e dei platform:
difficile dunque ottimizzare un sistema di controllo efficace. Si
può affermare che il risultato ottenuto è davvero molto
positivo: i primi minuti possono davvero scoraggiare anche i più
esperti ma la curva di apprendimento è molto rapida e costante e
in poco tempo si raggiunge una discreta familiarità con i
complessi controlli.
Tutti i pulsanti del joypad sono
sfruttati a dovere e la mappatura delle funzioni è molto simile
a quella vista in decine di action già giocati nel recente
passato. Le azioni assegnate ai pulsanti cambiano in relazione alla
forma, robot o veicolo, assunta con la pressione del grilletto destro;
da robot, con il grilletto sinistro si passa alla forma armata e,
tenendolo premuto, in combinazione con RT si spara, mentre con RB si
passa dall’arma primaria a quella primaria. Ogni robot si
può arrampicare (tasto B), saltare (A) e combattere corpo a
corpo (X); tutti hanno a disposizione un’abilità speciale
attivabile con la pressione del pulsante Y, ad esempio Ironhide può devastare i nemici con una torretta lanciarazzi, Ratcht ha il dono della rigenerazione, Bubblebee
può stordire gli avversari. Premendo il pulsante RT si passa
alla modalità veicolare e, tenendo premuto lo stesso grilletto
con LT, LB, X e A si derapa, si frena si spara e si attiva il turbo. La
gestione di un così articolato sistema di controllo, genera
confusione, in particolare quando si passa rapidamente dalla forma
veicolare a quella robotica e cambiano la gran parte delle azioni
assegnate ad ogni singolo pulsante ma, come detto in precedenza, la
mappatura “standardizzata” dei pulsanti e l’ottimo
tutorial permettono di superare senza particolari patemi d’animo
tutte le difficoltà.
Chi si è divertito al cinema ammirando i combattimenti tra gli Autobots e i Decepticons
non può non storcere il naso davanti
all’impossibilità, piuttosto sorprendente, di non poter
effettuare alcun tipo di presa durante i combattimenti ravvicinati. Se
nei film i robots si avvinghiavano in selvagge e violentissime prese
degne dei migliori combattimenti di wrestilng, i Transformer del titolo Activision
ne sono del tutto sprovvisti. Limitando lo scontro ravvicinato ad un
singolo colpo, per quanto efficace, si è persa la ghiotta
possibilità di regalare ai giocatori un gameplay
profondo, che spazzasse via tutti i pregiudizi di superficialità
che circondano da sempre i titoli di questo tipo. Si è puntato
tutto sulla frenesia dell’azione ma questa scelta non permette a La Vendetta Del Caduto di distinguersi dall’innumerevole serie di action oggi disponibili.
Energon
Da due anni il terribile leader degli Decepticons, Megatron, giace nelle profondità dell’oceano, lasciando lo scettro del potere al subdolo ed ambizioso Starscream.
Gli umani hanno accettato, in questi anni, un’esistenza aliena
così lontana dalla loro natura e hanno stretto una preziosa
collaborazione con gli Autobots in modo da raggiungere un obiettivo fondamentale: la pace.
Il destino vuole però, ancora un volta, che la terra si difenda da una nuova, terribile offensiva ad opera dei Decepticons: tutto inizia con un terrificante attacco a Shangai, sventato solo grazie all’intervento degli Autobots di Optimus Prime. E’ guerra.
Il plot narrativo della modalità single player segue fedelmente le adrenaliniche vicende della pellicola Universal e ci impone inizialmente, una scelta di campo: aiutare con la nostra esperienza il perfido Starscream a risvegliare il Prime leggendario per sconfiggere definitivamente i terrestri e gli Autobots
loro alleati o, al contrario, impedire che questo avvenga assumendo il
comando delle forze alleate. La campagna si sviluppa in missioni dagli
obiettivi sempre diversi: distruggere un nemico, correre in aiuto dei
propri compagni, difendere o attaccare particolari postazioni, scortare
umani; ogni missione è preceduta da un sintetico brifieng
e dalla selezione del robot che ci sembrerà più adatto al
nostro compito. Una percentuale indica il raggiungimento degli
obiettivi primari e secondari, fondamentali per ottenere le medaglie
oro, argento o bronzo e i punti per la campagna, unico modo per
sbloccare le missioni successive. Se gli obiettivi primari sono
raggiungibili, sostanzialmente, con qualsiasi robot scelto, gli
obiettivi secondari possono essere raggiunti, invece, unicamente
sfruttando le peculiarità che solo alcuni possiedono entro un
determinato periodo di tempo: sicuramente questo è lo stimolo
più forte che possa spingere il giocatore a riaffrontare una
missione, già conclusa, scelta in un carnet non proprio
di fattura eccellente. I robot utilizzabili sono solo dieci, cinque per
schieramento, a cui ne vanno aggiunti altri dieci se consideriamo
l’espansione rilasciata da Activision; un roster
più completo avrebbe sicuramente fatto la gioia dei fan
così come una più attenta caratterizzazione delle singole
peculiarità dei robots, valorizzate solo in poche circostanze.
La storia non brilla certamente per l’originalità dei suoi
intrecci e per le emozioni regalate al giocatore, è vero
però che la pellicola cinematografica non poteva regalare spunti
particolarmente originali da un punto di vista narrativo (un terzo
futuro episodio è una certezza) e che il team di sviluppo
è stato chiaramente consapevole di questo: la modalità
“Storia” è strutturata quasi come una “palestra” per
quella che è, palesemente, la modalità su cui più
si è puntato tutto ne La Vendetta Del Caduto, quella online.
Opitmus Prime vs Megatron
Per prima cosa dobbiamo dire che va sicuramente apprezzato il coraggio, da parte del team di sviluppo e di Activision, di aver puntato molto sulla modalità online di questo titolo. La vendetta del caduto propone modalità viste e giocate nella gran parte degli shooter di nuova generazione, sia FPS che TPS.
Ovviamente l’approccio tattico e strategico è condizionato
dalla particolare natura dei protagonisti, che offrono variabili
decisamente anomale rispetto ai generi citati, in cui tutti i player
partono, più o meno, alle stesse condizioni. Se nella
modalità single player gli scenari piuttosto limitati possono essere considerati una pecca, nel caso delle mappe multiplayer,
cinque in tutto, è sicuramente l’unico modo per eliminare
noiosi tempi morti e garantire un divertimento costante.
Otto giocatori si possono sfidare nelle classiche modalità
“Deathmatch”, sia in singolo che a squadre, in cui vince chi sopravvive
al combattimento; in “Ne resterà solo uno” un Autobot impersonerà Optmus Prime mentre, un Decepticon, Megatron:
obiettivo è uccidere il leader nemico; “Punti di Controllo”
è una modalità conquista in cui cinque aree, indicate da
dei radiofari, devo essere conquistate in un ordine preciso;
l’ultima modalità è “Lotta per i Frammenti”, il
classicissimo “ruba bandiera”, in cui le squadre devono impossessarsi
dei cinque frammenti del All Spark. Le opzioni selezionabili
vanno dalla scelta della mappa al numero degli slot privati in caso di
match del giocatore, dal numero dei round al tempo limite.
L’esistenza di action
che da molto tempo dominano le classifiche online limita ovviamente la
possibilità trovare molti giocatori che si vogliano divertire ad
un action sui generis come è La vendetta del caduto ma va detto che il team Luxoflux ha lavorato ottimamente sul codice, consentendo, ai pochi presenti, match quasi privi di lag.
Metal
Dal punto di vista del puro spettacolo visivo, Transformers: La vendetta del caduto è da considerarsi un tie in
con un compito davvero arduo: essere una trasposizione video ludica in
grado di non far rimpiangere il maestoso show di effetti speciali che
scandisce ogni minuto del film di Michael Bay. L’obiettivo
purtroppo non è stato raggiunto. La realizzazione grafica non
solo è lontanissima da quanto visto al cinema ma soprattutto dai
livelli raggiunti negli ultimi due anni dai migliori titoli next gen;
le ambientazioni, nella maggior parte dei casi, sono terribilmente
monotone a causa degli elementi presenti (edifici, vegetazione, ponti,
veicoli) privi di quelle caratterizzazioni che li rendano distinguibili
gli uni dagli altri. Aspetto positivo è l’alto livello di
interattività delle nostre azioni con lo scenario, ma in un
videogame con protagonisti i Transformers sarebbe stato inamissibile trovarsi davanti qualcosa di indistruttibile; intollerabili rimangono i fastidiosissimi problemi di pop-up: l’azione generale è fluida e veloce, ma vedere a 2009 inoltrato elementi su schermo, oltretutto dalle textures piuttosto semplici, scomparire e apparire improvvisamente è quanto meno… sorprendente.
Maggior cura è stata palesemente dedicata ai protagonisti del gioco, i Transformer. Le animazioni degli Autobots e i Decepticons sono
discretamente fluide, soprattutto quando si passa con rapidità
dalla forma robotica a quella veicolare. Mancano però di quella
enfatizzazione che ha sempre accompagnato i cartoni animati prima e i
film dopo e l’azione è priva dell’aurea magica che
meraviglia da sempre gli appassionati. Inoltre i combattimenti
avvengono per la maggior parte del tempo a lunga distanza e questo
impedisce di ammirare da vicino due o più Transoformers che se le danno di santa ragione.
Molto buono il doppiaggio in Italiano, decisamente utile per assimilare
gli obiettivi delle missioni nei casi in cui l’azione non ci
consenta di leggere le scritte su schermo. Gli effetti sonori delle
esplosioni non sono niente di trascendentale mentre il rumore metallico
dei robots nelle sue trasformazioni, salti, arrampicate e corse
è sopra la media della realizzazione tecnica del titolo Activision.
Incomplete Transformation
Molto lontano dalle migliori produzioni degli ultimi mesi, Transformers: La vendetta del caduto
non riesce ad emergere dal limbo della mediocrità che attanaglia
da sempre tie in obbligati, da ragioni di marketing, ad uscire
contemporaneamente al film. La superficialità impregna tutti gli
aspetti del titolo, dalla realizzazione tecnica generale alla poca
longevità della modalità single player, dieci ore al
massimo se si vogliono conquistare tutte le medaglie delle venti
missioni. Unica nota positiva è la modalità online: Transformers: La vendetta del caduto ha il primato di essere il primo tie in a puntare le sue carte migliori su un discreto comparto multiplayer online. Anche agli appassionati decennali dei Transformers consigliamo un’occhiata attenta al titolo Activision prima di procedere ad un acquisto che potrebbe riservare amare delusioni.
tutto il mondo rimangono estasiati dalle spettacolari immagini di un
nuovo cartone animato, frutto della collaborazione Takara/Hasbro: è unico, è Transformer.
Un aereo, un camion, un treno, una nave, un’automobile che si
trasforma in uno straordinario robot: potrebbe esistere,
all’inizio degli anni ’80, qualcosa in grado di suscitare
più ammirazione nella fervida fantasia dei più piccoli?
No, Transformer diventa un fenomeno planetario e i negozi
vengono invasi da quello che diventerà uno dei giocattoli
simbolo di quegli anni.
Dopo un lungo periodo di oblio, le creature antropomorfe sono ritornate in auge grazie ai due film di successo, Transformer (2007) e Transformers: Revenge of the Fallen (2009), diretti da Michael Bay. Se venticinque anni fa erano i giocattoli prodotti da Hasbro a portare i robots nelle case di tutto il mondo, oggi tale incombenza spetta ai videogames prodotti da Activision.
Potrebbe esistere, oggi, qualcosa di più eccitante
dell’essere protagonisti di una battaglia all’ultima
trasformazione? Se avete risposto: “si, c’è Megan
Fox” siete sulla cattiva strada, parliamo sempre di veicoli
scintillanti in grado di trasformarsi in pericolosissimi robots alieni.
Qualche problema potrebbe però verificarsi quando il veicolo in
questione è un vecchio trattore scalcinato la cui spettacolare
trasformazione si blocca a metà: è il caso
dell’ultimo lavoro di Luxoflux per Xbox 360 e PS3, Transformers: La vendetta del caduto.
Transformazione
Addentrandoci nell’esaustivo tutorial non si può pensare a cosa debbano aver passato i programmatori di Luxoflux quando si sono dovuti preoccupare di condensare le decine di azioni dei Transformer in un sistema di controllo che fosse, allo stesso tempo, completo, intuitivo e di rapido apprendimento. Del resto La Vendetta Del Caduto è il classico tie-in che, come decine prima di lui in passato, si avventura in vari generi, da quello racing a quello action, avvicinandosi a quello degli shooter e dei platform:
difficile dunque ottimizzare un sistema di controllo efficace. Si
può affermare che il risultato ottenuto è davvero molto
positivo: i primi minuti possono davvero scoraggiare anche i più
esperti ma la curva di apprendimento è molto rapida e costante e
in poco tempo si raggiunge una discreta familiarità con i
complessi controlli.
Tutti i pulsanti del joypad sono
sfruttati a dovere e la mappatura delle funzioni è molto simile
a quella vista in decine di action già giocati nel recente
passato. Le azioni assegnate ai pulsanti cambiano in relazione alla
forma, robot o veicolo, assunta con la pressione del grilletto destro;
da robot, con il grilletto sinistro si passa alla forma armata e,
tenendolo premuto, in combinazione con RT si spara, mentre con RB si
passa dall’arma primaria a quella primaria. Ogni robot si
può arrampicare (tasto B), saltare (A) e combattere corpo a
corpo (X); tutti hanno a disposizione un’abilità speciale
attivabile con la pressione del pulsante Y, ad esempio Ironhide può devastare i nemici con una torretta lanciarazzi, Ratcht ha il dono della rigenerazione, Bubblebee
può stordire gli avversari. Premendo il pulsante RT si passa
alla modalità veicolare e, tenendo premuto lo stesso grilletto
con LT, LB, X e A si derapa, si frena si spara e si attiva il turbo. La
gestione di un così articolato sistema di controllo, genera
confusione, in particolare quando si passa rapidamente dalla forma
veicolare a quella robotica e cambiano la gran parte delle azioni
assegnate ad ogni singolo pulsante ma, come detto in precedenza, la
mappatura “standardizzata” dei pulsanti e l’ottimo
tutorial permettono di superare senza particolari patemi d’animo
tutte le difficoltà.
Chi si è divertito al cinema ammirando i combattimenti tra gli Autobots e i Decepticons
non può non storcere il naso davanti
all’impossibilità, piuttosto sorprendente, di non poter
effettuare alcun tipo di presa durante i combattimenti ravvicinati. Se
nei film i robots si avvinghiavano in selvagge e violentissime prese
degne dei migliori combattimenti di wrestilng, i Transformer del titolo Activision
ne sono del tutto sprovvisti. Limitando lo scontro ravvicinato ad un
singolo colpo, per quanto efficace, si è persa la ghiotta
possibilità di regalare ai giocatori un gameplay
profondo, che spazzasse via tutti i pregiudizi di superficialità
che circondano da sempre i titoli di questo tipo. Si è puntato
tutto sulla frenesia dell’azione ma questa scelta non permette a La Vendetta Del Caduto di distinguersi dall’innumerevole serie di action oggi disponibili.
Energon
Da due anni il terribile leader degli Decepticons, Megatron, giace nelle profondità dell’oceano, lasciando lo scettro del potere al subdolo ed ambizioso Starscream.
Gli umani hanno accettato, in questi anni, un’esistenza aliena
così lontana dalla loro natura e hanno stretto una preziosa
collaborazione con gli Autobots in modo da raggiungere un obiettivo fondamentale: la pace.
Il destino vuole però, ancora un volta, che la terra si difenda da una nuova, terribile offensiva ad opera dei Decepticons: tutto inizia con un terrificante attacco a Shangai, sventato solo grazie all’intervento degli Autobots di Optimus Prime. E’ guerra.
Il plot narrativo della modalità single player segue fedelmente le adrenaliniche vicende della pellicola Universal e ci impone inizialmente, una scelta di campo: aiutare con la nostra esperienza il perfido Starscream a risvegliare il Prime leggendario per sconfiggere definitivamente i terrestri e gli Autobots
loro alleati o, al contrario, impedire che questo avvenga assumendo il
comando delle forze alleate. La campagna si sviluppa in missioni dagli
obiettivi sempre diversi: distruggere un nemico, correre in aiuto dei
propri compagni, difendere o attaccare particolari postazioni, scortare
umani; ogni missione è preceduta da un sintetico brifieng
e dalla selezione del robot che ci sembrerà più adatto al
nostro compito. Una percentuale indica il raggiungimento degli
obiettivi primari e secondari, fondamentali per ottenere le medaglie
oro, argento o bronzo e i punti per la campagna, unico modo per
sbloccare le missioni successive. Se gli obiettivi primari sono
raggiungibili, sostanzialmente, con qualsiasi robot scelto, gli
obiettivi secondari possono essere raggiunti, invece, unicamente
sfruttando le peculiarità che solo alcuni possiedono entro un
determinato periodo di tempo: sicuramente questo è lo stimolo
più forte che possa spingere il giocatore a riaffrontare una
missione, già conclusa, scelta in un carnet non proprio
di fattura eccellente. I robot utilizzabili sono solo dieci, cinque per
schieramento, a cui ne vanno aggiunti altri dieci se consideriamo
l’espansione rilasciata da Activision; un roster
più completo avrebbe sicuramente fatto la gioia dei fan
così come una più attenta caratterizzazione delle singole
peculiarità dei robots, valorizzate solo in poche circostanze.
La storia non brilla certamente per l’originalità dei suoi
intrecci e per le emozioni regalate al giocatore, è vero
però che la pellicola cinematografica non poteva regalare spunti
particolarmente originali da un punto di vista narrativo (un terzo
futuro episodio è una certezza) e che il team di sviluppo
è stato chiaramente consapevole di questo: la modalità
“Storia” è strutturata quasi come una “palestra” per
quella che è, palesemente, la modalità su cui più
si è puntato tutto ne La Vendetta Del Caduto, quella online.
Opitmus Prime vs Megatron
Per prima cosa dobbiamo dire che va sicuramente apprezzato il coraggio, da parte del team di sviluppo e di Activision, di aver puntato molto sulla modalità online di questo titolo. La vendetta del caduto propone modalità viste e giocate nella gran parte degli shooter di nuova generazione, sia FPS che TPS.
Ovviamente l’approccio tattico e strategico è condizionato
dalla particolare natura dei protagonisti, che offrono variabili
decisamente anomale rispetto ai generi citati, in cui tutti i player
partono, più o meno, alle stesse condizioni. Se nella
modalità single player gli scenari piuttosto limitati possono essere considerati una pecca, nel caso delle mappe multiplayer,
cinque in tutto, è sicuramente l’unico modo per eliminare
noiosi tempi morti e garantire un divertimento costante.
Otto giocatori si possono sfidare nelle classiche modalità
“Deathmatch”, sia in singolo che a squadre, in cui vince chi sopravvive
al combattimento; in “Ne resterà solo uno” un Autobot impersonerà Optmus Prime mentre, un Decepticon, Megatron:
obiettivo è uccidere il leader nemico; “Punti di Controllo”
è una modalità conquista in cui cinque aree, indicate da
dei radiofari, devo essere conquistate in un ordine preciso;
l’ultima modalità è “Lotta per i Frammenti”, il
classicissimo “ruba bandiera”, in cui le squadre devono impossessarsi
dei cinque frammenti del All Spark. Le opzioni selezionabili
vanno dalla scelta della mappa al numero degli slot privati in caso di
match del giocatore, dal numero dei round al tempo limite.
L’esistenza di action
che da molto tempo dominano le classifiche online limita ovviamente la
possibilità trovare molti giocatori che si vogliano divertire ad
un action sui generis come è La vendetta del caduto ma va detto che il team Luxoflux ha lavorato ottimamente sul codice, consentendo, ai pochi presenti, match quasi privi di lag.
Metal
Dal punto di vista del puro spettacolo visivo, Transformers: La vendetta del caduto è da considerarsi un tie in
con un compito davvero arduo: essere una trasposizione video ludica in
grado di non far rimpiangere il maestoso show di effetti speciali che
scandisce ogni minuto del film di Michael Bay. L’obiettivo
purtroppo non è stato raggiunto. La realizzazione grafica non
solo è lontanissima da quanto visto al cinema ma soprattutto dai
livelli raggiunti negli ultimi due anni dai migliori titoli next gen;
le ambientazioni, nella maggior parte dei casi, sono terribilmente
monotone a causa degli elementi presenti (edifici, vegetazione, ponti,
veicoli) privi di quelle caratterizzazioni che li rendano distinguibili
gli uni dagli altri. Aspetto positivo è l’alto livello di
interattività delle nostre azioni con lo scenario, ma in un
videogame con protagonisti i Transformers sarebbe stato inamissibile trovarsi davanti qualcosa di indistruttibile; intollerabili rimangono i fastidiosissimi problemi di pop-up: l’azione generale è fluida e veloce, ma vedere a 2009 inoltrato elementi su schermo, oltretutto dalle textures piuttosto semplici, scomparire e apparire improvvisamente è quanto meno… sorprendente.
Maggior cura è stata palesemente dedicata ai protagonisti del gioco, i Transformer. Le animazioni degli Autobots e i Decepticons sono
discretamente fluide, soprattutto quando si passa con rapidità
dalla forma robotica a quella veicolare. Mancano però di quella
enfatizzazione che ha sempre accompagnato i cartoni animati prima e i
film dopo e l’azione è priva dell’aurea magica che
meraviglia da sempre gli appassionati. Inoltre i combattimenti
avvengono per la maggior parte del tempo a lunga distanza e questo
impedisce di ammirare da vicino due o più Transoformers che se le danno di santa ragione.
Molto buono il doppiaggio in Italiano, decisamente utile per assimilare
gli obiettivi delle missioni nei casi in cui l’azione non ci
consenta di leggere le scritte su schermo. Gli effetti sonori delle
esplosioni non sono niente di trascendentale mentre il rumore metallico
dei robots nelle sue trasformazioni, salti, arrampicate e corse
è sopra la media della realizzazione tecnica del titolo Activision.
Incomplete Transformation
Molto lontano dalle migliori produzioni degli ultimi mesi, Transformers: La vendetta del caduto
non riesce ad emergere dal limbo della mediocrità che attanaglia
da sempre tie in obbligati, da ragioni di marketing, ad uscire
contemporaneamente al film. La superficialità impregna tutti gli
aspetti del titolo, dalla realizzazione tecnica generale alla poca
longevità della modalità single player, dieci ore al
massimo se si vogliono conquistare tutte le medaglie delle venti
missioni. Unica nota positiva è la modalità online: Transformers: La vendetta del caduto ha il primato di essere il primo tie in a puntare le sue carte migliori su un discreto comparto multiplayer online. Anche agli appassionati decennali dei Transformers consigliamo un’occhiata attenta al titolo Activision prima di procedere ad un acquisto che potrebbe riservare amare delusioni.