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Recensione di The Simpsons Game

Recensione di The Simpsons Game di Console Tribe

di: Redazione
Ironici, satirici, caricaturali, “cattivi”, dissacranti…riuscite a trovare altri aggettivi simili a questi?

Beh, qualunque aggettivo troviate che si accordi a quelli già elencati
calzerebbe a pennello per questa serie TV che nella sua ventennale
storia è riuscita a battere record su record fino a diventare un vero e
proprio fenomeno di massa. Grazie alla sua irriverenza (ed al suo
successo), The Simpsons
ha dato il via ad un intero filone di cartoni animati adult-oriented
(basti ricordare South Park o i Griffin su tutti) che ha spopolato e
spopola sugli schermi televisivi di tutto il mondo

I Simpson nascono dalla matita e dal genio creativo di Matt Groening
nel lontano 1987 e da allora il loro consenso, sia di critica sia di
pubblico, pare inarrestabile.

Ultima consacrazione l’ottimo film tratto dalla serie uscito quest’anno in tutto il mondo, Italia compresa.

Spinto forse dal trionfo, non proprio inaspettato, nelle sale
cinematografiche, esce in questi giorni il videogame dei Simpsons,
realizzato da Elettronics Arts (disponibile quasi per qualunque piattaforma esistente, PS2, PS3, PSP, XBOX360, WII, DS) con l’aiuto creativo e logistico proprio di papà Matt.




The Simpsons…PaPappaPapàPappapapapa…



Ciò che è subito evidente non appena inserirete il blu-ray del gioco
nella vostra PS3, è l’assoluta e fedele trasposizione dalla serie TV al
videogioco.

A cominciare dalla sigla, passando per la casa della nostra allegra
famigliola, fino alla perfetta riproduzione di Springfield (interamente
esplorabile come nei più acclamati free roaming game), tutto è
perfettamente consono all’atmosfera, alla grafica, al feedback e alla
già citata ironia presente nalla serie.

Il gioco può essere descritto come un puntatone dei Simpson in cui
ciascun componente della famiglia recita il proprio ruolo “chiave”
nello svolgimento del gioco, gli altri personaggi comprimari (come il
Preside Skinner, Boe, Milhouse, Mr Burns, i tre bulli o il reverendo
Lovejoy) sono comunque tutti presenti all’appello e reciteranno un
ruolo non indifferente diventando quasi dei coprotagonisti di alcuni
stage.

Già, ma di che tipo di gioco stiamo parlando?

Difficile a dirsi…



Ciucciami il calzino!



Per capire appieno il gran lavoro fatto dai ragazzi di EA nello
sviluppo di questo titolo possiamo usare un solo e semplice sostantivo:
citazione.

The Simpson è pieno di citazioni (tutte perfettamente riuscite, tra
l’altro) e pesca a piene mani dai più famosi titoli video ludici di
tutti i tipi, si va da Super Mario Bross a Street Fighter, passando per
Medal of Honor fino a GTA o Zelda. Ci troviamo, dunque, di fronte ad un
prodotto che per sua stessa natura è difficile da etichettare: vedremo
ora nello specifico come funziona il gameplay e come questo ha a che
fare con tutti i titoloni citati e con altri ancora.

Sostanzialmente The Simpson è un platform con elementi action in cui
potremo guidare a turno due elementi della famiglia più gialla e matta
d’America.

Ciascun Simpson ha le sue peculiarità, se Bart è in grado di
trasformarsi nel temutissimo Bartman (una sorta di “cattivissimo”
Batman di dieci anni), Homer riesce letteralmente a diventare una
grossa palla di lardo (!) in grado di abbattere ostacoli e travolgere i
nemici.

Se Marge, grazie alla sua proverbiale caparbietà e alla sua grande
forza di convincimento sugli altri, avrà il potere di radunare vere e
proprie bande di uomini disposti a lavorare o a distruggere qualunque
oggetto per lei, la piccola Lisa farà buon uso del suo yoga, grazie al
quale riesce a evocare una potentissima mano psichica capace di
spostare enormi oggetti dello scenario, o di usare il suo sax per
stordire i nemici.

Confusi?

Non ce n’è ragione…in realtà il gameplay è più semplice di quanto si
possa immaginare: si dovranno condurre due protagonisti per volta
(spesso imposti, nel senso che per completare determinati livelli
saremo obbligati a usare dei personaggi piuttosto che altri),
alternandoci al loro comando, usando i loro caratteristici poteri per
spianarci la strada e affrontare gli ostacoli e i nemici che ci si
pareranno davanti.

I due Simpsons di turno si aiuteranno (a proposito è presente perfino
una modalità cooperativa nella stessa console, ma è assente il
multiplayer online) l’un l’altro per aprire porte, raggiungere
determinati obiettivi o nel semplice sterminio dei cattivi di turno.

I livelli sono ben congeniati, molto vari e discretamente equilibrati,
imponendoci di usare spesso la testa piuttosto che semplici combo da
manuale.

Per oltrepassare certe zone sarà, dunque, necessario usare logica e
raziocinio a scapito dell’azione pura e questo è, sotto alcuni aspetti,
un bene.




Springfield, dolce Springfield



Dicevamo che la parola chiave del gioco è “citazione”, ed è in special
modo nel concepimento degli stage, nella loro ambientazione e
realizzazione che sta il senso di tale affermazione.

Ogni livello è un omaggio ad un videogame, un film o ad una puntata dei
Simpson (autocitazione?), il che li rende molto eterogenei e vari.

In un livello dovremo affrontare un redivivo Donkey kong, in un altro,
di chiara ispirazione zeldiana, guideremo il buon Homer ed un eterea
Marge per i boschi di una fiabesca simil Hyrule, e poi ancora Medal of Homer
che fa il verso al famoso gioco guerrafondaio, o affrontare Milhouse
mentre recita il ruolo di re Katamary: insomma ce n’è per tutti i gusti!

Le citazioni non finiscono qui e, come il cartone ci ha già insegnato
ad apprezzare, continui saranno i riferimenti a plot cinematografici
(Star Trek, Star Wars, Spiderman, Terminator, Ghostbuster), piuttosto
che a gruppi musicali o autocitazioni alla stessa serie (Matt Groening
come boss? Troppo fuori di testa!) e chi più ne ha più ne metta.

Ma se a questa varietà di situazioni e ambientazioni corrisponde un
gameplay sicuramente vario e appagante, lo stesso non può dirsi per
l’aspetto globale e generale del gioco.

Difatti, le azioni compiute dai nostri quattro scalmanati alla lunga
diventano un po’ banali e ripetitive e ben presto saremo capaci di
capire quali azioni compiere o quale personaggio usare per sbloccare
una data situazione o un particolare rebus.

Insomma, cambia lo scenario ma il succo rimane spesso lo stesso.

Inoltre, in alcune sessioni di gioco il gameplay prende tutto il sapore
di un platform duro e puro, con i pro e i contro che ciò comporta, e
viene da pensare che la cosa possa in qualche modo dare fastidio al
giocatore medio ed essere apprezzata solo dai pochi puristi del genere.

Il gioco si lascia comunque giocare, ma ci si appiattisce nell’andare
avanti solo per il gusto di scoprire un’ulteriore gag o un’altra
citazione ben riuscita.




…Spider pork, spider pork, il soffitto tu mi sporc…



Graficamente il gioco è ineccepibile, sembra di stare davanti al
cartone, tale è la perfezione dei modelli poligonali, che grazie
all’ausilio del cel shading,
riescono a far rivivere perfettamente tutti i personaggi e le location
rese famose dalla serie TV. Il tutto si muove abbastanza fluidamente,
anche se, a voler cercare il pelo nell’uovo, è presente un fastidioso
aliasing (dato soprattutto dal fatto che sia i personaggi sia gli
scenari sono per lo più circondati da linee nere, come nel cartone, del
resto) e il framerate barcolla quando l’azione si fa più concitata. In
special modo, se giochiamo nella già citata modalità cooperativa (il
video si divide in due, in split-screen) il calo di framerate diventa
più fastidioso ed evidente.

A proposito di tale modalità, è decisamente divertente giocare insieme
ad un amico in split-screen, guidando cioè ognuno un personaggio
diverso, e sarebbe stato davvero interessante vedere implementata anche
una funzione di gioco online.

Del resto, con le attuali macchine nextgen e con un gameplay (e una
licenza) come quella dei Simpson gli sviluppatori avrebbero potuto
tirare fuori dal cilindro modalità online originali e davvero molto
divertenti. Penso, ad esempio, al concept innovativo di titoli come
Calling All Cars (gioco interamente online dell’autore di God of War,
David Jaffe) che svicolandosi dal mainstream fatto di grafica
ultrapompata o di fraggaggio indiscriminato, ha letteralmente inventato
un nuovo modo di concepire il gioco in rete. Speriamo che in un futuro
prossimo opzioni simili riescano a prendere sempre più piede…ma
torniamo ai nostri Simpson…

Un altro elemento che mina, per così dire, la giocabilità è una
telecamera non sempre all’altezza del suo compito: spesso l’azione è
ripresa da angolature che non ci permettono di avere un’adeguata
rappresentazione di ciò che sta succedendo, e, altrettanto spesso, non
ci è permesso, nemmeno, di ruotare la visuale a nostro piacimento.

Il comparto audio è anch’esso ben fatto: le musiche sono abbastanza
varie e ben realizzate a partire dal mitico tema principale dei
Simpson, scritto dal Danny Elfman (già famoso ed affermatissimo autore
di colonne sonore di successo per il grande schermo), per proseguire
con commenti sonori molto carini e comunque pertinenti allo stage nel
quale stiamo giocando. Il doppiaggio, interamente in italiano, è degli
stessi attori che doppiano la serie TV in Italia e questa è un’altra
nota positiva da tenere in mente se si pensa di acquistare il gioco.
Inoltre sono presenti diversi filmati di ottima fattura (siamo sui
livelli del lungometraggio), anche se è da segnalare una certa
“sfasatura” tra il doppiaggio e la mimica facciale, specialmente nei
filmati d’intermezzo tra un livello e un altro.

L’IA dei nemici si attesta su livelli di media stupidità, niente di
eccezionale insomma, ma una nota di merito la riceve invece l’IA del
personaggio che collaborerà con noi: davvero ben realizzato il
pathfinding e sempre molto appropriato il comportamento del nostro
alleato guidato dalla CPU, che riesce a dare quasi sempre un feedback
di risposta adeguato alle aspettative del giocatore.

La longevità è sulla media, per completare The Simpson ci serviranno
circa 10/12 ore di gioco, anche se per recuperare tutti gli oggetti
collezionabili sparsi per ogni stage (geniale è il collezionare cliché
video ludici quando ne incontreremo uno…come i muri invisibili presenti
in ogni videogioco, o le onnipresenti e classiche leve, o ancora il
fatto che i nostri beniamini non sappiano nuotare, ndr), avremo
probabilmente bisogno di più tempo.

Oltre al classico story mode, sono presenti sfide a tempo da sbloccare
(si ottengono una volta terminato uno stage nella modalità story) che
aggiungono altra carne al fuoco ad un piatto già di per se abbastanza
ricco.



D’oh!



In conclusione, il gioco è abbastanza valido, specialmente se
confrontato alla miriade di tie-in mediocri usciti per cavalcare il
successo di un film o di una serie TV.

The Simpsons vanta una realizzazione tecnica ed un gameplay di buon livello, anche se la classicità di alcuni elementi (salta, spara, accoppa il nemico, apri la porta) potrebbero risultare alla lunga un tantino stancanti.

Per fortuna il gioco rimedia grazie al grande uso d’una disarmante
(auto)ironia e al dissacrante potere della satira. The Simpson colpisce
soprattutto per questi elementi: sano divertimento, piattaforme a più
non posso e risate a go go.

Il valore aggiunto dato da un doppiaggio perfetto e da una gustosa
modalità cooperativa, sopperiscono a qualche sporadico problema tecnico.

In sostanza ci troviamo di fronte al miglior titolo dei Simpson mai
concepito: i fan della serie non potranno che restare deliziati sotto
ogni aspetto; gli amanti dei platform apprezzeranno sicuramente il buon
comparto tecnico e le trovate (alcune delle quali davvero geniali) che
differenziano, senza esagerare, il titolo dai classici del genere;
tutti gli altri rimarrano, forse, un pò delusi dalla meccanica di
gioco, come già detto, alla lunga ripetitiva e che nulla offre di
veramente nuovo.

Consigliato…sopratutto ai fan più sfegatati della gialla famigliola.


Pro

  • Beh, sono i Simpsons!
  • ironia, sarcasmo, in una sola parola: divertimento
  • realizzazione tecnica di buona fattura…

Contro

  • …ma in alcuni frangenti non all’altezza
  • alla lunga un po’ ripetitivo
  • telecamera migliorabile.