Recensione Recensione di The Darkness
Recensione di The Darkness di Console Tribe
di: RedazioneL’editoria fumettistica indipendente americana ha recentemente giocato
un ruolo importante nello sdoganare un certo tipo di tematiche e
ambientazioni, in precedenza a esclusivo appannaggio di una ristretta
cerchia di aficionados, verso il mainstream hollywoodiano e non.
Non è un mistero, infatti, che le opere a fumetti di alcuni autori,
basti qui citare l’ormai famoso Frank Miller padre artistico di Sin City e di 300
recenti blockbuster cinematografici, sono una cospicua fonte
d’ispirazione per produzioni di primissimo piano quali film, libri
(ricordiamo Neil Gaiman), musica e videogiochi.
Sotto quest’ottica The Darkness
non è solo un videogioco, uno sparatutto in prima persona e basta: è
qualcos’altro, un’esperienza intensa e vivida, che narra, grazie a uno
storyboard visivamente appagante e reso con peculiarità da vera comic
novel, una storia incredibile eppure così vera, onirica eppure così
dannatamente attuale, irreale eppure ancorata fermamente alla più
spaventosa quotidianità.
Le pagine del fumetto della TopCow
(casa editrice della controparte cartacea di “The Darkness” realizzata
e ideata da Marc Silvestri a metà degli anni 90) prendono letteralmente
vita in questo gioco sviluppato dalla Starbreeze Studio e prodotto da
2K Games, immergendoci nelle atmosfere noir di una New York piena di
vizi e criminalità, di sbirri corrotti, di droga e prostitute, di
omicidi e delitti efferati, dove la vita di un individuo conta meno di
uno sputo se a decidere della sua esistenza è un boss malavitoso senza
scrupoli.
un ruolo importante nello sdoganare un certo tipo di tematiche e
ambientazioni, in precedenza a esclusivo appannaggio di una ristretta
cerchia di aficionados, verso il mainstream hollywoodiano e non.
Non è un mistero, infatti, che le opere a fumetti di alcuni autori,
basti qui citare l’ormai famoso Frank Miller padre artistico di Sin City e di 300
recenti blockbuster cinematografici, sono una cospicua fonte
d’ispirazione per produzioni di primissimo piano quali film, libri
(ricordiamo Neil Gaiman), musica e videogiochi.
Sotto quest’ottica The Darkness
non è solo un videogioco, uno sparatutto in prima persona e basta: è
qualcos’altro, un’esperienza intensa e vivida, che narra, grazie a uno
storyboard visivamente appagante e reso con peculiarità da vera comic
novel, una storia incredibile eppure così vera, onirica eppure così
dannatamente attuale, irreale eppure ancorata fermamente alla più
spaventosa quotidianità.
Le pagine del fumetto della TopCow
(casa editrice della controparte cartacea di “The Darkness” realizzata
e ideata da Marc Silvestri a metà degli anni 90) prendono letteralmente
vita in questo gioco sviluppato dalla Starbreeze Studio e prodotto da
2K Games, immergendoci nelle atmosfere noir di una New York piena di
vizi e criminalità, di sbirri corrotti, di droga e prostitute, di
omicidi e delitti efferati, dove la vita di un individuo conta meno di
uno sputo se a decidere della sua esistenza è un boss malavitoso senza
scrupoli.
Affari di famiglia
Eppure zio Paulie (questo il nome del cattivone di turno) sembrava
avere un pizzico di cuore in passato: tolse il vecchio Jackie dallo
squallido orfanotrofio nel quale viveva, gli insegnò le regole di cosa
nostra, l’onore e il rispetto per la famiglia, ma soprattutto gli
insegnò ad uccidere.
Jackie Estacado, il nostro eroe o, per meglio dire, il nostro
anti-eroe, diventò, infatti, presto uno spietato killer professionista
e, nonostante la sua giovane età, faceva dannatamente bene il suo
lavoro alle dipendenze esclusive del “buon” Paulie.
Poi qualcosa andò storto…
Jackie era stufo di quella vita, voleva soltanto vivere in pace con la
sua amata ragazza e lasciarsi alle spalle omicidi, sangue e mafiosi.
Certo, provare a prendere i soldi sporchi del poco rispettabile zietto
per investirli nel suo sogno non fu certo una bella mossa.
L’azione non proprio encomiabile del nostro uomo si rivela presto carica di conseguenze imprevedibili e terrificanti.
Senza addentrarci troppo nella storia, possiamo aggiungere che gli
eventi scatenati da quel gesto porteranno il nostro a conoscenza di un
terribile segreto che da anni perseguita i primogeniti della famiglia
Estacado:
The Darkness.
La tenebra (o The Darkness, per l’appunto) è un’entità diabolica che
per sopravvivere ha bisogno di un corpo ospite grazie al quale si nutre
di malvagità e sangue, rendendo, di conseguenza, l’uomo a cui è legata
un burattino, un assetato dispensatore di morte.
Non tutti i mali vengono per nuocere
La forma fisica, materiale per così dire, di quest’oscura entità
chiamata “Tenebra” si presenta presto a un incredulo Jackie in tutta la
sua devastante brutalità: proteggendolo, aiutandolo, uccidendo per lui
i suoi carnefici, rendendolo quasi immortale ai colpi d’arma da fuoco
dei suoi nemici, incutendo un timore atavico nei suoi persecutori.
L’originalità del gameplay di The Darkness sta proprio qui.
Dalle spalle del nostro uomo spuntano due agghiaccianti e terrificanti
serpenti demoniaci in grado di proteggere Jackie dai proiettili, ma
anche di attaccare brutalmente, di spostare pesantissimi oggetti per
scagliarli poi come micidiali armi contro chi gli si oppone e,
addirittura, di creare veri e propri buchi neri in grado di risucchiare
non solo uomini ma anche elementi circostanti dello scenario.
La trasformazione di Jackie avviene mediante la pressione del tasto
dorsale R2; in questo stato si è sì quasi immortali, ma soltanto se
circondati dalle ombre…
L’oscurità è giocoforza una componente essenziale del gameplay di The
Darkness e sarà necessario distruggere qualunque fonte luminosa che ci
troveremo davanti se vogliamo proseguire incolumi con la nostra
avventura: difatti la “Tenebra” teme la luce ed il suo potere deriva
essenzialmente dall’oscurità, venendo totalmente annullato alla
presenza di qualunque fascio luminoso.
In quest’affascinante lotta tra tenebra e luce saremo coadiuvati da
piccoli e malvagi amici oscuri che potremo evocare in determinati punti
di ogni stage.
Queste creature, chiamate Darkling, sono di quattro differenti tipi:I Berserker, i Gunner, i Kamikaze e, infine, i Lightkiller.
I Berserker sono essenzialmente dei brutali sterminatori di uomini,
agiscono a mani nude inseguendo il nemico fino a che non lo vedono
esangue per terra; i Gunner sono dotati di una gatling gun
e fanno il loro sporco lavoro altrettanto bene, anche se è preferibile
usarli dalle lunghe distanze; i Kamikaze sono delle vere e proprie
bombe ambulanti che sapientemente piazzati(o inviati) in punti
strategici ci permetteranno di fare cruente stragi di agguerriti
gruppetti di nemici in un sol colpo;I Lightkiller sono forse i più
utili, possono essere usati sia in attacco, scagliando fulmini e saette
contro il malcapitato di turno, sia in difesa o come preparazione del
campo di battaglia poiché ci consentono di disattivare o distruggere
fastidiose lampadine al neon o, addirittura, interi apparati elettrici.
Ovviamente oltre ai poteri del Darkness, Jackie potrà contare sul
solito campionario di pistole, fucili e mitragliatori di vari modelli e
calibri (si va dall’Uzi al fucile da cecchino), nonché di speciali
“pistole oscure” utilizzabili, però, soltanto a trasformazione avvenuta.
Cuore di Tenebra
Il gioco in single player è molto divertente e ben congeniato.
Le novità già citate introdotte nel gameplay lo rendono un FPS unico
nel suo genere e la storia, complessa e ricca di colpi di scena, ne
fanno un eccellente prodotto narrativo che riesce a farci immedesimare
completamente nel nostro alterego virtuale.
A rendere ancora più coinvolgente la trama, ci sono delle piccole
sub-quest che Jackie potrà ottenere parlando con vari personaggi che
incontrerà nel corso della sua avventura.
Alcuni ci affideranno compiti ben precisi, altri si limiteranno a darci
indicazioni circa un dato problema che li affligge, altri ancora ci
metteranno alla prova sfidandoci in vere e proprie gare di coraggio.
La “stupidità” aritificale dei personaggi non giocanti è notevole sotto
alcuni punti di vista, bassa sotto altri. Se durante gli scontri a
fuoco i vostri nemici cercheranno rifugio un pò ovunque e reagiranno al
vostro fuoco offensivo in maniera del tutto verosimilre, diventando con
l’avanzare dei livelli veri e propri ossi duri (specialmente quando
dovremo vedercela con squadre speciali o zombie nazisti), in altre fasi
del gioco, quando più avremo bisogno del supporto e della copertura di
fuoco di personaggi guidati dalla cpu, questi invece di aiutarci come
converrebbe finiranno con l’ostacolarci.
La grafica si attesta su livelli medi e non fa certo gridare al
miracolo, ciò che affascina di più in termini visivi è la perfetta resa
della caratteristica peculiare di questo titolo, ovvero la luce e
l’ombra che, per le caratteristiche proprie del gioco, sono
estremamente curate.
E dunque, agli abbaglianti effetti di luce si contrappongono
perfettamente le ombre inespugnabili in cui saremo spesso costretti
mentre, con sommo gaudio per gli occhi, le mostruosità che circondano
Jackie vibrano di un’aura scura e densa…da accapponare la pelle.
Le mappe sono ben studiate e piuttosto varie: Jackie si muove in una
New York credibile e ben realizzata che varia dallo squallore della
downtown o del molo,finendo nei sontuosi palazzi del mafioso zietto;
stessa cosa può dirsi per le mappe multiplayer che sono tratte dal
gioco single, ma adattate al tipo di sfida multigiocatore a cui intendiamo giocare.
Altro punto forte del gioco è il sonoro.
L’audio è molto curato sia per quanto riguarda gli effetti sia per quel
che concerne la colonna sonora, farcita di pezzi heavy metal che
regalano altra adrenalina ai già concitati scontri a fuoco.
Una menzione a parte se la merita il doppiaggio che, pur rimanendo
completamente in inglese(con sottotitoli in italiano, e questo è
certamente un bene), si merita la palma d’oro per un’interpretazione
strabiliante della “Tenebra” da parte di Mike Patton (già voce dei
Faith no more, dei Fantomas e dei Tomahawk, una chicca per gli amanti
del genere): i suoi falsetti, l’estensione, la capacità di deformare ed
amplificare lo spettro sonoro in maniera agghiacciante, donano alla
“Tenebra” una personalità incredibilmente vera ed angosciante.
Più ti avvicini alla luce e più l’ombra diventa grande…
Nel complesso il gioco è veramente appagante, anche se forse non è
troppo generoso in termini di longevità (la durata si assesta tra le
6/10 ore di gioco), ma molto ben bilanciato e ricco di sub-quest e
oggetti da collezionare, utili a sbloccare tutti gli artwork
fumettistici presenti come bonus alla fine dell’avventura, che
potrebbero incentivarne la rigiocabilità.
Note dolenti, invece, per quanto riguarda il multiplayer che nonostante
si assesti a livelli accettabili di divertimento(con sfide comunque
classiche come il Deathmach o il Capture the Flag), è amputato dalla
caratteristica peculiare del gioco, ovvero l’uso della “Tenebra”.
Questo ha, forse, un senso in ottica multiplayer, per non sbilanciare
troppo gli esiti degli scontri, ma è sicuramente un peccato che gli
Starbreeze studio non siano a riusciti a trovare un compromesso per
ovviare a questo problema.
L’unico potere che c’è concesso durante le nostre battaglie online è la
capacità di trasformarci in Darkling, in questo modo saremo più veloci
e potremo permetterci manovre altrimenti impossibili da umani, anche se
dovremo rinunciare all’uso delle armi da fuoco.
The Darkness convincerà sicuramente gli amanti del genere che non
tengono troppo alla componente online, appaga perfettamente in single
player ed è una goduria se amate il fumetto o le storie dark noir.
Consigliato.
Pro
- Ottima storia
- audio e musiche davvero ben fatte
- gameplay con parecchi spunti originali
Contro
- grafica al di sotto delle aspettative
- multiplayer incompleto e a tratti deludente