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Recensione Recensione di Thor: Il Dio del Tuono

Recensione di Thor: Il Dio del Tuono di Console Tribe

di: Chris "matetrial" Calviello

Ormai è risaputo che da qualche anno cinema e videogame tendono ad andare sempre più in parallelo, anche se con ritmi e risultati diversi. Allo stesso tempo si è diffusa la mania di realizzare tie-in a iosa, soprattutto per quelle pellicole che vedono supereroi come protagonisti. Purtroppo la stragrande maggioranza non riesce minimamente a raggiungere la qualità né tantomeno il successo riscosso nelle sale, vuoi per tempi di sviluppo ristretti, vuoi per un budget limitato. In questo contesto si fa dunque avanti Thor: Il Dio del Tuono, titolo ispirato all’omonima pellicola di Kenneth Branagh.
Saranno riusciti i ragazzi di Liquid Entertainment a rendere giustizia al mondo cinematografico? Scopritelo nella nostra recensione.

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Come non rovinarsi la sorpresa

Contrariamente a quanto viene offerto da altri titoli, Thor: Il Dio del Tuono preferisce non anticipare nulla del film, presentandosi come una sorte di prequel dello stesso. Non ci saranno infatti grosse anticipazioni e la sorpresa non potrà essere rovinata in quanto, dal punto di vista narrativo, non rispecchia in tutto e per tutto la trama della pellicola. All’interno del videogioco compaiono infatti personaggi del film ma anche del fumetto: alcuni di questi non sono presenti nel recente adattamento hollywoodiano, per cui Thor: Il Dio del Tuono è da considerarsi come una via di mezzo tra un prequel e un tie-in.
Tale scelta, ovvero quella di modificare un prodotto già riadattato, potrebbe essere stata forzata ma si rivela comunque consona al contesto. Considerando che il titolo è costituito prevalentemente da sessioni hack ‘n slash che tolgono spazio a fasi esplorative, non ci sorprende che gli sviluppatori abbiano voluto offrire un’esperienza alternativa. Inoltre vengono lasciati da parte gli sviluppi delle relazioni tra il protagonista e gli altri personaggi proprio per concentrarsi sul combattimento. A causa della morte della fedele Sif per mano dei giganti di ghiaccio di Jotunheim, salvo poi venire risvegliata da Odino, Thor trasforma la sua ira in una vendetta che lo porterà a disobbedire agli ordini del padre per raggiungere e uccidere Laufey, il sovrano del ghiaccio. A questo punto si entra nel cuore del gioco, fatto di estenuanti battaglie in molti dei regni che compongono l’immaginario descritto una quarantina d’anni fa. Inutile dire che la narrazione passa in secondo piano, lasciando alla solita routine di mazzate e bastonate il compito di far proseguire una storia lineare, priva di colpi di scena e di momenti brillanti. Insomma, tra film e videogioco ci ritroviamo su due linee d’onda diverse, almeno sotto il profilo narrativo: recitazione discreta, trama solamente accennata e situazioni prevedibili sono solamente tre dei vari motivi per cui una persona si dovrebbe ritenere insoddisfatta di un prodotto che porta un nome simile.
E per quanto riguarda il gameplay? Come già anticipato il titolo è maggiormente improntato sull’azione, per cui almeno su questo fronte le cose vanno un po’ meglio. Ma non abbastanza da poter dire: “Ok, per la trama andrò al cinema”.

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Il colpo di scena mancato

Quel cambio di ritmo che in molti si sarebbero aspettati, diciamolo subito, non c’è stato. Tra narrazione e gameplay ci attestiamo infatti sugli stessi livelli: sicuramente poco vario, lineare come pochi e privo di originalità. Thor: Il Dio del Tuono riprende infatti le classiche meccaniche dei titoli action aggiungendovi una componente RPG appena accennata. Stage dopo stage, in un incedere sempre più lineare, non dovremo far altro che eliminare gruppi di nemici disponendo soltanto di una manciata di combo. Attacchi che si basano tutti sul poderoso martello impreziosito da tre poteri elementali (vento, fulmine, tuono), ognuno attivabile sia in forma breve che estesa in base alla pressione del tasto adibito. Il loro uso non potrà essere infinito, in quanto andrà a svuotare progressivamente una barra e, analogamente, una seconda barra si caricherà mano a mano che mettiamo a segno i nostri attacchi. Una volta riempita quest’ultima è possibile scatenare l’Ira di Thor, il quale per un tempo limitato diverrà devastante e irrefrenabile.
Ci troviamo quindi di fronte ad un gameplay semplice, reso ancor meno impegnativo da un I.A. che raramente riuscirà a metterci in difficoltà. Inoltre una scarsa varietà di nemici facilita la capacità di prevedere le loro mosse, visto che in pratica eseguono sempre le stesse due-tre azioni. E anche se si ritrovano in gruppi coesi, capita spesso che siano massimo un paio quelli che decidono di attaccare.
Qualche soddisfazione è possibile ricavarla dai boss, caratterizzati da un sistema a metà tra l’azione diretta e il Quick Time Event che talvolta offre spettacolari sequenze. Purtroppo già dopo aver superato il primo, i successivi risultano ben poco piacevoli da affrontare, dato che la formula e l’essenza non variano, rendendo ancor più ripetitivo un gameplay che ha ben poco da offrire.
Ciò che potrebbe spingere il giocatore ad affrontare le circa 6-7 ore di gioco, probabilmente sarà data dalla curiosità di voler scoprire qualche timido retroscena della storia. Si tratta appunto di un titolo più vicino ai fan e molto distante da tutti gli altri.

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Un passo indietro

Tecnicamente ci attestiamo su livelli medio-bassi, dove si denotano ancora segni di un lavoro frettoloso. L’unica cosa che si salva del comparto visivo è la modellazione dei personaggi, sufficientemente articolata e dettagliata, che comunque lascia il tempo che trova nel momento in cui spostiamo lo sguardo verso gli altri elementi dello schermo. A partire dalle animazioni dei volti passando per gli effetti particellari, sino ad arrivare alla ricostruzione dell’ambientazione che, seppur di discreta qualità, presenta molteplici ripetizioni degli elementi.
Ci pensa infine una colonna sonora insignificante ed un doppiaggio altalenante – tra momenti convincenti ed altri del tutto scollegati dal contesto – a chiudere il quadro di un discreto comparto tecnico.

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Tutti al cinema

Pur non presentando la stessa trama della pellicola, consigliamo a chi vuole avvicinarsi alla saga di Thor di preferire prima il film e poi magari il videogioco. Qualora dovesse veramente appassionarvi, allora il titolo Liquid Entertainment potrebbe fornirvi qualche retroscena sulle vicende di Thor. In caso contrario, ne sconsigliamo vivamente l’acquisto. Motivo? Pur essendo un titolo in grado di offrire a tratti un’esperienza piacevole, la noia incombe subito dopo le prime ore di gioco. Linearità, ripetitività e un ritmo poco incalzante sono le principali cause. Se cercate un action o un hack ’n slash, il mercato saprà offrirvi certamente qualcosa di meglio.
In sintesi: l’ennesimo tie-in mal riuscito.