Recensioni

Recensione Recensione di Tenchu Z

Recensione di Tenchu Z di Console Tribe

di: Redazione
Approda in esclusiva sulla console di casa Microsoft il nuovo capitolo della saga di Tenchu targato From Software.
Tenchu ha fatto la sua comparsa nella scena videoludica per la prima
volta su PSX nel lontano 1998, sviluppato allora da Acquire, seguito da
altri sette episodi. L’ottavo della serie è uscito in Giappone
nell’ottobre del 2006 col nome di Tenchu Senran, arrivato alcuni mesi
dopo in occidente come Tenchu Z per far rivivere anche a noi
occidentali le emozionanti avventure dei guerrieri ninja.
Ci ritroveremo ad affrontare missioni di spionaggio, rapimenti e
vestiremo i panni di un nostro alterego digitale creato ad – hoc per
l’occasione, il tutto condito da livelli più estesi rispetto al passato
e da una buona personalizzazione del personaggio e della squadra da
utilizzare sul campo di battaglia.
Vediamo nel dettaglio cosa ci propone l’ultima realizzazione.


Il clan dominante

Le vicende del nuovo capitolo di Tenchu ci riportano in Giappone in
piena epoca feudale; la guerra civile impazza ed il clan Goda vede
minacciato il suo predominio sul paese dal rivale Ogawara.
Vestiremo i panni di uno dei ninja di Tonyn-ryu, al cui comando c’è il
famoso maestro ninja Rikimaru, protagonista principale degli episodi
precedenti insieme ad Ayame e unici sopravvissuti del clan ninja Azuma.
Il nostro compito è punire le nefandezze compiute dai balordi e
signorotti di turno e cercare di completare le missioni nell’oscurità.


Il solito Tenchu?

Avviato il gioco, un menu essenziale ci permette di avviare una nuova
partita: possiamo iniziare “Missione solo”, multi giocatore in “Xbox
Live” e “System Link” oppure “Addestramento”.
In modalità missione ci viene proposta sin da subito la creazione del
nostro alter ego digitale. Le opzioni presenti in questo frangente sono
poche ma abbastanza per dare un aspetto simile a quello di Rikimaru e
Ayame. Deciso l’aspetto fisico ed il vestiario, veniamo catapultati
nell’azione con un esaustivo tutorial per apprendere le tecniche
basilari e aiutarci nel comprendere l’utilizzo dei vari tasti del
joypad. Il sistema di controllo risulta abbastanza incerto e le
telecamere il più delle volte non ci aiutano nel comprendere come
muoverci al meglio. Terminato il tutorial iniziamo subito con le
missioni a difficoltà crescente, che portate a termine ci permettono di
acquisire dei crediti che possiamo utilizzare per customizzare il
nostro personaggio, aumentandone le abilità specifiche, cambiandone il
vestiario, la capigliatura o gli oggetti a corredo.
Oltre a decidere l’aspetto fisico del personaggio la novità principale
è la possibilità di potenziare il ninja: potremo rendere il personaggio
più incline a certi attacchi piuttosto che altri, variando i valori di
vitalità, forza e agilità. Ogni caratteristica assegnata al nostro
ninja lo renderà più incline all’azione pura, al corpo a corpo,
piuttosto che all’oscurità e ad agire come un’ombra nella notte.
Il villaggio del clan Azuma è la nostra base per acquistare le abilità
e gli oggetti. Dobbiamo rivolgerci a Rikimaru per avviare le nuove
missioni o rieseguire quelle in sospeso: ce ne sono ben 50 e danno al
gioco una buona longevità, peccato che risultino troppo ripetitive.
L’intelligenza artificiale dei nemici lascia a desiderate sotto troppi
aspetti e rende le missioni più complicate facilmente superabili con un
po di astuzia. Per esempio: il nemico sembra interessarsi a noi solo
nel momento in cui veniamo scoperti e se rientriamo in un raggio
d’azione ben preciso. Usciti da quest’area prefissata, come se nulla
fosse, ritorneremo ad essere invisibili e vedremo i nostri nemici
tornare a chiacchierare. Abbandonare cadaveri in mezzo alla strada non
scatenerà nessuna reazione nei samurai avversari, ma si accorgeranno
prontamente della nostra presenza dietro finestre o sopra i tetti.
In pieno stile stealth il più delle volte dovremo attaccare i nostri
nemici alle spalle, dall’alto oppure attenderli dietro un angolo. In
alcuni frangenti saremo costretti anche a scappare a causa dell’arrivo
dei rinforzi avversari, in situazione spinose in cui combo, arti
segrete e accessori non saranno sufficienti per avere la meglio.
L’utilizzo dei gadgets (tantissimi e acquistabili nel negozio) darà al
gioco più vitalità ed a noi più soddisfazione nel portarlo a termine.
Purtroppo il valore di questi oggetti è puramente cosmetico, visto che
il gioco sarà comunque facilmente affrontabile con una lunga carrellata
di uccisioni, quasi sempre uguali, con poche complicazioni. L’oggetto
che utilizzeremo più spesso sarà il rampino, in dotazione sin
dall’inizio: esso ci permette di arrampicarci su punti altrimenti
irraggiungibili come i tetti degli edifici.
L’interfaccia presente sullo schermo mostra un indicatore che segnala
il nostro grado di rumorosità, la distanza dal nemico più vicino e
quello del nostro odore: quanto più sono cruente le uccisioni corpo a
corpo, più l’ odore del sangue emanato dal nostro corpo è forte, più
facilmente veniamo percepiti dalle sentinelle. Per rimediare al
problema possiamo lavarlo via immergendoci nell’acqua, oppure
risparmiare il nemico stordendolo con un colpo ben assestato in modo da
proseguire la missione senza intoppi. Come nei precedenti capitoli,
durante le missioni non ci sono punti di salvataggio, esso avviene solo
dopo aver portato a termine l’intera missione.


Nuovo ma vecchio

Per quanto riguarda il comparto tecnico Tenchu Z non porta nulla di
innovativo. Sotto alcuni aspetti propone cose viste due generazione
addietro. Il reparto grafico è mediocre ed i modelli poligonali
risultano molto semplici, gli stessi visti su ps2, in alta definizione
con textures piatte che non allietano gli occhi del videogiocatore. Il
buon uso di antialiasing non migliora la situazione, un effetto blur
rende l’immagine leggermente sfocata e gli effetti di illuminazione
naturale e artificiale rispecchiano la media degli altri. Le
ambientazioni che all’inizio possono avere un certo fascino, in breve
si tramutano in una solfa ripetuta all’infinito con piccole variazioni
nella disposizione degli edifici. Risulta molto scarno anche il
dettaglio delle varie location: sono pochissimi gli oggetti con cui è
possibile interagire ed i grandi spazi vuoti la fanno da padrone. Un
reparto tecnico non all’altezza si ripercuote sulle numerose cut scene
realizzate col motore del gioco che risultano anch’esse di basso
livello; discrete invece le poche realizzate in CG.
Il reparto sonoro fortunatamente è una delle note positive del titolo:
il parlato del gioco è in giapponese in modo da immedesimarci meglio
nella parte del ninja, la colonna sonora con musiche orientaleggianti
risulta nel complesso discreta e con buoni effetti surround. Ad
aiutarci nel comprendere la storia vengono in aiuto i sottotitoli in
italiano realizzati con caratteri ben leggibili.


La nota positiva

A risollevare le sorti del gioco arriva la parte multiplayer dove
potremo affrontare con un ottica diversa in modalità cooperativa le
varie missioni, su xbox live e in system link sino a 4 giocatori, dando
quel tocco in più che sicuramente manca nel gioco single player. Su
xbox live il villaggio Ninja diviene la lobby dove i giocatori si
incontrano per le partite: possiamo avviare una “Partita giocatore” per
sfidare un amico o uno sconosciuto e mettere alla prova le nostre
tecniche ninja o ancora “Partita classificata” per scalare la vetta e
rientrare nella classifica dei ninja più forti.


Conclusioni

Il gioco è carente sotto quasi tutti i punti di vista: IA mal curata,
grafica rimasta ai livelli di quella vista su Ps2; l’audio non
risolleva di tanto la situazione. La storia, sebbene discreta, non va
molto oltre i precedenti reparti. L’unica nota positiva è data dalla
modalità multiplayer che dà vigore ad un gioco che in single player
potrebbe indurre il videogiocatore ad abbandonarlo ben presto. Il
titolo From Software è un gioco consigliato solo agli amanti del genere.

 
 

Pro:


  • Potenziamento del personaggio
  • Parlato in giapponese
  • Buona modalità multiplayer



Contro:


  • Reparto tecnico mediocre
  • IA quasi assente