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Recensione di Toy Soldiers: Cold War

Recensione di Toy Soldiers: Cold War di Console Tribe

di: Nicola "Wanicola" Caso

Mentre mezzo mondo videoludico è in fervore in attesa della grande guerra che vedrà contrapposte EA e Activision quest’inverno, c’è chi ha già iniziato a preparare il terreno e a riscaldarsi in attesa della “chiamata al dovere” sul “campo di battaglia”.
E quale banco di prova migliore se non quello di approfittare della Summer of Arcade che si è appena conclusa per gettarsi nella mischia con una simulazione fra giocattoli?
Rispolverate il secchiello dei soldatini verdi e delle trincee e preparatevi a vedere il Vietnam e la guerra fredda sotto una nuova ottica fatta di carri armati, elicotteri ma anche cassette dei giocattoli, lattine e abat-jour. Toy Soldiers è tornato.

First Blood

Seguito dell’omonimo titolo uscito solo un anno fa su Xbox Live Arcade, Cold War si pone in bilico tra un sequel vero e proprio e un aggiornamento di quanto visto nel precedente episodio.
A metà strada tra uno strategico in tempo reale e uno sparatutto in terza persona, che detto così potrà sembrare un controsenso, Toy Soldiers si dimostra una valida alternativa ad ambedue, prendendo quanto di meglio hanno da offrire questi due generi e lasciando allo stesso tempo al giocatore la scelta sull’approccio migliore da adottare.
Una volta scaricati i 947 MB necessari all’installazione, verremo subito bombardati da uno stile decisamente folle e sopra le righe che non mancherà di ammiccare ai grandi classici del cinema di guerra come Rambo o Full Metal Jacket.

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Selezionando la prima voce disponibile dal chiassoso menù, verremo catapultati nel vivo dell’azione in quella che rappresenta la campagna principale del titolo,utile punto di partenza essenziale per comprendere la tipologia di gioco con cui avremo a che fare.
Senza troppi preamboli (i soldatini non hanno mica bisogno di motivazione per farsi la guerra), una volta scesi in campo la prima impressione è quella di trovarsi davanti ad un classico strategico in tempo reale come tanti se ne vedono su PC. Ci sono le truppe nemiche scandite da ondate regolari, una base da difendere (la cassetta dei giocattoli appunto) e dei punti prestabiliti dove poter piazzare le proprie unità fisse di difesa o poter costruire quelle mobili d’attacco. Nulla di più tradizionale insomma.
Tuttavia, dopo aver costruito le prime mitragliatrici da posizione, ci si accorge che oltre alle solite opzioni dedicate al potenziamento, la riparazione e la vendita delle proprie unità, è possibile selezionarne una quarta che ci permetterà di prenderne direttamente il controllo sul campo.
Abbandonata la classica visuale a volo d’uccello, la telecamera si piazza dunque alle spalle della nostra torretta e in men che non si dica si è subito pronti a far fuoco sulle truppe nemiche, potendo così contare su una migliore precisione di tiro nonché un maggiore incremento dei propri crediti.
Nonostante sulle prime possa sembrare una funzione superflua per i puristi della strategia, l’utilizzo in prima persona delle proprie unità riveste un ruolo fondamentale all’interno dell’equilibrio di gioco, permettendo all’artiglieria di colpire laddove l’intelligenza artificiale non arriva ma soprattutto di avere sempre il controllo della situazione in caso qualche mortaio troppo distratto faccia passare per caso un convoglio di jeep pronte ad assalire la nostra base operativa.

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Small Soldiers

Proseguendo con le missioni (o selezionando le modalità libere come la classica orda) si renderanno man mano disponibili nuovi giocattoli di distruzione sempre più letali e particolari. Per quanto riguarda le unità di fisse, oltre alla classica mitragliatrice da campo sempre verde in grado di far fuoco sulle truppe pedestri, si affiancano l’anticarro e la antiaerea, in grado di sparare, rispettivamente, missili a terra e in cielo, il mortaio, la devastante artiglieria e il divertente lanciafiamme. Ognuna di queste sei costruzioni base può essere potenziata fino a un massimo di tre livelli, spesso cambiando anche radicalmente il proprio modo di utilizzo.
Se un anticarro di primo livello consente di zoomare per una mira più accurata, la controparte di terzo livello consente colpi più rapidi ma con l’impossibilità di puntare l’avversario. Impossibile non citare, poi, il divertentissimo spara petardi in grado di squagliare in plastica fusa anche i soldatini più temerari.
Essendo la maggior parte delle missioni incentrate sulla difesa della propria base per un numero prestabilito di turni, le truppe difensive saranno quelle che ci si troverà a utilizzare più frequentemente, anche se per le situazioni più disperate è possibile costruire tutta una serie di unità d’attacco utilizzabili come un classico gioco di guerra. Queste spaziano dal classico carrarmato fino ai più devastanti elicotteri e jet, ovviamente sempre regolati dall’utilizzo di una batteria che, a differenza delle truppe difensive, ne rende l’utilizzo limitato nel tempo. In mezzo a tutto questo ben di Dio bellico, fa bella scena di sé anche un’unità pedestre a prima vista innocua, il mitico Commando.
L’action figures modellata sulle fattezze del sempreverde Rambo, armato di mitragliatore con munizioni infinite in una mano e lanciarazzi nell’altra, potrà essere richiamata occasionalmente in battaglia (con tanto di confezione da scartare) in seguito a un determinato numero di uccisioni, per ribaltare completamente gli esiti di una guerra già scritta nelle situazioni di ondate più caotiche. Da provare almeno una volta, anche solo per le esclamazioni e il panico che è in grado di incutere negli avversari.
Anche se il single-player rappresenta un buon banco di prova per soddisfare il proprio senso tattico e la propria indole distruttiva, il vero punto forte di Toy Soldiers: Cold War è rappresentato indubbiamente dal comparto multigiocatore.
Oltre alla possibilità di poter affrontare tutte le missioni precedentemente completate nella campagna in compagnia di un amico, il gioco offre svariate opzioni per quanto riguarda il multiplayer sia online che locale, tra cui tutta una serie di minigiochi a tema, partite cooperative e competitive altamente personalizzabili.
Proprio queste ultime, una volta entrati nell’ottica di gioco, sono in grado di regalare parecchie soddisfazioni, in quanto sarà possibile decidere quali truppe inviare all’attacco in base ai propri fondi tenendo conto che anche il giocatore avversario avrà la possibilità di usufruire in prima persona delle proprie bocche da fuoco. Il tutto coadiuvato da svariate possibilità di personalizzazione (crediti iniziali, conquista dei punti di costruzione, unità ecc) in grado di garantire svariate ore di divertimento capaci di risvegliare il bambino che è in noi che da piccolo sparava ai soldatini con la fionda o li faceva esplodere con i petardi.

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Adoro l’odore della plastica bruciata di primo mattino

Appurata la solidità dell’impianto ludico che sorregge Toy Soldiers: Cold War, soprattutto per quanto concerne il comparto multigiocatore, è necessario comunque segnalare una certa arretratezza per quanto riguarda il lavoro svolto sotto l’aspetto tecnico generale, anche tenuto conto della natura arcade del titolo.
Premesso che modelli poligonali dei soldatini risultano volutamente plasticosi, abbozzati e dalle animazioni legnose, il lavoro finale risulta comunque piuttosto scarno e poco incisivo, soprattutto se confrontato con le ultime produzioni in digital delivery (uno su tutti From Dust), con un aspetto visivo capace di farsi apprezzare più per alcune chicche a livello stilistico che non per effettivi meriti tecnici. Non capita tutti i giorni effettuare dei raid aerei sulla base nemica e sorvolare una VHS placidamente posato lì di fianco quasi fosse una difesa naturale pronta a fermare l’avanzata delle nostre truppe.
Anche il comparto audio pecca di anonimia, preferendo porre maggior enfasi sugli spari e i vari effetti sonori piuttosto che su una colonna sonora efficace. Simpatiche le campionature vocali ma il martellante fracasso delle mitragliatrici costringerà ad abbassare il volume in più di un’occasione per riposare i timpani.

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Oggi la scrivania, domani il mondo!

Il tentativo di fondere il mondo della strategia e quello dell’azione intrapreso da Toy Soldiers può dirsi sicuramente riuscito, Cold War è senz’altro un titolo degno di nota, ideale via di mezzo tra l’immediatezza dei TPS e la profondità degli RTS.
Se le campali di Starcraft vi sembrano non finire mai e il massacro indiscriminato di un Call of Duty a caso ha perso ogni attrattiva, con 1200MSP avrete la possibilità di portarvi a casa questo gioiellino di giocabilità ed originalità, capace di stregare a lungo grazie ala sua natura ibrida e al sottile umorismo di fondo.
Un’altra scommessa vinta per il mercato digitale, in grado ancora una volta di erigersi come vero e proprio punto di riferimento in un mercato di titoli tutti uguali fra di loro e sempre identici a loro stessi.