Recensione Recensione di The Gunstringer
Recensione di The Gunstringer di Console Tribe
di: Federico LelliYe Olde West
Approcciare un titolo Kinect è sempre difficile: si parte dalla diffidenza nei confronti della periferica e si arriva all’alto numero di giochi mediocri, se non pessimi, già usciti che non fanno altro che confermare quanto il motion-control sia spesso una strategia di ripiego per molte software house. Proprio per questi motivi è difficile rimanere impressionati da una nuova IP che esordisce in questo difficile mercato: The Gunstringer, prodotto da Twisted Pixel per Microsoft Games, colpisce subito per il suo stile fresco e pieno di ironia, vediamo nel dettaglio perché.
The Good…
Quello che ci cattura fin dall’inizio è la cura nel definire uno stile di fondo che renda coerente tutta la narrazione e lo stesso gameplay: i filmati introduttivi ci mostrano infatti diversa gente che occupa un teatro e subito dopo il dietro le quinte con la preparazione della scena iniziale dove andremo a rianimare il nostro protagonista dalla terra dei morti.
Nei panni del marionettista prendiamo infatti possesso di Gunstringer, uno scheletro cowboy, e lo guidiamo nella sua lunga vendetta che prevede l’eliminazione dei vecchi compagni che in passato lo hanno tradito e ucciso.
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I controlli sono presto detti: la mano sinistra regge il bilancino che serve a muovere il pupazzo e a farlo saltare; con la mano destra invece impugniamo la pistola che punta automaticamente allo spostamento del mirino sui nemici e spara con lo scatto della mano verso l’alto.
I semplici comandi si sposano alla perfezione con un gameplay incredibilmente vario, lo stile cambia infatti continuamente in maniera molto fluida e comprende sezioni anche molto diverse tra loro: nella modalità sparatutto su binari, ad esempio, dobbiamo evitare gli ostacoli del percorso e puntare i nemici; le parti con copertura ci lasciano invece il tempo di ragionare e uscire allo scoperto quando preferiamo; nelle sezioni statiche dobbiamo concentrarci sugli avversari che abbiamo di fronte e rimanere illesi spostandoci sull’asse orizzontale; non manca inoltre la possibilità di impugnare entrambe le pistole entrando in una visuale tipo FPS con le armi che fanno fuoco automaticamente; infine, non possiamo non citare le boss-battle bidimensionali dove le nostre mani devono fare gli straordinari per riuscire a coordinare alla perfezione i movimenti richiesti.
Anche la sola esplorazione offre modalità differenti: nel platform 2D ci preoccupiamo solo di saltare gli ostacoli; nelle parti ad inseguimento siamo invece inquadrati di fronte mentre scappiamo e alle nostre spalle incombono minacce da scansare.
Ogni sezione è inoltre un richiamo più o meno esplicito a un grande classico o ad un genere specifico: vediamo così le sparatorie che ricordano il vecchio Blood Bros; l’inseguimento ispirato a particolari livelli di Crash Bandicoot, le boss-battle molto simili alle stesse schermate viste negli shooter a scorrimento. Per non parlare di chicche citazioniste come nel platform dove dobbiamo saltare dei barili infuocati come Mario/Jumpman nel primo Donkey Kong o nella visuale FPS dove vediamo arrivare le anatre che volano a zig-zag, come in Duck Hunt.
The Gunstringer è infatti un titolo che ci prende e si prende continuamente in giro, l’ironia che permea questo gioco è infatti evidente anche nelle scelte narrative e nel modo di costruire la storia, sempre in bilico tra teatro e metateatro; l’infrangimento della quarta parete è infatti una delle costanti, con i drappi rossi del sipario che si affacciano in continuazione, le mani degli sceneggiatori che incidono in maniera diretta negli scenari e diverse scene dove vediamo addirittura le reazioni del pubblico ripreso in live-action.
Alla fine di ogni capitolo al nostro punteggio viene assegnata una stella da sceriffo che può andare dal bronzo all’oro e, per rimanere in tema teatrale, una recensione di un critico che ci stronca in caso di pessima esibizione o esprime lodi sperticate per la nostra performance quando siamo stati impeccabili. I punti guadagnati ci permettono di sbloccare dei modificatori estetici, con skin diverse per il nostro eroe e filtri video, oppure due nuove modalità: la prima è un livello di difficoltà definito Hardcore e la seconda è una traccia audio con il commento in inglese degli sviluppatori.
Non manca infine la possibilità di cooperare con un amico: il secondo giocatore può infatti intervenire in qualsiasi momento per controllare una delle due pistole semplicemente alzando la mano.
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…the Bad and the Ugly
Dove invece The Gunstringer lascia parecchio a desiderare è nella realizzazione tecnica: essendo un titolo nato per essere distribuito tramite digital delivery, e solo in seguito elevato al mercato retail, mostra il fianco a tutta una serie di carenze che si vedono anche a colpo d’occhio. I modelli poligonali decisamente spigolosi si sommano ad ambienti con poco dettaglio e con texture inadeguate; fortunatamente il character-design ispirato fa di tutto per farci dimenticare i limiti imposti dalla produzione a budget limitato, e le frequenti incursioni dei video live-action forse sono solo un ulteriore modo per fare di necessità virtù.
Il reparto audio è ben curato, con una colonna sonora a tema (scaricabile gratuitamente dal sito ufficiale) per ogni capitolo e un narratore con il tipico accento del sud-ovest americano che si occupa di portare avanti la storia e di commentare le nostre imprese; la prima parte gli viene abbastanza bene anche se molto spesso le parti narrate sono contemporanee all’azione e ci troviamo a dover scegliere tra i sottotitoli in italiano, tra l’altro abbastanza difficili da leggere dalla distanza di gioco consigliata, o ignorare tutto per la sopravvivenza; il commento in diretta invece cerca di legare lo spirito narrativo alle nostre imprese ma le sue frasi risultano ripetitive quasi subito.
I controlli, semplici e precisi, ci chiedono di rimanere a lungo con entrambe le braccia sollevate, per fortuna la struttura ad episodi favorisce l’assunzione in piccole dosi, inoltre il titolo è giocabile anche da seduti per venire incontro ai più pigri.
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Gran Finale
The Gunstringer è un titolo ironico, pieno di risorse e, soprattutto, divertente da giocare. Una volta finiti i quattro capitoli dedicati alla vendetta e acquistati tutti gli sbloccabili e i modificatori, i ragazzi di Twisted Pixel hanno pensato bene di includere un DLC gratuito; dentro “Le Cronache dell’Uomo tubo ondulante”, bizzarra storia interamente in live-action, vedremo condensata tutta la pazzia di questi geniali sviluppatori. Come se non bastasse nel pacchetto troviamo incluso un codice per scaricare la versione completa di Fruit Ninja – qui la nostra recensione, uno dei pochi XBLA riservati alla periferica Microsoft.
Non ci sono veramente scuse per evitare l’acquisto di quello che forse non sarà una killer-application ma è certamente uno dei titoli più interessanti visti al momento nel parco giochi Kinect.